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A che punto siamo con la tanto agognata Casa popolare? Gli occhi sono puntati su Nuovo Centrodestra, Udc e Popolari per l’Italia, ovviamente.

La nascita del Nuovo Centrodestra, capitanato da Angelino Alfano, che non ha voluto aderire alla riesumata Forza Italia nel mentre si rottamava il Pdl, è stata salutata con favore da Formiche.net proprio perché era un primo passo nella direzione auspicata di una Casa unica popolare, vista la natura più radical-populista del rinato movimento berlusconiano: anche Forza Italia, comunque, si riconosce nella famiglia popolare europea.

(CHI C’ERA ALLA RINASCITA DI FORZA ITALIA. LE FOTO DI PIZZI)

Anche la scissione che ha registrato Scelta Civica, con la componente capeggiata da Mario Mauro, Lorenzo Dellai e Andrea Olivero che ha dato vita ai Popolari per l’Italia (sabato hanno presentato il logo), si inseriva in quel fermento moderato dall’anima popolare che può e deve innervare il centrodestra che sarà.

(TUTTI I VOLTI DEI POPOLARI PER L’ITALIA)

Altro passo decisivo in questo senso è stata la decisione dell’Udc che, con Pierferdinando Casini, ha annunciato di abbandonare ogni progetto centrista e terzista per riconoscersi nel cantiere di centrodestra in vista delle future elezioni politiche.

Tutto bene, dunque. O quasi.

Infatti abbiamo purtroppo notato come agli annunci di un radicamento territoriale già a buon punto del Nuovo Centrodestra non sono seguiti i fatti: il movimento di Alfano non ha presentato liste alle elezioni regionali in Sardegna. Non proprio un segno di forza. La presenza alle elezioni sarde poteva offrire, tra l’altro, ulteriori possibilità per far conoscere obiettivi e programmi del Nuovo Centrodestra: non basta ormai qualche articolo telefonato ai grandi giornali di carta per diffondere il verbo di un nuovo partito.

(CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO CENTRODESTRA. LE FOTO DI PIZZI)

Non solo. Le speranze iniziali che si erano appuntate sui Popolari per l’Italia devono fare i conti con la realtà e con sensibilità diverse tra gli esponenti di spicco, al di la’ delle dichiarazioni pubbliche. Di fatto, pur nella riproposizione del sogno terzista, come lo abbiamo definito dopo l’evento di sabato scorso dei Popolari per l’Italia, c’è chi, come Mauro, di certo non esclude in prospettiva di partecipare a uno schieramento di centrodestra e c’è chi, come Olivero, fin dalle scorse elezioni, propendeva per scenari di centrosinistra.

(TUTTI I VOLTI DEI POPOLARI PER L’ITALIA)

Veniamo al dunque. Al di là di buoni propositi e annunci salutari, alle Europee sembra che si vada in ordine sparso: ognuno con le proprie bandiere, per dare orgoglio ai propri militanti e dirigenti, nella speranza di superare il 4 per cento e incamerare qualche utile soldo pubblico per le future iniziative. Tutto comprensibile. Ma perché non guardare avanti, con lungimiranza, e scommettere su un progetto più ambizioso e meno geloso di bandiere e strutture esistenti?

(IL PRIMO RADUNO DEL CENTRODESTRA STILE PINUCCIO TATARELLA. LE FOTO DI PIZZI)

Insomma, la domanda iniziale – a che punto è la Casa popolare? – resta senza risposta. Se non di peggio: restano tante, piccole e nobili casupole. In attesa di non si sa che cosa. E ciò, da cronisti, non possiamo non notarlo anche per la galassia liberale, tanto appassionata quanto personalistica e bizzosa, come si può notare dai nostri articoli.

Ahimè, tocca ripeterci, quando parlavamo di afasia dei popolari e dei liberali: mentre Berlusconi e Renzi sono in palla, i popolari e i liberali sembrano non toccare palla. Auguri.

Babele popolare e liberale

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