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Chi è e cosa pensa Manuel Valls, il Sarkò di sinistra che non farà sconti a sindacati e vecchi politici socialisti nella Francia dominata dalla novità Marie Le Pen (che promette sfracelli alle europee)? Valls è l’ultima carta di François Hollande per evitare di finire nel guinnes del peggiore presidente di sempre, tra malumori della base socialista e dei suoi compagni di partito.

VALLS
La grande stampa è stata monopolizzata ovviamente dagli undici municipi conquistati dal Front National di Marie Le Pen alle scorse amministrative, ma da oggi ecco affacciarsi sulla scena politica nazionale (domani, chissà) un personaggio nuovo e a tratti pittoresco, già ribattezzato Sarkò di sinistra per via di quel suo piglio decisionale. Il successore di Marc Ayrault è il politico che ha fatto titolare a Le Monde “l’ultima carta giocata da Hollande”. Come dire che un’eventuale fallimento non sarebbe nel novero delle cose. E chi se non uno spagnolo naturalizzato francese, “addestrato” alle difficoltà di integrazione e di legittimazione potrebbe riuscire dove il socialista Hollande è mancato? I suoi detrattori lo accusano di non essere in grado di garantire la sicurezza in primis, dal momento che in qualità di titolare degli Interni non ha portato a casa significativi risultati contro gli immigrati. Mentre si innesca il paragone con Tony Blair. Sul punto si registra il tweet dell’editorialista del Corriere della Sera e direttore del Corriere del Mezzogiorno Antonio Polito:  “Come Valls, anche Blair aveva fatto il ministro (ombra) dell’Interno prima di diventare premier”.

CARATTERE
Secondo i primi commenti apparsi sulla stampa francese, il gabinetto di Valls sarà tutto fuorché legato a dettami ideologici, di contro procederà come un treno spedito verso la soluzione delle tre macro questioni (irrisolte) sul tavolo dell’Eliseo: immigrazione, sicurezza, ripresa. Non attuerà, dunque Valls, una ricetta chiaramente socialista piuttosto, con i morsi della crisi che incombono, sceglierà un approccio di merito scontentando possibilmente i depositari del verbo tra i suoi colleghi di partito, sindacati tra tutti. L’obiettivo è ridisegnare un asse solido con Berlino, non essere risucchiati nella spirale del conflitto Usa-Russia sulla Crimea, programmare il dossier energetico con più lungimiranza.

I CONTI DI PARIGI
Se Valls fosse un accanito giocatore di azzardo avrebbe la possibilità di puntare forte a questo giro, ma con l’alto rischio di perdere (o di sbancare). La posta in gioco è elevata, come confermano non solo i trend alfanumerici che ricordano come Parigi sia la grande e nuova ammalata d’Europa – una nuova sorella Piigs – ma soprattutto il polso dei francesi, che secondo qualche commentatore non esplodono emozionalmente solo per la spiccata dignità e la voglia di grandeur che li contraddistingue. Diversamente sprazzi di crisi e di lamentele diffuse sarebbero in prima serata anche nei talk show televisivi parigini. Conferma si è avuta nelle settimane che hanno preceduto lo scorso Natale, quando nelle patisserie d’oltralpe è andato in scena un esperimento curioso: sono state messe in vendita le baguettes del giorno prima (letteralmente immangiabili) a metà prezzo. E sono state tutte vendute, segno che la cinghia si inizia a stringere anche nel primo Paese al momento per presenze turistiche.

DROIT
Contrastanti i commenti a droit e a gauche. Di svolta a destra parla Patrick Devedjian, dell’UMP, secondo cui dopo un “tale fallimento, è normale e auspicabile che il Primo ministro si dimetta”. La scelta di Valls “è piuttosto una svolta a destra”. Secondo Jean-François Cope, presidente dell’UMP, il licenziamento di Ayrault da solo non risolverà i problemi. Il mutamento di figure se manterrà la medesima strategia politica non porterà benefici, e chiede “una rottura con il modello socialista”. L’ex primo ministro François Fillon augura buona fortuna a Manuel chiedendogli di non fallire per il bene del suo paese. “Spero solo che farà un po ‘meno di comunicazione e avrà un paio di risultati come da Ministro dell’Interno”.

GAUCHE
Tranchant il commento di Jean-Luc Mélenchon, co-presidente del Partito della Sinistra he accusa Hollande di non aver capito il messaggio che è stato inviato. Pierre Laurent, segretario nazionale del PCF, certifica che “a parte il primo ministro, non cambia nulla. Ancora una volta, François Hollande si gira a sinistra ma ascolta solo l’orecchio destro”. E ancora, la senatrice socialista Marie-Noëlle Lienemann dice che ora sarebbe più giusto tornare alle proposte socialiste che erano contro le 35 ore, per l’IVA sociale, come “risposta al fatto che le persone che hanno lasciato contestavano la politica liberale di Hollande”. Emmanuel Maurel, Vice-Presidente del Consiglio regionale dell’Ile-de-France, definisce la scelta di Manuel Valls “abbastanza sorprendente”. Infine la previsione di Nicolas Dupont-Aignan , presidente della Repubblica permanente. “François Hollande va contro un muro. Accelera e suona il clacson. Fin dal suo arrivo Manuel Valls ha dimostrato subito la sua incapacità di garantire la sicurezza dei francesi. Si tratta di un Primo Ministro programmato per il fallimento“.

twitter@FDepalo

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