Per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda, l’Europa prende coscienza della propria vulnerabilità strategica in un contesto internazionale sempre più instabile. Il recente summit ha segnato una svolta storica, con l’obiettivo politico di portare al 5% del Pil le spese per la difesa entro il 2035. Un segnale non solo economico, ma culturale. La Nato non è un soggetto esterno, ma un’alleanza di corresponsabilità strategica. Ignorare questo dato oggi significa alimentare le vulnerabilità che Mosca è pronta a sfruttare. Il commento di Andrea Margelletti, presidente del CeSI
Difesa
Investimenti privati in tecnologie duali. Una trasformazione in corso
La crescita della Space Economy ha aperto la strada all’ingresso del capitale privato nelle tecnologie duali, già realtà negli Usa e in espansione in Europa grazie a iniziative come il Nato Innovation Fund. In Italia il potenziale resta inespresso per limiti strutturali e risorse ridotte. Questi e altri gli argomenti che saranno al centro del convegno promosso dall’Istituto affari internazionali (Iai) e dal Centro Studi Militari Aerospaziali (Cesma) a Roma il 26 giugno presso Palazzo Aeronautica
Pilastro europeo della Nato. La difesa di domani secondo Meloni
Il ragionamento della premier italiana al vertice Nato è tarato sulla realpolitik, sia per evitare doppioni con la difesa Ue, sia per investire in settori che stanno diventando sempre più primari, come il fronte sud, la cooperazione fra alleati in chiave di strategia industriale, l’interlocuzione imprescindibile con gli Usa e il binomio target di spese-autonomia/sovranità. Le parole di Meloni all’Aja
L’aumento del budget e la responsabilità condivisa. Quale Nato dopo il Summit
Nel contesto di una Nato sempre più orientata a una proiezione globale, il recente riorientamento strategico dell’Alleanza si muove su più assi: deterrenza rafforzata, supporto strutturale all’Ucraina, industrializzazione della difesa e ridefinizione del burden sharing con il nuovo obiettivo del 5%. La Germania e la Polonia si profilano come attori chiave del fronte orientale, mentre gli Stati Uniti, pur contenendo il proprio ruolo diretto, puntano a un’Alleanza più bilanciata. Resta aperta la sfida politica del consenso interno e della mobilitazione civile, soprattutto in Europa, per legittimare il salto di qualità dell’Alleanza in una fase di mutamento sistemico. Le riflessioni finali del Nato Public Forum
Artico, Balcani e Mediterraneo. La Nato e le sfide regionali
Al Nato Public Forum si è discusso su come l’Alleanza dovrebbe adattare la sua postura in regioni chiave come l’Artico, i Balcani e il Mediterraneo. Ecco cos’hanno detto Fredriksen, San e Colomina
Al Summit dell’Aja la Nato cambia passo, non c'è più tempo da perdere. Il commento di Caruso
Ventisette anni dopo la fine della Guerra Fredda, la Nato torna alle sue origini. Al Summit dell’Aja, tra il 24 e il 25 giugno 2025, i leader dell’Alleanza Atlantica hanno messo da parte le lunghe dichiarazioni retoriche del passato per concentrarsi sull’essenziale: come difendere un miliardo di cittadini da una Russia che si riarma a ritmi impressionanti e da un’alleanza sino-russa che sta ridisegnando gli equilibri globali. L’analisi del generale Ivan Caruso, consigliere militare della Sioi
Vola come una zanzara, spia come un drone. L’ultima invenzione cinese
Un nuovo microdrone sviluppato in Cina, simile a una zanzara per forma e dimensioni, accende il dibattito sulla sorveglianza del futuro. Pensato per operazioni speciali e raccolta di informazioni, il dispositivo solleva preoccupazioni su possibili usi illeciti. Esperti internazionali mettono in guardia: siamo davanti a un passo ulteriore verso una sorveglianza sempre più pervasiva e difficile da controllare
E 5% sia. Gli alleati Nato approvano il nuovo obiettivo di spesa per la Difesa. I dettagli
Il vertice Nato dell’Aja si chiude senza grandi sorprese. I leader alleati hanno firmato l’impegno a destinare il 5% del Pil per la Difesa entro il 2035. I controlli sull’aumento della spesa saranno annuali e la prima scadenza per il raggiungimento dei nuovi capability target è stata fissata al 2029. Per la Nato si apre un nuovo capitolo
Perché l’Indo-Pacifico è una questione euro-atlantica
La crescente interconnessione tra i quadranti euro-atlantico e indo-pacifico impone una riflessione strategica condivisa, superando i limiti della cooperazione tra aree geografiche apparentemente distanti ma sempre più interdipendenti. Questa la riflessione offerta durante il Nato Public Forum dell’Aja, di cui Formiche è media partner. Il Panel, dedicato al Indo-Pacifico, ha visto l’intervento del ministro della Difesa australiano Richard Marles concentrarsi sull’instabilità globale, dai conflitti in Europa a quelli potenziali in Asia, e sulla necessità di risposte comuni e una visione multilaterale della sicurezza
Non c’è difesa senza produzione. L’allarme dei ministri alleati all’Aja
Aumentare la capacità produttiva, rafforzare la resilienza della supply chain, standardizzare i sistemi d’arma, attrarre investimenti strategici e integrare le Pmi in un ecosistema industriale della difesa più reattivo. Queste le priorità emerse nel dibattito sulla base tecnologica e industriale euro-atlantica nell’ambito del Public Forum della Nato in occasione del summit dell’Aja. Secondo i ministri della Difesa alleati, l’urgenza è dettata dalla crescente minaccia russa e dalla necessità di ricostruire le scorte per garantire un’adeguata dissuasione nei confronti di Mosca