Mentre in Tripolitania si riaccende la tensione, dopo l’omicidio della blogger di Zawiya, le tribù locali guardano a Bengasi da dove Saddam Haftar è partito per una visita in Turchia allo scopo di rafforzare le relazioni internazionali
Esteri
Ucraina e Piano Mattei per l'Africa. La prima giornata di Meloni al G20
Il vertice di Johannesburg ha visto Meloni impegnata su due fronti. L’analisi con i leader europei sul piano Witkoff nella dichiarazione dei volenterosi, preoccupati per le limitazioni proposte alle forze armate ucraine; e poi la posizione del governo di Roma sulle aspirazioni e sul ruolo del Piano Mattei, che si ritrova nel cosiddetto “spirito di Ubuntu”
Focus sulla Nigeria. L'Italia ascolta le preoccupazioni Usa
Le violenze contro le comunità cristiane in Nigeria diventano un tema internazionale. Governi, parlamenti e organismi multilaterali intervengono. Palazzo Chigi richiama alla tutela della libertà religiosa mentre l’amministrazione Trump aumenta la pressione diplomatica e politica su Abuja, con possibili sanzioni e coinvolgimento militare
Gli Usa stanno tornando a investire nel petrolio yemenita
Il ritorno di una storica compagnia energetica straniera in Yemen indica una riapertura del Paese agli investimenti internazionali. Dopo un lungo periodo di dispute amministrative e difficoltà legate al conflitto, la gestione di un importante giacimento torna al precedente operatore. La vicenda segnala tentativi di stabilizzazione e di rilancio del settore petrolifero yemenita
Energia, difesa e porti. L'asse Grecia-Ucraina fa bene all'Europa (garantisce Trump)
Oltre la difesa e l’energia c’è un altro elemento, particolarmente rilevante, che impatta sulle nuove catene di approvvigionamento dell’occidente e che trovano in Grecia un fulcro primario: non solo l’interesse dei grandi gruppi internazionali per i porti greci è cresciuto in maniera esponenziale, ma la posizione geografica del Paese, sull’asse cruciale Suez-Mediterraneo orientale-Europa, crea un ambiente favorevole per far incrociare flussi commerciali, energetici e marittimi
ll G20 prova a capovolgere il piano di pace per Kyiv. La versione di D'Anna
Alle prese con l’ennesima fuga in avanti di Trump, questa volta con gravi e inaccettabili conseguenze che favorirebbero la Russia e sacrificherebbero l’Ucraina, gli alleati occidentali si accingono a concertare a Johannesburg al vertice del G20 le iniziative per riportare su una linea condivisa le difficili trattative con Mosca. L’analisi di Gianfranco D’Anna
Witkoff e il futuro dell’Europa (e dell’America). L'analisi di Sisci
Il piano Witkoff non ha sostegno fuori da Washington ed è criticato in Europa, America e Asia. È percepito come una capitolazione alla Russia, trasformandosi di fatto in una vittoria politica russa. Una pace vista come umiliazione dell’Ucraina favorisce solo Mosca e mette a rischio gli stessi Usa. L’analisi di Francesco Sisci
G20 al via senza Trump mentre Xi manda un inviato strategico
Il boicottaggio del G20 da parte degli Stati Uniti, motivato dalle accuse infondate di Trump al Sudafrica, lascia spazio a un vertice segnato da assenze eccellenti ma guidato dalle potenze medie. Nel vuoto americano, la Cina rafforza la sua presenza in Africa australe con nuove iniziative infrastrutturali e minerarie
Cina-Iran, cosa c’è dietro la freddezza di Pechino. Report ChinaMed
Il report “China–Middle East Relations After the Twelve-Day War” di ChinaMed esamina le reazioni regionali e la posizione cinese durante la guerra tra Israele e Iran, evidenziando la prudente neutralità di Pechino, il malcontento iraniano per la mancanza di supporto concreto e la critica dei media arabi per l’atteggiamento transazionale. L’analisi di Veronica Turrini, research fellow presso il ChinaMed Project, dove analizza la copertura mediatica della Cina in Iran
Pace in Ucraina, il piano di Trump e Putin non piace a Kyiv e Ue. I dettagli
Germania, Francia e Regno Unito si schierano con Kyiv contro il piano Usa-Russia, giudicato dagli europei una “capitolazione”. Intanto, Washington minaccia di interrompere forniture militari e intelligence se Zelensky non accetta l’intesa, che riconoscerebbe territori occupati come “de facto russi” e limiterebbe drasticamente la sovranità ucraina
















