Quando il Financial Times, autorevole quotidiano britannico, aveva parlato di 100 miliardi di euro come conto che il Regno Unito avrebbe dovuto pagare per divorziare dall’UE, c’era chi sghignazzava pensando a quanto si fossero fatti male gli inglesi con il voto del 23 giugno 2016. E seppure la cifra che in realtà Downing Street dovrà sborsare si attesterà intorno ai…
Esteri
Così la Siria fa litigare Trump ed Erdogan
Sono ancora lontani i giorni in cui la Siria potrà tornare ad esistere come Stato sovrano. Il conflitto non è finito, lo stato islamico sopravvive ad Ovest e nubi di guerra si addensano sulle province di Idlib e Deir Ezzor, ad Est. Il regime di Assad, ancora debole, la miriade di gruppi ribelli finanziati ora dagli Stati Uniti, ora dalla…
L'Afghanistan, le scelte italiane e i mal di pancia al Pentagono
Il ministro della difesa italiana, Roberta Pinotti, ha annunciato al Parlamento un piano di riorganizzazione complessiva delle missioni militari all'estero che prevede una riduzione del contingente impiegato in Afghanistan. La presenza su quel territorio è da anni oggetto di un forte dibattito e non solo in Italia. Sia Obama che Trump, appena insediati alla Casa Bianca, annunciarono l'intenzione di ritirare…
Il senso (tutto positivo) della visita di Alfano in Tunisia
Il ministro degli Esteri Angelino Alfano è giunto oggi in Tunisia, dove ha incontrato nell’arco della mattinata il Presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi, il primo ministro Yussef al-Shahed e il suo omologo Khemaies Jhinaoui. "Sono qui per dare un messaggio molto chiaro”, ha detto Alfano incontrando Jhinaoui, “noi supportiamo con tutta la forza di cui disponiamo la democrazia tunisina”.…
Venezuela, che cosa è successo al ribelle Óscar Pérez (che forse non è morto)
Grandi occhi verdi, pelle abbronzata e tanto carisma nel parlare. Ricorderete Óscar Pérez, il noto ex poliziotto (con un passato da attore, qui il ritratto completo pubblicato da Formiche.net) che aveva attaccato da solo alcuni palazzi governativi a Caracas ed era diventato il volto della ribellione militare contro l'esecutivo di Nicolás Maduro in Venezuela. Ieri c’è stata un’operazione congiunta delle…
In Libia attacco grave ma leadership di Serraj non a rischio
A poche ore dagli scontri armati presso l’aeroporto di Tripoli tra un gruppo estremista e milizie vicine al governo di unità nazionale di al-Sarrāj (nella foto), Formiche.net ha raccolto l’analisi di Karim Mezran, resident senior fellow dell’Hariri Center presso l’Atlantic Council di Washington DC. Mezran, gli scontri all’aeroporto di Tripoli segnano un bilancio provvisorio di almeno 20 morti e oltre…
Un piano Marshall dell'Europa per far crescere la democrazia in Tunisia
Tunisi non è Teheran. Se nei giorni scorsi le proteste in Iran hanno acceso i fari dell'opinione pubblica sui limiti del regime dei pasdaran e sul rispetto dei diritti umani in quel Paese, i sommovimenti in Tunisia meritano una diversa lettura poiché le condizioni di quella che ora si può dire democrazia, con tanto di Costituzione, sono completamente diverse. La…
Venezuela, nuovo tentativo di dialogo. Perché questa volta (non) funzionerà
La situazione in Venezuela è sicuramente peggiorata da quando governo e opposizione si sono seduti a un tavolo per trovare una soluzione consensuale alla crisi umanitaria che vive il Paese. Non resta che riprovarci ancora, nel tentativo di proseguire la strada politica e cercare di contenere l’esplosione sociale che sembra imminente. L’iperinflazione del 2017 è arrivata al 2616%, una cifra…
Pechino cresce e Trump prepara la guerra commerciale
Il Wall Street Journal spiega che l'aumento della crescita americana ha spinto le importazioni dalla Cina. E sembra una beffa che uno dei principali punti sbandierati da Donald Trump come un successo della sua amministrazione s'incastri con uno dei suoi principali crucci, lo sbilancio commerciale con la Cina; lo scontro tra le due più grandi economie del mondo, dove la seconda…
Da Nasser a al-Sisi: sessant’anni di (buoni) rapporti tra chiesa copta e regime
Quando Gamal ‘Abd al-Nasser il 26 luglio nel 1956 comunicò, durante un memorabile discorso pubblico, la decisione di nazionalizzare il Canale di Suez, tutti gli egiziani salutarono con felicità e orgoglio una scelta che siglava, nei fatti, la fine del colonialismo straniero in Egitto. La nazionalizzazione, che portò presto a un conflitto bellico contro Francia, Gran Bretagna e Israele, avrebbe…