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Convergenze europee. Feijoo a colloquio da Meloni

Cresce la consapevolezza che proprio il rinnovato dialogo tra popolari e conservatori, stimolato negli ultimi mesi da una serie di autorevoli personalità continentali, come il capo del Ppe Manfred Weber, è la chiave per affrontare sia il mutato quadro politico sia le nuove sfide che attendono l’Ue

Azione e Italia Viva, la fuga è politica e non personale. Il commento di Merlo

Le fughe e gli addii di questi giorni che arrivano da questi due partiti non devono essere letti come gesti di opportunismo personale o di trasformismo politico. Molto più semplicemente, si prende atto che anche in una stagione post ideologica e a volte anche, e purtroppo, ancora post politica, non tutto è intercambiabile. Il commento di Giorgio Merlo

A chi è stata affidata la task force anti disinformazione di Palazzo Chigi

Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria ha incaricato la Herbert Simon Society Benefit di condurre uno studio sui bias cognitivi e sull’uso dell’intelligenza artificiale nella lotta contro la disinformazione. L’obiettivo è analizzare misure efficaci adottate da Paesi affini e proporre soluzioni per la formazione e la comunicazione pubblica. Il progetto si inserisce nel piano nazionale di cybersicurezza, con un focus sul coordinamento internazionale contro la disinformazione

Cosa non mi piace dello spirito del Manifesto di Ventotene. La versione di Pedrizzi

L’alternativa vera oggi non è fra europeismo e nazionalismo (o sovranismo), ma fra Ventotene e Magistero della Chiesa quanto al rispetto delle identità e della volontà dei popoli, alla consapevolezza di una storia e di un destino comune. L’intervento di Riccardo Pedrizzi

Questione politica, non giudiziaria. Il processo a Salvini visto da Mayer

Nel lungo testo della requisitoria è difficile riscontrare atti che si possano ricondurre alla sola responsabilità del ministro dell’Interno perché essi traducono in pratica la linea politica della maggioranza Lega e M5S e dell’ esecutivo nel suo insieme. L’opinione di Marco Mayer

Il patto che Meloni lancia a Confindustria tocca anche la nuova Ue. Ecco perché

Cita Olivetti, parla a braccio per 50 minuti mescolando il percorso che sta compiendo il sistema-Italia con gli indirizzi della nuova governance europea. Il punto di contatto si ritrova in una visione che vede l’Italia non più Paese che ricorre gli altri, ma che si fa rincorrere. L’invito a Confindustria a camminare mano nella mano

Breton e la partita a scacchi dell'Eliseo raccontata da Darnis

Tra Breton e la presidente von der Leyen non correva buon sangue. Ma l’ex commissario ha anche capito che per lui si potevano aprire altre prospettive nella politica interna francese. Il peso della Francia negli equilibri europei non diminuirà e il premier Barnier può giocare un ruolo strategico anche nel dialogo con le forze di destra. E con l’Italia, con la quale la Francia ha buoni rapporti che tuttavia scontano una difficoltà di comunicazione tra Macron e Meloni. Intervista a Jean-Pierre Darnis, professore di Storia contemporanea alla Luiss di Roma e di Storia delle relazioni italo-francesi all’Università di Nizza

Tutte le sfide della nuova commissione Ue

Presentata la nuova commissione, la seconda consecutiva guidata dalla tedesca del Ppe, ulteriore dimostrazione di come il dialogo tra Ppe e Ecr sia determinante per i futuri equilibri. Non si realizza l’imbuto che voleva fuori dalla governance i conservatori

Con Fitto Meloni ottiene il massimo del possibile. Il commento di Cangini

Per l’Italia quella di oggi a Bruxelles è stata una buona giornata. Buona ma non ottima. Ora c’è solo da augurarsi che, quando verrà il momento del voto di convalida, gli europarlamentari del Pse, dei Verdi e dei Liberali non mettano pretestuosamente in croce il povero Fitto come accadde nel 2004 a Rocco Buttiglione. Il commento di Andrea Cangini

Fitto è una vittoria di Meloni. Fra qualche paradosso spiegato da Castellani

Meloni non poteva sperare in un risultato migliore. Se Raffaele Fitto passerà il vaglio del Parlamento, penso che questo possa identificarsi come un successo. Restano sullo sfondo i due paradossi: la poca incidenza del voto parlamentare sulla presidenza della Commissione e la decisione, da parte della premier, di non sostenere da subito l’Ursula bis. La versione del politologo della Luiss, Lorenzo Castellani

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