Su cosa puntare per far crescere il Paese e fronteggiare le emergenze del futuro prossimo? Alcune soluzioni possibili, a partire da una riflessione dell’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio. L’intervento di Riccardo Pedrizzi
Politica
Missione “mediterranea” per Tajani. I dossier su Turchia, Tunisia e Libia
Al di là degli impegni che verranno presi (o confermati), spicca la diversità oggettiva dei tre interlocutori: Ankara è player primario nell’area che va dal Mediterraneo al Medio Oriente e di conseguenza è attore attivo su molteplici fronti; Tripoli e Tunisi stanno affrontando una delicatissima fase caratterizzata dalla iper-debolezza delle singole istituzioni, quindi bisognose di un approccio diverso
Il duplice auto boicottaggio del governo sulle accise secondo Cangini
Se il tema delle accise sui carburanti è oggi argomento da apertura di giornali e di tg è perché nei giorni scorsi il capo della Lega lo ha segnalato all’opinione pubblica. E, naturalmente, lo ha fatto attribuendone la responsabilità a non meglio identificati “speculatori internazionali”. Il commento di Andrea Cangini
La libertà ha un costo. L’Occidente è disposto a pagarlo? De Tomaso legge Parsi
Il libro di Vittorio Emanuele Parsi, “Il posto della guerra e il costo della libertà” (Bompiani editore) è un appello per la libertà, per l’ecologia della libertà, corredato da un’analisi dettagliata della geopolitica mondiale e da una riflessione appassionata e documentata sui termini dello scontro tra società liberali e società illiberali. La lettura di Giuseppe De Tomaso
Una nuova dimensione solida per il popolarismo. Scrive Chiapello
I Popolari italiani possono tornare strategici ricostruendo la linea euro-mediterranea del popolarismo europeo che riannoda l’asse nord/sud oggi zoppicante e contribuendo a confermare il legame con la Dottrina Sociale della Chiesa che può essere richiamata. L’intervento di Giancarlo Chiapello, segreteria nazionale Popolari/Italia Popolare
Sostegno militare a Kiev, la maggioranza è granitica. Parola di Cirielli
Intervista al viceministro degli esteri di FdI: “L’Italia non è più un Paese da operetta, ora c’è un governo serio e atlantista”. I Balcani? “Non abbiamo un’ottica imperialista, ma sono il nostro naturale cono di interesse”. Mosca? “Niente dialogo se non ripristina le regole del diritto internazionale. Da vent’anni i governi di centrosinistra hanno fatto tagli spaventosi nel settore della difesa”
La destra e le nomine. Il governo Meloni a un bivio storico
Il corsivo di Arditti sullo spoils system e i casi Ruffini, Dal Verme e Minenna. La destra italiana ha il diritto/dovere di fare le nomine che crede, e ha tutto quello che serve per scegliersi dirigenti adeguati alle sfide. Non c’è tempo da perdere in polemiche sterili: nei ministeri dispone di gabinetti costruiti ex novo e sono strumenti potenti per controllare le attività strategiche ma anche quelle ordinarie
Meloni, i rapporti con la Santa Sede e un ruolo forte in Ue. Parla Cesa
“La sintonia riscontrata tra la premier Meloni e la presidente von der Leyen ribadisce il ruolo importante e fondamentale del nostro Paese in Europa”. Sull’incontro in Vaticano, il segretario dell’Udc e più volte deputato sottolinea: “Bisogna ripartire da qui, dalle radici giudaico-cristiane dell’Europa, in cui noi ci democratici cristiani e popolari europei ci riconosciamo da sempre”. E sul conservatorismo…
Roma, Berlino, Parigi. I tre passi di Meloni con lo sguardo all'Ue
La strada di un nuovo equilibrio in Ue, indicata dal sottosegretario Fazzolari, si somma alla prospettiva dell’accordo di cooperazione rafforzata con la Germania che potrebbe bilanciare il patto del Quirinale e quindi ancorare maggiormente Italia nel cuore politico dell’Europa inserendosi nella dinamica franco-tedesca che non è più affiatata come un tempo
Capitol Hill e Brasile, il fil rouge è il malcontento ma... Parla Orsina
Il direttore della School of Government della Luiss: “Chiunque assalti un’assemblea rappresentativa si mette al di fuori delle regole democratiche, come è ovvio. Dopodiché, il problema è capire quanto estesa e seria sia la minaccia – ad esempio, ripensando agli aspetti non poco grotteschi degli eventi del 6 gennaio 2022. In molti casi la massa della protesta credo sia più diretta contro i presunti fallimenti della democrazia che contro i suoi valori”