“A Glasgow dobbiamo andare oltre gli obbiettivi di Parigi e contenere il riscaldamento globale fra gli 1,2 e gli 1,5 gradi”. Sono le parole della speaker della Camera dei rappresentanti statunitense, Nancy Pelosi, pronunciate in aula alla Camera in occasione della cerimonia di apertura della pre-Cop26 dei Parlamenti. “Abbiamo l’obbligo morale di tramandare il pianeta alle generazioni future, è un imperativo, e va rispettato con un senso di giustizia nei confronti delle comunità più vulnerabili. Come ha scritto papa Francesco, il clima è un bene comune che appartiene a tutti; per proteggerlo serve un dialogo che includa tutti”, ha ricordato Pelosi.
“Bisogna cambiare punto di vista, il Pil non è centrale per la lotta al cambiamento climatico, ci sono vari studi, indici di sviluppo sostenibile e questi però devono passare dall’essere solamente esercitazioni accademiche, devono entrare nell’ambito politico di tutti i giorni perché se l’unica cosa che va poi sul giornale è quanto è aumentato o diminuito il Pil le altre cose, come i cambiamenti climatici, non sono più importanti”. Così Giorgio Parisi, premo Nobel per la Fisica, a margine dei lavori del Pre-Cop26 dei Parlamenti a Montecitorio. Se mi aspetto che questo monito venga ascoltato? “La speranza è ultima a morire”.
In Aula anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto i nostri occhi. Interessano tutti i Paesi del mondo. Nessuno escluso. Il decennio appena trascorso è stato il più caldo mai registrato, i disastri naturali si sono quintuplicati dagli anni ’60. Le evidenze scientifiche confermano la gravità della situazione e l’influenza dell’uomo su questi cambiamenti. La scienza deve rappresentare un riferimento per i cittadini e in particolare per i decisori politici”.
Presente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
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