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Il primo round si è concluso. E col match più difficile. La settimana di consultazioni che ha impegnato Enrico Letta in vista del nuovo patto di governo “Impegno 2014” finisce con il vis à vis con il nuovo segretario del Pd Matteo Renzi. Un incontro atteso, chiacchierato, rimandato tra quelli che Massimo Gramellini sulla Stampa chiama “i due premier”.

Un incontro definito da fonti di Palazzo Chigi “molto utile e positivo”. Le continue scintille alimentate dal sindaco di Firenze al governo per ora non provocano incendi. Ma, come tutte le proposte arrivate sul tavolo del governo in questi giorni, lo spronano a fare di più. Vediamole passate in rassegna.

JOBS ACT ALLA RENZI

Nella sua ultima e-news, Renzi è molto chiaro in termini di richieste all’esecutivo. Oltre a lanciare l’ormai celebre Jobs Act sviscerato da Formiche.net, il segretario indica come fondamentale “che si faccia rapidamente la legge elettorale, si taglino per un miliardo i costi della politica, si eliminino le rappresentanze politiche di Province e Senato, si riduca il numero e il compenso dei consiglieri regionali. Se dobbiamo cambiare – e noi dobbiamo cambiare – bisogna partire dalla politica”.

E ovviamente non risparmia un bel fendente al suo compagno di partito alla guida del governo. Il riferimento è al pasticcio sui 150 euro di paga in meno agli insegnanti. Scrive il leader del Pd: “Ora, a me va bene tutto. Ma le figuracce gratis anche no. Stamattina il governo ci ha messo una pezza. Era già accaduto con le slot machines, con gli affitti d’oro, con le polemiche dell’ANCI: dobbiamo trovare un modo diverso di lavorare insieme”.

IL COMMUNITY ACT DEI POPOLARI

Sì alle proposte, no ai diktat, è però il punto su cui si sono trovati d’accordo Letta e i popolari “Per l’Italia” per arginare l’irruenza renziana. Il gruppo scissosi solo un mese fa da Scelta civica e capitanato dal ministro della Difesa Mario Mauro è stato accolto ieri a Palazzo Chigi. Tra le misure proposte al premier, al centro il lavoro e le tematiche sociali con un Community act incentrato sulla famiglia. Per quanto riguarda la legge elettorale, sì al “sindaco d’Italia” con un sistema elettorale misto proporzionale – maggioritario con doppio turno necessario.

I CONSIGLI ANTI-RENZIANI DI ALFANO

In aperta contrapposizione con le idee renziane, i consigli di Angelino Alfano a Letta. Il leader del Ncd nonché vicepresidente del Consiglio ha più volte ribadito che non si può pensare alle unioni civili “senza pensare prima alle famiglie”. E circa l’abolizione della legge Bossi-Fini, ha osservato che “tra quelli che si sono cuciti la bocca nel Cie di Roma alcuni avevano già conti in sospeso con la giustizia, con la sicurezza degli italiani non si scherza”. Sintonia invece sulla necessità di snelllire la burocrazia in Italia. “Una legge per lo choc burocratico” è lo slogan scelto dal leader del Ncd. Anche per Alfano, l’idea in materia di legge elettorale è quella di partire dal “sindaco d’Italia”.

IL PUGNO DURO DI SCELTA CIVICA

Pugno duro di Scelta civica, il primo partito a consultarsi con il premier martedì. La soddisfazione per l’incontro, espressa dal segretario Stefania Giannini, è presto sfumata con la minaccia ieri di abbandonare la maggioranza se non si rimedierà definitivamente al pasticcio Tasi. Il partito montiano chiede un tavolo che entro un mese e mezzo al massimo riscriva la fiscalità sulla casa, spostando ed unificando le scadenze dei pagamenti al prossimo 16 giugno. “Spero che gli amici di Sc ci ripensino”, ha risposto per ora il ministro renziano Graziano Delrio.

Tesi e pretese di Renzi, Alfano e Mauro per un nuovo Letta

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