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L’ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto per le liste di centro (Corriere della Sera, 23 ottobre) indica un totale di disponibilità verso formazioni centriste pari al 7,9 per cento degli elettori: cioè il meno due virgola due per cento rispetto alla consultazione politica di febbraio, ma uguale ad oltre un quinto degli elettori veramente votanti per quegli stessi partiti considerati nel recentissimo sondaggio. Personalmente diffido delle tecniche adottate nelle rilevazioni demoscopiche. Ma, nel caso specifico, i dati emersi ora appaiono verosimili, se riguardati come effetto di indecorose risse personalistiche esplose in campo centrista nelle ultime settimane. Sicché non mi sembra azzardato prevedere, nel breve periodo almeno, che le attuali formazioni centriste non saranno in grado di aspirare a copiosi recuperi elettorali.

Ma è davvero così bassa – meno di un decimo dell’elettorato – la quota di elettori italiani favorevoli ad un politica di centro? I sondaggi precedenti il voto di febbraio davano percentuali ben più alte: qualcuno, non so quanto drogato, si spingeva sino al 25 per cento, inducendo dei neofiti della politica nazionale a sognare di risultare in testa alle preferenze degli italiani, a sentirsi confermato da un vaglio popolare, a immaginare una continuità di potere persino un tantino sguaiata. Erano errati ed improbabili quei sondaggi. Erano ingiustificate le aspettative. Gli elettori di centro andavano comunque considerati presenti e vivi in una densità inferiore alle rilevazioni invernali, ma molto più sicuramente superiori ai dati odierni.

In effetti l’elettorato centrista ha un spettro parecchio più ampio; e si disperde tanto in formazioni di centrodestra che di centrosinistra. Specie a ragione del sistema elettorale penalizzante le formazioni intermedie; ma soprattutto perché agli elettori centristi, da molto tempo non viene offerta una chiara prospettiva di centro accettabile, consona ad una cultura politica né personalizzata, né ridotta a mero antagonismo, né precisata nei suoi contenuti identitari. I contenitori centristi, così come sono stati e sono presenti nella geografia politica nazionale, non appaiono credibili. Ciò non significa, però, che gli italiani abbiano rinunciato ad una politica di centro. Semmai c’è da ritenere che gli schieramenti di destra e di sinistra risultano gonfiati di voti centristi le cui istanze, però, sono sistematicamente ignorate da ambo i fronti.

 

Centro e centristi

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