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“Gli Stati Uniti e le altre democrazie saranno obbligati a investire molto di più nei settori dell’informazione e dei media, per poter competere più efficacemente con la già ben sviluppata infrastruttura mediatica autoritaria globale promossa dal Partito comunista cinese”. A spiegarlo è stato Christopher Walker, vicepresidente per gli studi e l’analisi del think tank National Endowment for Democracy, in audizione scritta alla commissione Cina della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti.

Il Partito comunista cinese, ha sostenuto Walker, sta cercando di plasmare l’ambiente informativo livello globale per promuovere le proprie idee e interessi. Ciò rappresenta una sfida cruciale per le società aperte e la democrazia.

Per plasmare la sfera informativa, il Partito comunista cinese dedica “notevoli risorse” al controllo e alla manipolazione delle informazioni, specialmente nei media cinesi e oltre i confini della Cina, ha dichiarato. A livello internazionale, la Cina dà vita a piattaforme educative e culturali per influenzare le società aperte, spesso cercando di limitare la libertà di espressione attraverso la censura e la manipolazione. C’è poi l’influenza esercitata su editori, educatori e altri attori del settore dell’informazione, sia in Cina sia all’estero, indotti a evitare argomenti sensibili.

Media statali, strumenti come gli Istituti Confucio e il Fronte Unito, piattaforme e social media occidentali sono i mezzi con cui il Partito comunista cinese cerca di influenza l’informazione globale, ha continuato Walker. Data la portata della minaccia, ha concluso, la risposta richiede un impegno che coinvolga le intere società nei Paesi democratici, giornalisti, attività, esperti di comunicazione e aziende tecnologiche compresi.

Così la Cina plasma l’informazione. L’audizione di Walker (Ned)

Le democrazie devono investire molto di più nei settori dell’informazione e dei media per poter competere con la potente infrastruttura promossa dal Partito comunista cinese, ha spiegato Christopher Walker, vicepresidente per gli studi e l’analisi del think tank National Endowment for Democracy, in audizione

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