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Al termine dei due giorni di lavori della segreteria del Sinodo, è arrivato l’annuncio tanto atteso: il prossimo Sinodo dei Vescovi si terrà dal 5 al 19 ottobre 2014. Il tema scelto è: “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.  Sarà il primo Sinodo rinnovato nella forma e nell’organizzazione. Come rivelato qualche giorno fa dal cardinale Oscar Maradiaga, infatti, la priorità tra le riforme va proprio allo sviluppo dell’assise episcopale universale. Già note alcune novità: i lavori dureranno non più tre settimane, ma solo due. Queste saranno il culmine di un processo che durerà tutto l’anno, con continui scambi di comunicazioni e informazioni tra Roma e le chiese locali. In futuro, a quanto è dato sapere, il Sinodo sarà strutturato a tappe da compiersi nei tre anni separano una plenaria dall’altra. Saranno maggiormente coinvolte le conferenze episcopali regionali. Questa è la traccia sulla quale lavorerà nei prossimi mesi mons. Lorenzo Baldisseri, da fine settembre nuovo segretario del Sinodo al posto di mons. Nikola Eterovic, nominato nunzio in Germania.

Il Papa ai lavori del Sinodo
Ieri pomeriggio, a sorpresa, Francesco aveva partecipato ai lavori della segreteria, ascoltando idee e proposte su come sviluppare il tema della riforma del Sinodo nei prossimi mesi. Erano presenti, oltre agli otto cardinali che fanno parte della speciale “consulta outsider” da lui istituita ad aprile e poi ufficializzata con chirografo a fine settembre, anche altri porporati, tra cui Peter Erdo e Timothy Dolan.

Il caso-Friburgo e la comunione ai divorziati
Il tema scelto è appunto quello delle “sfide pastorali della famiglia”. Al centro, con ogni probabilità, anche la questione dell’ammissione dei divorziati ai sacramenti. Proprio di ieri è la notizia che in Germania, a Friburgo, l’ufficio per la cura delle anime ha reso noto un documento che sarà inviato a tutti i religiosi della diocesi entro la settimana in cui si apre alla possibilità di rivedere le norme attuali. “Si tratta di rendere visibile l’atteggiamento umano e rispettoso di Gesù nel contatto con le persone divorziate e con chi ha deciso di risposarsi con rito civile”, ha detto il responsabile dell’ufficio, Andreas Mohrle, aggiungendo che “la fiducia e la misericordia di Dio vale anche per coloro il cui progetto di vita è fallito. Vogliamo offrire un luogo aperto alle persone coinvolte, dove le si possa ascoltare e accompagnare”. La questione parte da un presupposto chiaro, prosegue Mohrle: “Dobbiamo prendere atto che i divorziati spesso si sentono esclusi dalla Chiesa e ne soffrono profondamente. Dall’altro lato, dobbiamo tenere conto della dottrina e del diritto canonico”.

La cautela della Santa Sede
Il Vaticano, per ora, mostra cautela. Il direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, spiega che “proporre particolari soluzioni pastorali da parte di persone o di uffici locali può rischiare di ingenerare confusione”. E’ bene, ha proseguito Lombardi, “mettere in rilievo l’importanza di condurre un cammino nella piena comunione della comunità ecclesiale”. In effetti, il documento non reca la firma di Robert Zollitsch, potente presidente della conferenza episcopale tedesca nonché arcivescovo di Friburgo fino a poche settimane fa (al momento è amministratore apostolico, in attesa della nomina del suo successore). In pratica, quella lettera non investe la responsabilità del vescovo, il quale non è stato consultato in merito al passo dell’ufficio per la cura delle anime di Friburgo. Che il tema sia sul tavolo, però, è certo. Lo stesso Zollitsch, commentando l’intervista del Papa alla Civiltà Cattolica in cui si faceva riferimento in più punti a tali questioni, definiva le parole di Francesco “un’impressionante testimonianza di fede”.

Le parole di Bergoglio sull’aereo
Il Pontefice aveva toccato l’argomento rispondendo a una domanda postagli da un giornalista durante il volo di ritorno a Roma dopo la settimana trascorsa in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù. “Con riferimento al problema della Comunione alle persone in seconda unione – diceva Bergoglio –, io credo che questo sia necessario guardarlo nella totalità della pastorale matrimoniale. E per questo è un problema che si deve studiare nella cornice della pastorale matrimoniale. E per questo, due cose; primo: uno dei temi da consultare con questi otto del Consiglio dei cardinali, con i quali ci riuniremo l’1, il 2 e il 3 ottobre, è come andare avanti nella pastorale matrimoniale, e questo problema uscirà lì. E, una seconda cosa: è stato con me, quindici giorni fa, il segretario del Sinodo dei Vescovi, per il tema del prossimo Sinodo. Era un tema antropologico, ma parlando e riparlando, andando e tornando, abbiamo visto questo tema antropologico: la fede come aiuta la pianificazione della persona, ma nella famiglia, e andare quindi sulla pastorale matrimoniale. Siamo in cammino per una pastorale matrimoniale un po’ profonda. E questo è un problema di tutti, perché ci sono tanti, no?”. Domande cui il darà risposta, con ogni probabilità il prossimo Sinodo.

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