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C’è un sistema importante sotto ogni astronauta che vola nello spazio, e l’Italia ha avuto una visione di sistema e di collaborazione del sistema-Paese molto forte, il cui risultato è stato la missione Ax-3 Volutas. Così il colonnello dell’Aeronautica militare e astronauta, Walter Villadei, ha commentato il suo viaggio oltre l’atmosfera nel corso dell’evento di saluto organizzato dall’Asi e dall’Aeronautica militare che lo ha accolto in Italia di ritorno dalla Stazione spaziale internazionale. Airpress lo ha intervistato a margine dell’evento per parlare del futuro dell’Italia spaziale all’interno del nuovo contesto della Space economy.

Colonnello, qual è l’esperienza che riporta sulla Terra dopo il suo viaggio nello spazio?

È un’esperienza straordinaria. È, chiaramente, la conclusione di un ciclo di addestramento, e dal punto di vista operativo è fondamentale – dopo l’addestramento – essere esposti anche a un contesto reale come, appunto, quello di un volo spaziale. È chiaro che l’addestramento prepara a molto, tranne a quelle che sono le emozioni di che si prova quando si affrontano per la prima volta questa tipologia di esperienze. Quindi, dal punto di vista formativo-operativo, riporto a casa tutto quello che ho imparato in questi ventuno giorni sulla Stazione spaziale internazionale. Dal punto di vista umano, un’esperienza straordinaria anche grazie all’equipaggio con cui ho condiviso questa missione, composto non solo da grandi professionisti, ma che dimostra anche quanto lo spazio sia una dimensione di collaborazione internazionale. A bordo con me, infatti, c’era il primo astronauta turco e il secondo astronauta svedese. Un’esperienza, devo dire, importante, e adesso attento di sapere con grande curiosità quelli che saranno gli esiti delle attività sperimentali che abbiamo fatto a bordo della Iss.

Come ha sempre indicato il capo di Stato maggiore, l’Aeronautica è un fattore abilitante. Noi abbiamo, come Forza armata e come ministero della Difesa, ma direi anche come sistema-Paese, lavorato a una visione che andava nella direzione di rendere disponibili le capacità – nel caso specifico, per esempio, l’astronauta – a supporto anche di altre realtà, e in particolare quelle produttive. Lo spazio è una dimensione fondamentale, una palestra dove spingere la ricerca scientifica, la ricerca tecnologica, l’innovazione e le industrie italiane hanno delle incapacità delle eccellenze made in Italy famose in tutto il mondo. Ora, in questa nuova dimensione che è la Space economy dobbiamo fare squadra e sinergia. Ed è quello che la missione ha dimostrato, un modello dove l’istituzione insieme al mondo della ricerca, il mondo operativo, quale quello militare, e il mondo delle industrie si sono unite per andare in volo nello spazio. È un modello che ha dimostrato di poter funzionare bene ed è un modello che va ulteriormente elaborato e ampliato. Riuscire a promuovere la presenza dell’Italia, le competenze tecnologiche italiane, in questo nuovo contesto che si sta modificando è una sfida ma anche un’opportunità che non va persa.

Per quanto riguarda invece la collaborazione in generale con gli Stati Uniti, come prevede che possa ulteriormente rafforzarsi?

Il rapporto con gli Stati Uniti nel settore spaziale è storico: siamo diventati il terzo Paese a lanciare un satellite nello spazio nel 1964, esattamente sessant’anni fa, proprio grazie a una collaborazione con gli Stati Uniti. Rimangono, quindi, un partner di riferimento straordinario e importantissimo. Rimangono partner anche dove strutturare e consolidare la collaborazione sul piano operativo e industriale. Lo spazio sta diventando un crocevia di tanti interessi: politici, geopolitici, militari, economici, industriali e scientifici. Riuscire a promuovere e a rafforzare il ruolo dell’Italia, in collaborazione con gli Stati Uniti, è anche un’opportunità straordinaria per consolidare il ruolo italiano in ambito europeo. Quindi sono convinto che questa missione diventi una missione un po’ apripista, un pivot fondamentale anche nella strategia nazionale. È questo è emerso anche ieri nell’incontro che ho avuto l’onore e il privilegio di fare con il presidente del consiglio Giorgia Meloni.

Per ogni astronauta c’è una squadra che fa sistema. La ricetta di Villadei

La missione Ax-3 Volutas ha rappresentato un nuovo modello per il futuro dello spazio italiano, nel quale le istituzioni, la ricerca, la Difesa e l’industria si uniscono per andare in volo oltre l’atmosfera. In questa nuova dimensione che è la Space economy, dobbiamo fare squadra e sinergia e promuovere la presenza dell’Italia. L’intervista di Airpress al colonnello dell’Aeronautica militare e astronauta, Walter Villadei

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