Skip to main content

Crescono le spese per la Difesa in Europa, ma ancora non ci siamo. A lanciare l’allarme è stato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, intervenendo di fronte alla Commissione Affari esteri e alla Sottocommissione Sicurezza e Difesa del Parlamento europeo. “Vorremmo che gli alleati raggiungessero il 2% del Pil di spesa per la difesa” ha detto Stoltenberg, che ha sottolineato invece come il traguardo non sia ancora stato raggiunto. Secondo il segretario generale non mancano i segnali positivi. “Nel 2014 solo tre Paesi raggiungevano il 2%, ora sono undici”. Un trend incoraggiante che spinge a sperare che tra qualche anno tutti gli Stati potranno arrivare all’obiettivo. Secondo i dati ripresi da Stoltenberg, quest’anno gli alleati della Nato dovrebbero arrivare ad avere una crescita complessiva delle spese di oltre l’8% in termini reali. “È il più grosso aumento da decenni e questo vuol dire che si fa sul serio sulla difesa e si vuole investire di più anche sulla produzione di munizioni”. Bene, tuttavia “vorremmo che gli alleati raggiungessero il 2%”, ha ribadito Stoltenberg.

Le polemiche in Italia

Simili preoccupazioni arrivano anche dalla politica nazionale, dove il tema dell’aumento delle spese militari fino all’obiettivo deciso in sede Nato del 2% del Pil da dedicare alla difesa è ritornato al centro del dibattito dopo i dubbi espressi da una parte dell’arco parlamentare, che si è detto scettico dell’opportunità di aumentare le spese da destinare alle esigenze militari. Sul tema era intervenuto Lorenzo Guerini, presidente del Copasir e già ministro della Difesa, dicendosi preoccupato da quello che ha percepito come un potenziale “arretramento” del Partito Democratico sull’impegno italiano verso il 2%. Per il deputato Dem, le necessità di garantire la sicurezza allo spazio euro-atlantico, minacciato direttamente da una guerra ai confini dell’Europa, e l’esigenza di dimostrare la credibilità del Paese nel contesto internazionale, richiedono un gesto di responsabilità da parte di tutte le forze politiche. “Non capisco perché dovremmo retrocedere da questa linea di cui siamo stati protagonisti”, ha afferma l’ex ministro PD, riconoscendo il fatto che il tema delle spese per la difesa è complesso e comprende diverse prospettive, ma è “importante restare fedeli agli impegni presi e continuare a sostenere una crescita graduale delle spese militari in linea con le capacità finanziarie del Paese”.

Mantenere gli impegni presi

Una posizione su cui si è detta d’accordo anche un altro ex ministro della Difesa Dem, Roberta Pinotti, che in una intervista ad Airpress ha ricordato come “fare parte di un’Alleanza contempla la necessità, per reputazione e serietà, di impegnarsi a mantenere gli impegni che insieme sono stati assunti”. In questo senso, secondo Pinotti, il PD, da sempre convinto assertore dell’importanza delle alleanze internazionali “non dovrebbe deflettere da questa linea di serietà e affidabilità internazionale”. Del resto, il PD steso “diede un significativo contributo” per la costruzione di una “visione condivisa in Parlamento” sul 2%. “Venne immaginata una seria road map che portava a un incremento progressivo fino al 2% entro il 2028, tempistica che fu scelta valutando le effettive capacità di spesa e di crescita del nostro Paese”.

Credibilità nazionale

Come registrato del resto anche dal vicepresidente dell’Istituto affari internazionali (Iai), Michele Nones, sempre ad Airpress, “l’Italia ha sottoscritto, insieme agli altri Paesi, al summit Nato in Galles del 2014 di portare le spese militari due punti percentuali di Pil entro dieci anni (quindi entro il 2024)”, un impegno palese e esplicito assunto al massimo livello governativo. “Ne consegue che l’aderenza a questa previsione chiama in causa la credibilità dei singoli sistemi-Paese” ha aggiunto i professor Nones. Le motivazioni contro l’aumento delle spese militari ci sono sempre e in ogni Paese, ha puntualizzato il vice presidente dello Iai, con una ulteriore difficoltà per l’Italia non poter ricorrere al debito pubblico, già troppo elevato. “Per aumentare le spese militari avremmo necessariamente bisogno di distogliere delle risorse da altri settori, ma questa situazione era ben nota a tutti, e non credo che nessuno abbia potuto nutrire dubbi su questa questione”. Per il professore, dunque, “dobbiamo puntare ad arrivare al 2% entro il 2028, e non si può ricominciare a rimettere in discussione questa scadenza”, l’unica “che consenta di dare stabilità all’Italia senza perdere completamente la credibilità rispetto ai nostri partner e alleati”.

Spese per la Difesa. Per Stoltenberg bene la crescita, ma l’obiettivo è il 2%

Le spese per la Difesa crescono in tutti i Paesi Nato, un aumento che raggiungerà per il 2023 l’8%. Ma molti Stati sono ancora lontani dalla soglia del 2% del Pil da destinare al budget militare. Un buon trend, ma per il segretario generale della Nato, “ancora non ci siamo”. Un allarme che si riverbera nella polemica italiana sul tema delle spese militari

Parte la missione lunare giapponese. Anche Tokyo si rilancia nello spazio

Il Giappone ritorna tra i protagonisti della corsa per l’esplorazione spaziale. La Jaxa ha lanciato con successo il modulo lunare Slim, che si prepara a testare un atterraggio di precisione entro l’inizio del prossimo anno. Ora, nei piani futuri di Tokyo, vi sono ulteriori esplorazioni spaziali con l’India e contributi al programma Artemis della Nasa, promettendo nuove scoperte

Cina, c’è una corrente del Partito comunista contro Xi?

Alcuni vecchi saggi del Partito Comunista Cinese non sarebbero soddisfatti dell’azione politica di Xi Jinping. La notizia esce sulla Nikkei e il solo fatto che vengano a galla certe dinamiche, avvenute durante l’incontro di Beidaihe, è importante

Così l'Intelligenza Artificiale ha scoperto le trame di Mosca nel Sahel

Grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale, un’azienda americana è riuscita a ricostruire i movimenti di personalità legate alla Russia negli Stati protagonisti dell’ultima ondata di golpe militari. Sviluppando un approccio che potrebbe rivelarsi estremamente efficace nel futuro

Transizione e finanza verde, ecco i paletti dell’Africa. La panoramica di Bergamaschi

Espansione delle rinnovabili, strade di sviluppo sostenibile, riforma del sistema finanziario multilaterale. Concluso il primo Africa Climate Summit a guida kenyota, è il momento di assorbirne le conclusioni e implementarle sulla strada verso Cop28 e G7 a guida italiana. Intervista al co-ceo di Ecco, il think tank italiano sul clima

Blinken, Kuleba e lo sharp power chirurgico delle patatine del McDonald’s

Blinken e Kuleba parlano dentro un McDonald’s di Kyiv, dove l’azienda è presente come messaggio di sicurezza e stabilità. Lo sharp power americano colpisce diritto Mosca e il suo nazionalismo con il valore globale delle patatine più famose al mondo

Salvini attacca Gentiloni per erodere consensi a Meloni. Il corsivo di Cangini

Secondo il segretario della Lega, il commissario europeo agli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni danneggerebbe gli interessi dell’Italia. Le elezioni europee si avvicinano e Matteo Salvini sta preparando il terreno. Si tratta di posizioni elettoralmente redditizie, che Giorgia Meloni non può più assumere

Ue-Usa, verso un accordo per tassare l’acciaio (cinese)

Bruxelles e Stati Uniti stanno pianificando nuove tariffe sull’acciaio per lasciarsi alle spalle gli screzi dell’era Trump. Mirando a pratiche non di mercato, sovrapproduzione e standard ambientali, la misura dovrebbe colpire Paesi come la Cina. È parte del mosaico che comprende temi come carbon tax e minerali critici, su cui si lavora per convergere

Perché con l'asse Italia-Polonia-Ucraina vincono tutti

Al meeting “In Defense of Common Values. Why is the War in Ukraine a Historic Moment for Europe” ha preso parte il deputato pordenonese di Fratelli d’Italia, Emanuele Loperfido, in qualità di presidente della Sezione parlamentare bilaterale di amicizia Italia-Polonia. E c’è stato anche un dibattito organizzato da Confindustria Polonia sulle relazioni commerciali italo-polacche

ricerca vaccino innovazione

Biotech, un comparto da record. Il report Enea e Assobiotec

Il report Enea Assobiotec conferma la crescita nel 2022 e condivide una previsione più che rosea per i prossimi cinque anni: a livello globale il settore delle biotecnologie triplicherà il proprio valore. Bene anche il segmento delle start-up innovative

×

Iscriviti alla newsletter