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Attentato per finalità terroristiche ed eversione. E’ l’accusa mossa dai pm torinesi ai no tav per gli ultimi scontri in val di Susa. La procura di Torino questa mattina ha disposto perquisizioni della Digos in abitazioni dei no tav in val Susa e nel capoluogo piemontese.

L’operazione degli inquirenti in ambienti legati ai no tav era in corso già da tempo, ma le perquisizioni e gli avvisi di garanzia nei confronti di antagonisti ed esponenti dell’autonomia torinese, tra cui persone legate al centro sociale Askatasuna, sono avvenuti all’alba di questa mattina e hanno coinvolto oltre alle case dei 12 indagati anche l’osteria La credenza, punto di ritrovo dei No Tav a Bussoleno.

Fino a questo momento nessun No Tav era stato denunciato o arrestato per terrorismo. Ma come riporta il Corriere della Sera adesso per la procura ci sarebbero gli estremi per farlo.

L’accusa si riferisce al 10 luglio scorso quando il cantiere della Tav di Chiomonte fu preso d’assalto da circa trenta individui incappucciati che hanno lanciato pietre, razzi, petardi e molotov contro le reti e le forze dell’ordine. Attacco che la procura definì di “stile paramilitare e particolarmente violento”. Durante il sopralluogo successivo agli scontri eseguito per la messa in sicurezza dell’area erano stati rinvenuti diversi artifizi pirotecnici inesplosi e petardi.

Gli inquirenti sostengono inoltre che negli ultimi mesi vi è stato un cambio di rotta nelle modalità di protesta del movimento No Tav che ha accentuato la violenza con azioni più pericolose.

“Adesso i pm si sono accorti che non ci troviamo di fronte a una semplice protesta. La guerriglia ingaggiata dai No Tav è terrorismo, sia per i modi con cui i manifestanti attaccano i cantieri e le forze dell’ordine sia per le finalità dell’azione eversiva”, si legge sul Giornale.

No Tav, prime accuse di terrorismo

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