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Non è tanto Vox il tema al centro dello stallo in Spagna, ma l’ex presidente Carles Puigdemont che di fatto è l’inciampo che non permette, al momento, un incastro potabile alle due fazioni. Ufficialmente la squadra popolare spagnola è stretta attorno al leader che ha appena vinto le elezioni, anche se non ha ottenuto la maggioranza.

Nei fatti, però, si ragiona sull’opportunità di arrivare alle eventuali seconde urne con un front-man (o women) diverso da Alberto Núñez Feijóo, le cui posizioni non sempre collimano sia con la base elettorale popolare, che non capirebbe un esecutivo di larghe intese con il Psoe, sia con le anime dirigenti del partito che potrebbero preferirgli la 44enne giornalista Isabel Natividad Díaz Ayuso.

Muro popolare?

“Visto il piano di Sánchez e Zapatero, Madrid sarà all’altezza del compito. Insieme al Senato, al Ccaa, alle deputazioni e ai consigli comunali governati dal Pp, impediremo a chi odia la Spagna di calpestare i diritti di tutti”. Più che un monito un vero e proprio proclama anti larghe intese quello che Ayuso ha diffuso ieri.

Il portavoce del partito popolare, Cuca Gamarra, ha dichiarato al Congresso dei Deputati che l’astensione di Junts per facilitare una possibile investitura di Sánchez significherebbe che “la capitale della Spagna non sarà più sarebbe Madrid, se non Waterloo”, alludendo al luogo in cui l’ex presidente Carles Puigdemont è relegato, con un passaggio netto su cosa significhi consegnare agli indipendentisti la possibilità di “governare” la Spagna. Un siffatto governo di coalizione, pur nelle possibilità, nascerebbe con questo grande vulnus.

La prospettiva di Ayuso

“Sánchez ci ha mentito di nuovo, manovra mentre gli spagnoli sono in vacanza – è la tesi di Ayuso. – Quando torneranno troveranno un piano in corso con un prezzo che non possiamo pagare”. A far cambiare pelle al fronte popolare in queste ore sembra ci sia stata la troppa determinazione con cui Feijoo abbia voluto coinvolgere soggetti diversi da Vox, al solo fine (che qualcuno definisce egoistico) di arrivare al governo.

Semplicemente, è il ragionamento che fanno i popolari, non sarebbe commestibile per l’elettorato allearsi con Sanchez proprio ora che ne sono emerse le contraddizioni politiche sfociate in quel risultato regionale che è stato molla decisiva per andare ad elezioni anticipate. Come se qualcuno, tra i più saggi del Pp, abbia deciso di sfruttare comunque la seppur risicata vittoria di Feijoo per cambiare tattica e provare a costruire, sin da oggi, una seconda proposta elettorale (possibilmente più vincente). E qui entra in scena Ayuso.

Presidenza della Camera popolare

Come potrebbe Ayuso riuscire lì dove Feijoo si è fermato a un metro dal traguardo? Intanto dinanzi agli occhi degli elettori non ha mai ipotizzato un dialogo con Sanchez, come invece sta facendo Feijoo, discriminante precisa in un tessuto sociale poco avvezzo alla contaminazione. In secondo luogo è giovane, è donna e riesce a mettere in pratica un’empatia diversa, più ramificata anche verso fasce sociali complesse e difficilmente raggiungibili da Feijoo.

Inoltre potrebbe farsi regista di una mossa che, nelle previsioni popolari, dovrebbe essere risolutiva per l’architrave parlamentare futura: ovvero capitalizzare il risultato elettorale di domenica scorsa, che ha reso il Pp prima forza politica e gruppo parlamentare di maggioranza nel prossimo Congresso dei Deputati che si costituirà il 17 agosto, tramite la candidatura di un esponente del Pp alla presidenza della camera. Quello sarebbe un passo significativo, che proseguirebbe poi con il dialogo in chiave conservatrice: Pp e Vox stanno già negoziando un accordo governativo in Aragona. Il vertice tra Jorge Azcón, leader popolare nella regione, e Alejandro Nolasco, suo omologo di Vox, è indicativo sulle strategie da pianificare ed eseguire, con all’orizzonte un patto di coalizione che si allarga da Murcia e Aragona al governo centrale.

Il caso Puigdemont

A sottolineare ulteriormente tutti i rischi di un coinvolgimento negli equilibri politici ispanici di Puigdemont, ecco un rapporto della Commissione europea che rivela il rischio che Puigdemont rappresentava per la sicurezza europea. Secondo il Centro comune di ricerca la Russia ha utilizzato la sua figura per indebolire lo stato spagnolo e la stessa Ue: “Una profonda e duratura instabilità interna in Spagna influenzerebbe tutti i Paesi occidentali”, osserva. Inoltre Puigdemont avrebbe incontrato un presunto emissario di Putin il giorno prima della dichiarazione di indipendenza.

@FDepalo

Feijoo sfoglia la margherita spagnola. I popolari troveranno Ayuso?

È giovane, è donna e riesce a mettere in pratica un’empatia diversa, più ramificata anche verso fasce sociali complesse. La chiave di volta? Farsi regista di una mossa che, nelle previsioni popolari, dovrebbe essere risolutiva per l’architrave parlamentare futura: ovvero capitalizzare il risultato elettorale di domenica scorsa tramite la candidatura di un esponente del Pp alla presidenza della camera

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