Skip to main content

Mi sono chiesto più volte e sempre più frequentemente se ci sia una particolare gerarchia dei c.d. civili, coinvolti in azioni di guerra. E per quale motivo i civili palestinesi della Striscia di Gaza occupano di gran lunga il primo posto.

La popolazione civile finisce per essere – nelle guerre moderne – la vera vittima dei conflitti, anche se gli armamenti in una certa misura sono in grado di colpire obiettivi mirati. Nella Seconda guerra mondiale i bombardamenti erano rivolti proprio alla popolazione civile per fiaccare il morale di un Paese nemico. La Germania cominciò a perdere la guerra quando la sua aviazione non fu più in grado di difendere il territorio, gli obiettivi militari e le città. Dresda non era un obiettivo militare, ma subì pochi mesi prima della fine del conflitto e la resa della Germania un bombardamento spietato di cui non si è mai saputo con precisione il numero delle vittime (anche perché in quella città erano confluiti migliaia di profughi provenienti da altre località più esposte ai bombardamenti). Ma il numero dei morti in quel bombardamento tradizionale non fu minore – a parte le conseguenze delle radiazioni – di quello atomico su Hiroshima e Nagasaki.

Gli orrori della Seconda Guerra mondiale hanno indotto le autorità internazionali a stabilire regole che, in caso di conflitto, prevedono un particolare riguardo per la popolazione civile. Eppure le sofferenze dei civili finiscono per essere inevitabili, soprattutto quando nella Striscia di Gaza i morti favoriscono gli obiettivi di Hamas. Questa organizzazione terroristica, dopo l’azione del 7 ottobre, non poteva non aspettarsi la reazione israeliana. Anzi era consapevole che Israele, invadendo la Striscia si sarebbe infilato nel cul de sac dell’isolamento internazionale anche da parte dei suoi stessi alleati, perché le democrazie hanno un’opinione pubblica a cui rispondere dei loro atti. Per di più Israele non può essere insensibile al ricatto delle persone prese in ostaggio, i cui famigliari ed amici sono oggettivamente un handicap per l’azione militare.

È sempre antipatico ed un po’ cinico fare dei confronti sul numero dei morti nei vari conflitti sparsi sulla terra e in quel teatro. Ma io vorrei capire perché le vittime civili ucraine non suscitano lo sdegno e le proteste che si sono diffuse in Europa e negli Usa in solidarietà acritica verso i palestinesi. Anche in Italia il governo – sia pure con qualche ritardo – è riuscito ad evitare che la Giornata della memoria si trasformasse in un’occasione di lotta pretestuosamente contro Israele e per i più raffinati contestatori contro il sionismo, quando è ormai chiaro –purtroppo – che il motore vero delle manifestazioni è l’antisemitismo, fino al punto che gli ebrei in Italia come in Europa temono per la loro incolumità e, nei fatti, è stato impedito loro di celebrare pubblicamente la Shoah.

Non si dimentichi mai che in Ucraina quando si scoprirono i massacri di Bucha, in Italia, ci furono personaggi invitati in tutti i talk show televisivi che si sforzavano di dimostrare che in realtà quella strage poteva essere una montatura orchestrata per mettere in difficoltà l’esercito russo. Non c’è differenza tra le devastazioni di tante città ucraine e quelle di Gaza. Andando indietro di qualche anno non risulta che qualcuno si sia mobilitato quando centinaia di migliaia di siriani cercavano scampo dalla guerra chimica scatenata dal dittatore Hassad spalleggiato dalla Russia. Nessun movimento Me Too si prende la briga di solidarizzare con le donne iraniane giustiziate sommariamente o delle donne afghane riportate ad un regime di patriarcato “reale’’ che le priva di ogni diritto.

Quali motivi hanno indotto tanti nostri concittadini e tante donne a rimuovere gli orrori del 7 ottobre? Nessuno trova nulla di strano nella città sotterranea costruita sotto Gaza di cui abbiamo visto le immagini? Come si fa a sostenere che quella popolazione è innocente, quando era chiaro che Hamas adoperava i fondi della solidarietà internazionale per il sostegno e lo sviluppo, al solo scopo di combattere Israele? Non sono i palestinesi che subiscono un genocidio, è Israele che combatte per la sua esistenza, quando in giro per il mondo circola lo slogan ‘’Palestina libera dal fiume al mare’’.

Da dove nasce questo amore per i palestinesi, che è la popolazione più assistita al mondo? Oggi abbiamo scoperto che l’Agenzia dell’Onu Unrwa riceve aiuti dai più importanti Paesi compresa l’Italia, che nella Striscia ha più di 12 mila dipendenti impegnati nell’assistenza a quella popolazione (alcuni sono stati licenziati quando si è scoperto che avevano collaborato al massacro del 7 ottobre). Mi sono dato una risposta: l’amore viscerale per i palestinesi è solo l’altra faccia della medaglia dell’odio atavico per gli ebrei che, dal 7 ottobre ad oggi, è venuto allo scoperto senza più infingimenti. Ma è così difficile pretendere da quanti manifesteranno oggi che, insieme a quella del cessate il fuoco, venga aggiunta la richiesta di liberare gli ostaggi senza condizioni? Saranno o no altrettanto innocenti dei civili palestinesi? Netanyahu sbaglia? Ma è contestato prima di tutto in patria dai suoi concittadini che sono liberi di farlo perché Israele è una democrazia. Chi lo critica – lo ha fatto anche Sergio Mattarella – perché non crede più alla dottrina dei “due popoli, due Stati’’ (rifiutata anche da Hamas), dovrebbe leggere un breve saggio di un eminente storico slavista francese, Nicolas Werth (Putin historien en chef). Vi sono raccolti i testi di scritti e discorsi di Vladimir Putin dove emerge quale destino riserverebbe ai civili ucraini in caso di vittoria: “I nazisti che hanno preso le armi devono essere distrutti il più possibile sul campo di battaglia (…) I criminali di guerra e i nazisti attivi devono essere puniti in modo sommario ed esemplare. È necessario procedere a una liquidazione totale. Tutte le organizzazioni che si sono legate alla pratica del nazismo devono essere eliminate e messe al bando’’. Poi ecco la teorizzazione del (vero) genocidio per punire una sorta di peccato originale: quello di essere ucraini. “Tuttavia, oltre ai vertici, è colpevole anche una parte significativa della massa di persone che sono nazisti passivi, collaboratori del nazismo. Hanno sostenuto e assecondato il governo nazista’’. Putin si riferisce ai civili. E quanti sono i civili massacrati in Ucraina? Ma evidentemente sono “meno uguali’’ dei palestinesi della Striscia.

L'amore per i palestinesi è solo l'altra faccia dell'antisemismo. L'intervento di Cazzola

È sempre antipatico ed un po’ cinico fare dei confronti sul numero dei morti nei vari conflitti sparsi sulla terra e in quel teatro. Ma io vorrei capire perché le vittime civili ucraine non suscitano lo sdegno e le proteste che si sono diffuse in Europa e negli Usa in solidarietà acritica verso i palestinesi. L’opinione di Giuliano Cazzola

L'autonomia differenziata e l'egemonia culturale leghista. Scrive Sisci

Col passaggio in Senato della riforma sulla autonomia differenziata delle regioni la Lega prova di avere l’egemonia culturale dell’esecutivo. Infatti nulla di più diverso di questa autonomia che tendenzialmente spacca l’Italia dovrebbe essere nel programma “nazionalista” di FdI. Se Meloni non vuole essere stritolata dal soft power di Matteo Salvini deve muoversi al centro e creare nuova cultura moderata e nazionale. L’opinione di Francesco Sisci

Solidarietà familiare contro la cultura dello scarto. Il commento di Menorello sul ddl anziani

La sussidiarietà è fondamentale anche per una reale alternativa alla cultura dello scarto, dove la vita dei più fragili è considerata di serie B, quindi non meritevole di supporto e assistenza. Noi invece riteniamo che il decreto per gli anziani discusso in Cdm rappresenti la plastica raffigurazione dei valori che si tramutano in politiche concrete. L’intervento del portavoce del network “Sui tetti”, Domenico Menorello, dopo il provvedimento in Cdm

Ecco come sarà il 2024 in Ucraina secondo gli Usa

L’assistente segretario di Stato americano ospite del German Marshall Fund assicura: “Aiuteremo Kyiv a vincere” ma sarà un anno “lungo”. Il rifiermento è alle elezioni presidenziali e all’incognita Trump: “La Russia vorrà continuare la sua guerra fino a quando non vedrà i risultati”

Vertice e Piano Mattei. La rotta italiana in Africa spiegata da Menia (FdI)

“L’Italia ha il dovere di provare a offrire un contributo d’insieme, sfruttando le proprie caratteristiche migliori: il sostegno umanitario nella guerra in Medio Oriente, l’ulteriore invio di armi in Ucraina, la presenza di mezzi navali nel mar Rosso, la nostra capacità diplomatica di essere pivot nel costone balcanico. Anche l’Europa lo ha compreso, seppur in ritardo, che è stato un errore macroscopico aver lasciato campo libero a big player, come Cina e Russia in Africa. È il momento di agire, con progettazione, visione e lungimiranza”.  Conversazione con il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia, vice presidente della commissione Difesa/Esteri

Così la Georgia ha scelto la Via della Seta. Parla l’ex ministra Khidasheli

Presidente di Civid Idea, nei giorni scorsi è finita nel mirino del partito al governo per aver denunciato gli scarsi risultati economici dell’avvicinamento a Pechino. “Per screditare tutto ciò che facciamo ci etichettano come lobbisti”, dice a Formiche.net. L’auspicio? Il ritorno al potere di una coalizione, per accelerare i percorsi verso Ue e Nato

Per salvare Kyiv serve una nuova politica militare (industriale) dell’Ue

Riformare l’industria della difesa europea per poter sopperire le necessità militari dell’Ucraina. Per Gustav Gressel, senior policy fellow dell’Ecfr, è inoltre “importante l’addestramento degli ufficiali, degli ufficiali di stato maggiore e quello tattico a livello di battaglione e oltre”

Summit Italia-Africa, un cambio di paradigma? Scrive Martini (Ecco)

Di Lorena Stella Martini

Con la presidenza del G7, nel 2024 l’Italia ha lo spazio politico a livello internazionale per portare avanti un cambio di passo che contribuisca davvero a sbloccare le potenzialità del continente. L’analisi di Lorena Stella Martini, policy advisor di politica estera del think tank Ecco

Il mondo si sta preparando al ritorno di Trump? La risposta di Graham Allison

Non è certo che l’ex presidente venga rieletto, ma vi è una possibilità concreta. In un articolo pubblicato su Foreign Affairs, l’accademico americano spiega in termini non propriamente “canonici” come il resto del mondo si sta adattando a questa evenienza

Meloni sgombra il campo sul nazifascismo. Ora spazio alla politica

Giorgia Meloni nel suo messaggio per la Giornata della memoria, ribadendo la malvagità del disegno criminale nazifascista e la vergogna delle leggi razziali, toglie il macro tema del passato dal tavolo. Ma adesso starà alle opposizioni intervenire nel merito delle sue politiche e non più su un trascorso che era già stato superato dalla svolta di Fiuggi

×

Iscriviti alla newsletter