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La controffensiva ucraina prosegue nel settore meridionale. Durante il fine settimana le forze armate di Kyiv hanno proseguito le azioni offensive nell’oblast di Zaporizhia, riportando alcuni successi locali e guadagnando piccole porzioni di terreno. Ma questi piccoli successi sembrano ancora ben lungi dal trasformarsi in una vittoria risolutiva. Tuttavia, malgrado la diffusione di alcune immagini (dove si può notare l’impiego dei mezzi di manifattura occidentale considerati tanto preziosi dagli Ucraini), la stretta sulle informazioni relative alla controffensiva impedisce di avere una visione chiara di quanto sta effettivamente accadendo lungo il fronte.

“Fino ad ora, non avevamo visto alcuna prova di un attacco a livello di battaglione, tantomeno a livello di brigata. Se gli ucraini stanno effettivamente impegnando battaglioni o addirittura brigate al completo, come riferito, ciò segnerebbe chiaramente l’inizio di una nuova fase della controffensiva ucraina”, afferma in un’intervista alla Cnn l’esperto dell’Institute for the Study of War George Barros.

Nuova fase che però non sembra ancora portare i risultati sperati. I progressi riportati negli ultimi giorni non hanno portato a una rottura delle linee difensive russe strutturate in profondità (con picchi di 20 km in alcuni settori specifici del fronte); inoltre, il teatro dei combattimenti si sta avvicinando sempre di più alla località di Tokmak, uno dei centri di giunzione del sistema di fortificazioni di Mosca dove le forze armate russe hanno costruito una diga artificiale: se fatta saltare, le operazioni militari nell’area sarebbero soggette a un ulteriore rallentamento.

Oltre al livello di fortificazione e di complessità organizzativa delle linee russe ci sono altri motivi che giustificano tali difficoltà. Uno di questi, sottolinea Barros, è la mancanza di superiorità aerea: le scarse capacità di portare avanti operazioni combined arms da parte delle truppe ucraine permettono agli elicotteri e ai bombardieri dell’aviazione russa di sfruttare le falle nel sistema di difesa integrato, logorando le truppe ucraine. In un contesto simile, portare avanti un’offensiva meccanizzata di ampio respiro risulterebbe estremamente difficile, se non addirittura controproducente.

Alle parole dell’esponente dell’Isw fanno eco quelle dell’analista militare Franz-Stefan Gady, che ha avuto modo di recarsi al fronte e di confrontarsi con svariati esponenti dell’esercito ucraino, dagli ufficiali con i gradi più alti ai soldati che vivono la prima linea. Così come Barros, anche Gady individua le cause degli scarsi progressi delle forze armate di Kiev più nella dimensione organizzativa che in quella materiale.

“Le operazioni militari vengono svolte in modo più sequenziale che sincronizzato. L’Ucraina dovrà sincronizzare l’impiego delle tattiche attuali, senza le quali l’equipaggiamento occidentale non si rivelerà decisivo nel lungo periodo. Questo processo è già in corso, anche se a ritmi molto lenti. L’obiettivo è abbandonare tattiche scadenti, mancanza di coordinamento tra le unità, lungaggini burocratiche, vecchie logiche di pensiero risalenti all’epoca sovietica, e così via”, sono le parole di Gady.

Queste carenze organizzative permettono alle truppe russe di fermare l’impeto offensivo ucraino, e alle volte addirittura di rioccupare posizioni appena abbandonate. Senza un cambio di paradigma sarà difficile realizzare una penetrazione delle linee russe, che rappresenterebbe il vero punto di svolta militare in questa fase del conflitto.

In una situazione generale non troppo rincuorante, rimangono comunque opportunità da sfruttare. Come denota Barros, mentre in alcuni settori le linee difensive sono estremamente solide e strutturate, in altri le condizioni del terreno fanno sì che i vari livelli risultino tra loro indipendenti, facilitandone l’occupazione da parte delle truppe di Kyiv. Inoltre, il morale dei soldati ucraini rimane alto, mentre quello dei soldati russi risulta degradato dai periodi prolungati di esposizione al combattimento, senza opportunità di rotazione, così come dagli eventi interni.

Ma al momento risulta difficile pensare al verificarsi di eventi così rilevanti da provocare fulminee trasformazioni lungo la linea del fronte. Con molta probabilità, le operazioni proseguiranno secondo una logica di attrito, con un forte focus sul piano locale. Contemporaneamente, non è da escludere che sul piano diplomatico si comincerà a tastare il terreno per un possibile negoziato. E delle avvisaglie in questo senso sono già visibili.

Perché la controffensiva ucraina procede a rilento

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