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Quirinale, partiti, governo che verrà. Ecco i temi dell’ultimo sondaggio Lorien. Entriamo nei dettagli.

Resta alto il gradimento nei confronti di Giorgio Napolitano, che i cittadini ringraziano soprattutto per i suoi primi sette anni al Quirinale.
Se invece si parla del suo secondo mandato il discorso cambia radicalmente: gli italiani avrebbero preferito un cambio di rotta, magari con un presidente come come Stefano Rodotà.
È questo il dato che emerge dall’Osservatorio politico di Lorien del 22 aprile.

LA FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI
Per quanto riguarda il sentiment istituzionale, la figura più apprezzata dagli italiani rimane saldamente quella del presidente della Repubblica, amata dal 69,9% degli interrogati, in aumento rispetto al mese di marzo.
Seguono l’Unione europea (54,5%) e la Magistratura (55,4%). Più in basso il Comune (51,1%) e la Regione (43,7%).

IL GIUDIZIO SU NAPOLITANO
L’83% degli italiani giudica positivamente l’operato di Napolitano nei 7 anni di incarico passati. Le qualità più apprezzate sono le sue doti di garanzia (per il 16% degli interrogati), istituzionalità (15%), saggezza e moderazione (12%).

L’ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE
Il nuovo impegno da capo dello Stato di Napolitano è visto di buon occhio dal 62% degli intervistati, con una percentuale variabile a seconda dei partiti di appartenenza: 85% per gli elettori di Scelta civica, 79% Pdl, 77% Pd, 75% Lega nord, 52% Sel e 33% M5s.
Quando invece si chiede chi avrebbero preferito come nuovo presidente della Repubblica, gli italiani si spaccano: in cima alle preferenze c’è il giurista Stefano Rodotà (22%), poi Napolitano (15%), Emma Bonino (13%), Annamaria Cancellieri (11%) e Romano Prodi (8%). Solo l’1% ha dichiarato di gradire uno dei papabili nelle primissime votazioni, Franco Marini.

GOVERNO O URNE?
Gli italiani sembrano concordi nel definire quello che la politica italiana dovrebbe fare nei prossimi mesi. Il 52% degli elettori pensano che si debba tornare al voto solo dopo aver cambiato la legge elettorale. Solo il 9% vuole un nuovo governo tecnico, mentre ancora meno, l’8%, desidera un governo di unità nazionale. Identica la percentuale di chi vorrebbe un governo di alleanza tra centrosinistra e M5s.

LA SCONFITTA DEI PARTITI
Nonostante il gradimento per la figura di Napolitano, il 40% degli italiani interpreta la sua elezione come un fallimento della classe politica.
Solo il 28% crede che si tratti di una garanzia per la stabilità dell’Italia e ancora meno, il 28%, crede che sia il preludio a un accordo per un governo di larghe intese tra Pd e Pdl. Su tutto pesa il dato anagrafico: per il 64% degli intervistati, Napolitano, 88 anni, è troppo anziano per svolgere un incarico così delicato.

IL FALLIMENTO DEL PD
Se si esamina il giudizio sull’operato dei singoli partiti, il più deludente è quello assegnato al Partito Democratico. Solo l’11% degli italiani giudica buono il suo comportamento nell’elezione del nuovo capo dello Stato, percentuale che cresce solo al 26% se a parlare sono gli elettori democratici. Esemplare anche il dato riguardante il segretario Pd: il 72% % degli italiani giudica positivamente le dimissioni di Pierluigi Bersani, cifra che rimane pressoché invariata, 70%, se a essere interpellati sono gli elettori del Pd.

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