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Grillo non disdegna troppo l’arrivo di Hutchison Wampoa nella proprietà di Telecom Italia. Una posizione più liberale rispetto alle prime reazioni di Pdl e Pd, annunciate rispettivamente dal Maurizio Gasparri e Paolo Gentiloni.

Alex Curti, referente lombardo per l’Agenda Digitale del Movimento 5 Stelle commenta al Corriere delle Comunicazioni la possibile fusione tra Telecom e 3 Italia: “Se i cinesi hanno, come immagino, un piano industriale sostenibile che parli di sviluppo e valorizzazione degli asset di Telecom Italia e del territorio (inteso come competenze ed esigenze), io dico ben vengano i cinesi”.

L’esponente del Movimento 5 Stelle ricorda come su Telecom per tanto tempo “invece di impostare un innovativo piano industriale e strategico si è preferito, complice la politica, lavorare sul piano finanziario”. Lavorando in questa direzione, forse, aggiunge Curti, “non si sarebbero vendute buona parte delle centrali a una banca d’affari e Tronchetti Provera non avrebbe dilapidato il patrimonio immobiliare”.

Tante le occasioni perse negli ultimi 20 anni secondo il referente per l’Agenda digitale a 5 Stelle: “Nell’ultimo ventennio si sarebbe potuto lavorare per la realizzazione di un’infrastruttura performante in fibra ottica, si sarebbe potuto lavorare insieme agli altri operatori per condividere gli investimenti di dorsale, di accesso e addirittura al cabinet. Soluzione, questa, messa in evidenza anche dal commissario Agcom, Maurizio Decina”, oppure ancora “si sarebbe potuto strutturare una vera proposta di servizi base ed evoluti e non si sarebbe ricorso in maniera spinta all’esternalizzazione”, afferma Curti al Corriere delle Comunicazioni.

 

 

Telecom ai cinesi, Grillo dice sì?

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