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Le spinte sono opposte. L’amministrazione Obama è impegnata per il controllo delle armi. Dall’altro lato la lobby degli armamenti della National Rifle Association (Nra) conosce un aumento dei finanziamenti, al massimo da oltre un decennio.

Gli ultimi dati della Commissione elettorale federale dicono che il gruppo ha raccolto 1,6 milioni di dollari nel mese di febbraio.

A gennaio erano stati 1,1 milioni. Per trovare risultati paragonabili occorre tornare all’ottobre di tredici anni fa, quando in piena campagna elettorale l’organizzazione raccolse 1,7 milioni di dollari.

Numeri che vanno letti ricordando la strage di dicembre a Newtown, quando il ventenne Adam Lanza uccise 26 persone, di cui 20 bambini. La soluzione della più potente lobby delle armi statunitense contro episodi di violenza fu l’equazione più armi uguale più sicurezza. Alla base delle proprie posizioni c’è un diritto sancito dalla costituzione a portare armi, rimarcato anche dal governo nelle trattative durante la conferenza Onu per arrivare a un trattato internazionale sul commercio delle armi.

Per fare un raffronto con gli anni precedenti, nel biennio 2011-2012 il totale dei fonti raccolti arrivò a 14,3 milioni di dollari, ossia una media di 600mila dollari al mese.

La Nra, ricorda il sito Politico, ha inoltre aumento la pressione sui candidati. I documenti riportano contributi per 30,500 dollari per candidati federali e comitati politici; 1.000 dollari per deputato repubblicano della Virginia, Bob Goodlatte e 2.500 dollari al repubblicano John Boehner, presidente del Senanto.

Ed è proprio al Senato che, complici anche i democratici, dalla proposta di legge per il controllo delle armi è saltato il bando per i fucili d’assalto, ossia quelli usanti nelle ultime stragi. Il divieto potrebbe tornare con un emendamento, ma anche tra i democratici che hanno la maggioranza nell’Aula, la proposta non è maggioritaria.

Quanto incassa la lobby delle armi Usa

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