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Cinquanta navi di diverse dimensioni, più di venticinque velivoli e circa 9.000 soldati provenienti da diciassette Paesi. Sono questi i numeri dell’edizione 2025 di Baltops, l’annuale esercitazione militare che la Nato svolge dal 1971 nelle acque del Mar Baltico, durante la quale saranno simulate una serie di manovre, tra cui esercizi di tiro, operazioni anfibie, difesa aerea, guerra antisommergibile, utilizzo di sistemi unmanned, bonifica di mine, distruzione di ordigni esplosivi e operazioni di immersione e soccorso. Nonostante l’avvio ufficiale delle operazioni sia stato fissato per il 3 giugno, le manovre effettive inizieranno solamente due giorni dopo, e proseguiranno ininterrotte per due settimane. Pur essendo in linea di principio molto simile alle precedenti edizioni, Baltops 2025 sarà un’esercitazione molto particolare, poiché avverrà specularmente ad un’altra esercitazione militare.

Il 27 maggio, infatti, l’agenzia statale russa Interfax ha diffuso la notizia dell’avvio di un’esercitazione nel Baltico che vede la partecipazione non solo della Flotta del Baltico, ma anche di unità afferenti alla Flotta del Nord, alle Forze Aerospaziali e a formazioni terrestri sotto il controllo dei distretti militari di Mosca e San Pietroburgo, per un totale di più di venti navi da guerra (corvette, fregate, unità specializzate in anti-submarine warfare e sminatori), venticinque tra velivoli ad ala fissa e ad ala rotante, e più di tremila uomini in divisa. Non essendo stata comunicata la durata di quest’esercitazione, è altamente probabile che si terrà (almeno in parte) durante la stessa finestra temporale in cui si svolgerà Baltops.

Mosca tende a svolgere esercitazioni simili ogni anno, esercitazioni che però di solito hanno luogo tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Il fatto che siano state anticipate non sembra essere dunque casuale, e anzi pare volere essere un segnale.

Le interpretazioni degli analisti sono divergenti. Moritz Brake, senior fellow at the Center for Advanced Security, Strategic and Integration Studies (Cassis) dell’Università di Bonn, sottolinea il rischio di incidenti nella conduzione di manovre simultanee tra Russia e Nato, affermando che “i russi sono molto aggressivi. Ciò che accade nel Mar Baltico comporta sempre il rischio di degenerare in uno scontro più serio”. Brake ha poi specificato che, pur considerando improbabile un volontario e diretto attacco russo alla flotta Nato durante le esercitazioni, provocazioni come il blocco delle navi dell’Alleanza o il sorvolo di aerei russi, volte a testare la reattività della Nato, sono possibili.

Di diverso tenore la visione di Johannes Peters, direttore del Centro per la Strategia e la Sicurezza Marittima presso l’Istituto per la Politica di Sicurezza dell’Università di Kiel, secondo cui la Russia “sfrutterà le esercitazioni per effettuare ricognizioni e spionaggio sulla parte avversaria […]La Russia sta inviando le proprie unità nella regione a tale scopo, il che, tuttavia, è legittimo”. L’esperto tedesco sottolinea anche come dietro a quest’esercitazione ci sia una logica di show the flag da parte della Marina russa.

Quest’ultima lettura risulta coerente con l’accumularsi di tensioni nel bacino del Mar Baltico tra i mesi di maggio ed aprile. Poco prima di Pasqua le autorità estoni hanno ordinato il trattenimento della petroliera “Kinwala”, sospettata di essere parte della “flotta ombra” con cui Mosca contrabbanda il petrolio aggirando le sanzioni imposte dai Paesi occidentali; un mese dopo si è verificato un episodio simile quando la Marina estone ha tentato di intercettare la “Jaguar”, altra petroliera considerata parte della shadow fleet. Poche ore dopo, in quello che ha tutte le sembianze di un atto di ritorsione, Mosca ha trattenuto la petroliera greca “Green Admire” dopo che questa aveva lasciato il porto estone di Sillamae per dirigersi verso i Paesi Bassi. Inoltre, nei giorni successivi Mosca ha cominciato ad inviare unità militari navali per scortare le petroliere che transitano attraverso il Baltico, e in particolare nel golfo di Finlandia. Dato questo contesto, la decisione russa di anticipare le manovre assume tutto un altro valore.

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