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E’ guerra tra gli Stati Uniti e Standard & Poor’s. Il presidente Barack Obama ha deciso infatti di fare causa all’agenzia di rating, chiedendo un risarcimento di circa 5 miliardi di dollari. L’accusa sarebbe quella di aver sopravvalutato alcuni titoli immobiliari nel 2008, contribuendo in maniera determinante a scatenare la crisi dei mutui subprime.

“Questa notizia è molto importante ed è un fatto storico”, commenta l’economista Jean Paul Fitoussi con Formiche.net: “Adesso le agenzie di rating dovranno essere più caute nel fare le loro valutazioni”.

Il professore però non si dice troppo sorpreso dalla notizia, perché il presidente Obama “aveva detto già tre anni fa che queste agenzie non avevano fatto il loro mestiere visto che avevano assegnato una netta tripla A ad alcuni titoli che non sapevano valutare, mettendo nei guai investitori, anche istituzionali, e risparmiatori. Bastava dire che non erano in grado di valutare o che questi titoli valevano zero”.

Standard & Poor’s – fa notare Fitoussi – si difenderà facendo appello al “secondo emendamento della Costituzione americana, che garantisce la libertà di opinione. Dirà che non sono responsabili e che hanno solamente espresso un parere. Un tempo – ricorda Fitoussi – proprio io avevo proposto di cambiare il loro statuto in ‘uditore”, in modo da esser responsabili in caso di errori. Così invece non sono responsabili”.

Certo, “non si può dire come finirà il processo – prosegue il professore –, come giudicherà la Corte, ma il fatto che il presidente Obama abbia deciso di fare causa è un segnale positivo. Perché o Standard & Poor’s sarà costretta a pagare o subirà comunque un cambio dello statuto. In ogni caso, le agenzie di rating andranno a perdere e cambierà tutto”.

 

Fitoussi spiega causa ed effetti della sfida di Obama a S&P's

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