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Il 6 agosto 1978 muore SS Paolo VI; l’8 agosto 1959 ci lascia don Luigi Sturzo; il 19 agosto 1954 muore Alcide De Gasperi. Non è l’elenco di coloro che sono ritornati alla Casa del Padre, dopo aver fatto tanto bene all’umanità. È il tentativo di sintetizzare il pensiero dei tre fondamentali protagonisti del cattolicesimo politico.

In questo mese di caldo e di vacanze esso non dimentica e riflette sul lascito culturale, politico, religioso di questi illuminati esponenti della vita nazionale e internazionale. La loro grande opera fu preziosa per far nascere e crescere la democrazia in Italia e proteggerla dalle aggressioni comuniste, fasciste e qualunquiste, nn solo, ma anche per costruire un solido sistema di libertà.

Il 19 agosto, dopo aver pregato per l’anima buona di Sturzo e di Paolo VI, ricorderemo l’anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi, vero grande statista dell’Italia repubblicana. Un esempio per i governanti di oggi e di domani, che seppe con la sua visione culturale, politica, religiosa porre al primo posto l’impegno per il bene comune: guardare alla politica come alla più alta forma di carità, come in seguito ci avrebbe insegnato Papa Paolo VI.

La figura dello statista trentino è una pietra miliare nella storia del cattolicesimo politico.
Alcide De Gasperi il 19 agosto 1954, 69 anni orsono, completava tra le sue montagne il suo viaggio terreno. È ritenuto nella nostra Italia repubblicana vero e unico statista. Egli, incontratosi alla fine della prima guerra mondiale, con altri amici politici cattolici, tra cui lo stesso Sturzo, fu artefice della costruzione del Partito Popolare Italiano, primo partito di cattolici in Italia. Fu protagonista con i suoi amici “popolari” della difficile battaglia contro i seguaci di Mussolini, al governo dalla fine del 1922. Il delitto Matteotti(10 giugno 1924) mise in crisi l’ordine democratico e istituzionale. Il PPI e gli altri partiti furono messi fuori legge, i loro dirigenti perseguitati, molti scelsero la via dell’esilio.

De Gasperi riparò in Vaticano e vi rimase fino al luglio 1943. Sconfitto il fascismo, abbandonò l’esilio e si dedicò alla ricostruzione del “popolarismo”, disegno politico offuscato dalla violenza fascista, dopo il delitto Matteotti, e fondando nel 1943 la Democrazia Cristiana. Ancora oggi in campo internazionale è considerato eminente statista cattolico. La sua spiccata moralità, le sue elevate doti spirituali, culturali sono sempre vive tra coloro che seguono il suo pensiero: la fede nella libertà e nella giustizia sociale in particolare, l’amore per la democrazia, come metodo per la partecipazione dei cittadini alla vita dello Stato.

De Gasperi, cristiano che intese la politica come servizio verso il prossimo, e così l’interpretò sempre. Due volte gli toccò ĺa sofferenza e l’umiliazione del carcere: in giovane età in Austria e nel 1928 ad opera dei fascisti. L’esponente democristiano seppe affrontare queste terribili esperienze con animo sereno, con dignità. Tali dolorosi eventi rafforzarono la sua fede nella libertà e nella democrazia. Riavviò i contatti, ancora nella clandestinità, coi vecchi amici, guardando soprattutto al coinvolgimento di quei giovani che non avevano conosciuto l’esperienza del PPI. Mise insieme le due generazioni per dar vita a un nuovo partito di cattolici, pur sacrificando qualche pezzo di storia del vecchio “popolarismo”. L’obiettivo era quello di unificare i cattolici nell’impegno politico.

Il 15 giugno 1944, nella prima corrispondenza avuta con don Sturzo, ancora in esilio negli Usa, così raccontava i suoi sforzi: “Tutto oggi è ancora in flusso, perfino il titolo del partito, e son ben lieto che tu approvi l’epiteto D.C. ch’io ho provvisoriamente scelto per venire incontro ai giovani che non vivevano le battaglie popolari, e per ottenere così la fusione delle due generazioni(…) Ed in verità nel periodo cospiratorio ho dovuto esercitare una dittatura morale che la bontà degli amici mi ha riconosciuto.” Bisognava mantenere l’Italia nella sua collocazione naturale del mondo occidentale; contrastare il marxismo ateo della sinistra social-comunista; iniziare con rapidità la ricostruzione del Paese dopo la fine del tragico conflitto. La DC sostenne l’opera del suo leader e conquistò la maggioranza assoluta nelle prime libere elezioni repubblicane del 1948. La cui vittoria consentì a De Gasperi di avviare il processo della Unità Europea con Adenauer e Schuman e a scegliere l’atlantismo in opposizione al “patto di Varsavia”.

Oggi, a distanza di quasi settant’anni, la figura dello statista trentino rimane una pietra miliare nella storia dei cattolici in politica: esempio a cui guardare come cristiano, che visse la politica sempre laicamente, tanto da tenere con convinzione la Democrazia Cristiana come partito non confessionale.

Cattolicesimo politico, il pensiero di tre protagonisti secondo Reina

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