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Ci sono una cupa disperazione e l’incubo di una fine violenta al culmine dell’avvitamento dell’ennesima plateale vendetta compiuta da Vladimir Putin nei confronti del suo massacratore di popoli preferito Yevgeny Prigozhin, che aveva osato inscenare una rivolta.

Già da anni considerato fra i più crudeli personaggi storici, con l’esecuzione del fondatore del gruppo mercenario Wagner, Putin è balzato nel gruppo che guida la mostruosa classifica degli orrori, assieme a Hitler, Stalin, il generale giapponese Tōjō, l’haitiano Duvalier, Saddam Hussein, Osama bin Laden, Gheddafi e forse anche Nerone.

Sconvolgenti i riscontri che rivelano la mano di Putin dietro l’ultima, o penultima, vendetta: l’aereo del capo mercenario è stato abbattuto o fatto precipitare nei pressi di Kuzhenkino a circa 200 miglia a nord-ovest di Mosca nello stesso giorno e alla stessa ora dell’anniversario bimestrale della marcia sula capitale russa della Wagner, che si fermò appunto a 200 chilometri da Mosca.

Secondo i tracciamenti radar del volo, l’aereo non ha mostrato segni di problemi fino a quando non è caduto precipitosamente negli ultimi 30 secondi. Il modello di jet executive brasiliano Embraer Legacy 600 precipitato ha registrato solo un incidente in oltre 20 anni di servizio e non è stato dovuto a un guasto meccanico.

Il Cremlino finora non ha commentato quello che viene etichettato come un incidente aereo e lo stesso Putin non ne ha fatto menzione durante un discorso a Mosca in occasione dell’80° anniversario della vittoria nella battaglia di Kursk durante la seconda guerra mondiale, ma da Washington a Londra a Bruxelles ci si attende che la propaganda di regime possa perfino attribuirlo al solito occidente per fare ricadere la colpa sul Presidente russo.

Per i vertici ucraini si è trattato di un evidente “segnale di Putin alle élite russe in vista delle elezioni del 2024. Come ride: Attenzione! La slealtà equivale alla morte”. Sul The Guardian la deputata britannica Alicia Kearns, presidente della commissione per gli Affari esteri, ha dichiarato: “La velocità con cui il governo russo ha confermato che Yevgeny Prigozhin era su un aereo precipitato dovrebbe dirci tutto ciò che dobbiamo sapere. I rapporti della difesa aerea russa che ha abbattuto l’aereo suggeriscono che Putin stia inviando un messaggio molto forte”.

Sempre sul The Guardian, Pavel Luzin, un esperto del think tank statunitense Center for European Policy Analysis, ha affermato che, indipendentemente dal fatto che “questo evento dimostra che l’élite russa non é unita, che le contraddizioni all’interno del Cremlino stanno crescendo, che il coordinamento tra diversi rami della leadership russa sono davvero pessimi. Alla fine, se Vladimir Putin è così potente, perché non ha arrestato Prigozhin?”. Mentre Sviatlana Tsikhanouskaya, la leader in esilio dell’opposizione della Bielorussia non dimentica le colpe di Prigozhin: “Era un assassino e dovrebbe essere ricordato come tale”, ha detto.

A San Pietroburgo, il palazzo della sede del gruppo Wagner ha illuminato tutte le sue finestre in modo tale da formare una croce gigante in segno di lutto. Ma il il futuro della brigata mercenaria, che fino a giugno ha svolto un ruolo di primo piano nella guerra in Ucraina ed in Africa, rimane poco chiaro. E non appare verosimile che i componenti possano tentare a loro volta di vendicarsi contro i nuovi possibili finanziatori e datori di lavoro. E ora, ci si chiede, cosa succederà a Mosca e sul fronte ucraino? Si prevede che i contraccolpi non tarderanno. Come diceva Eschilo, “I malvagi che hanno successo sono insopportabili.”

Prigozhin e Putin, cosa succederà a Mosca e sul fronte ucraino?

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