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I dati dei satelliti commerciali che scrutano lo spazio aereo australiano hanno rivelato un’ampia attività di sorveglianza di Pechino durante la recente esercitazione “Talisman Sabre” e le manovre navali “Malabar” attualmente in corso vicino a Sydney, secondo quanto riferito dall’australiana Abc.

La EOS Space Systems, una società di difesa con sede a Canberra, ha tracciato diversi satelliti cinesi in orbita geostazionaria durante gli wargame australiani a cui partecipano anche forze statunitensi, giapponese e indiane (i quattro Paesi compongono il Quad, un’organizzazione per la cooperazione in materia di sicurezza e non solo che mira al contenimento di Pechino).

I satelliti cinesi, tra cui Shiyan 12-01, Shijian-17 e Shijian-23, sono stati posizionati per osservare le esercitazioni in tutta l’Australia settentrionale. Questi sistemi avrebbero completato migliaia di voli a quote basse sopra l’Australia, concentrando l’attenzione sull’attività delle navi da guerra intorno alla Sydney Harbour.

James Bennett della EOS Space Systems ha spiegato: “Abbiamo visto oltre 300 satelliti monitorare le attività basate a terra e il numero di passaggi è superiore a 3.000 dall’inizio dell’esercizio Malabar (il 10 agosto, ndr) centrato intorno all’area della baia di Sydney”.

Space warfare

Lo spazio sta diventando sempre più vitale per la guerra moderna, come evidenziato dalla Defence Strategic Review australiana. È una constatazione comune, già evidenziata da tempo da molti altri Paesi: per esempio l’Italia nel 2020 ha creato il Cos, Comando operazioni spaziali. Fa parte della tecnologizzazione della guerra. L’osservazione satellitare permette la raccolta di intelligence anche di dettaglio senza impegno diretto di persone (dunque limitando i rischi), nonché il tracciamento live delle attività rivali. Nell’ambito del potenziamento delle proprie forze armate, la Cina ha investito parecchio nel settore. 

La vasta presenza di satelliti cinesi sopra l’Australia offre a Pechino un’osservazione dettagliata e persistente sia del Paese che delle attività regionali. Questi satelliti raccolgono informazioni militari, tra cui capacità, attrezzature e operazioni (a terra o in acqua) che si svolgono nella porzione più orientale dell’Indo Pacifico — e che interessano un primario alleato americano, che ospiterà anche assetti altamente strategici, come i sottomarini nucleari connessi al programma Aukus. 

Il portavoce della Difesa australiana ha dichiarato che i movimenti dei satelliti fanno parte di iniziative più ampie di consapevolezza del dominio spaziale, mentre ha glissato sulle tecniche di mitigazione. Canberra in sostanza ammette di essere osservata, ma anche di essere non completamente preparata a fronteggiare certe attività. L’attività di spionaggio cinese in Australia è storica. Quattro anni fa, in un discorso che ha segnato la sua eredità, Duncan Lewis, direttore generale dell’Australian Security Intelligence Organisation, aveva definito lo spionaggio una “minaccia esistenziale” per il suo Paese.

Il governo laburista di Anthony Albanese, a giugno, ha tuttavia deciso di abbandonare un programma di sviluppo satellitare che avrebbe potuto aiutare nella raccolta di dati su disastri naturali, agricoltura e sorveglianza marina. “L’ironia è che mentre la Cina ha mandato 300 satelliti focalizzati sulla raccolta di dati di osservazione in Australia questa settimana, il nostro governo ha appena tagliato il programma che ci avrebbe dato i nostri primi quattro [satelliti] in grado di fare la stessa cosa”, ha commentato James Brown, chief executive della Space Industry Association australiana.

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