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Stabilità e prospettiva. Una duplice linea metodologica da seguire per la costruzione di una manovra che “si sta muovendo nella direzione giusta” ma che ora va declinata attraverso interventi concreti e di respiro ampio. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è al lavoro per studiare in particolare le modalità di approccio finanziario a un fronte che per l’esecutivo resta centrale: l’incentivo alla natalità. Non c’è dubbio, tuttavia, che anche quello pensionistico resta uno scoglio difficilmente superabile senza “una direzione chiara e che stabilizzi le aspettative”. È l’ex ministro dell’economia e docente di lungo corso, Giovanni Tria ad analizzare assieme a Formiche.net i primi passi che stanno portando alla costruzione della finanziaria.

La finanziaria di quest’anno risente dell’apertura della procedura di infrazione del nostro Paese per eccesso di debito. Che effetti prevede?

Paradossalmente penso che possa essere un’opportunità perché ci obbliga, per i prossimi due anni, a ridurre il rapporto fra debito e Pil di 0,5 punti percentuali e non di un punto percentuale. Penso che, anche quest’anno, ci siano i margini per costruire una finanziaria che possa assicurare la stabilità dei conti pubblici. Il mio auspicio è che venga legata al piano strutturale del Bilancio e che si delineino anche nel medio termine delle prospettive chiare per cittadini e investitori.

A cosa fa riferimento nello specifico?

Rendere strutturali gli interventi sul fisco è senz’altro una priorità, così come lo è il ritocco delle aliquote sui redditi medi, rimodulando la progressione fino a una certa soglia di reddito.

La flat tax torna a popolare il dibattito. Ci sono le coperture per applicarla?

Non sono pregiudizialmente contrario alla flat tax, ma così come è stata proposta dal governo rischierebbe di essere eccessivamente sbilanciata verso i contribuenti con redditi da lavoro autonomo a detrimento di coloro che invece hanno un lavoro subordinato.

Arriviamo alla riforma delle pensioni sulla quale diverse forze politiche. Quale sarà il punto di caduta?

Anche in questo caso, mi auguro che il governo sappia tenere duro su un punto: al momento la prospettiva dell’età pensionabile è necessariamente più lunga. Su questo occorre essere molto chiari.

È la rappresentazione plastica di come la componente demografica impatta sugli equilibri di finanza pubblica. 

Non solo. Sarebbe un bene per il Paese sotto tanti punti di vista: innanzitutto per l’effetto che avrebbe in termini di reputazione e di guadagni che si possono avere sul mercato finanziario.

In tempi in cui il mercato del lavoro è sempre più flessibile è complesso sostenere queste posizioni. 

Le due cose non sono in conflitto. Anzi, personalmente ritengo che occorra dare il massimo della flessibilità alle persone per quanto riguarda “l’uscita” dal lavoro. Al contempo, però, chi esce prima dovrà avere una pensione commisurata agli anni di servizio effettivo e ai contributi versati. Mi sembra un principio di estremo buonsenso. Questo comporta, necessariamente, che chi esce prima del previsto abbia una riduzione dell’assegno pensionistico.

In cima alle priorità dell’esecutivo, assieme all’attenzione verso i redditi più bassi, c’è anche quella dell’aiuto alla natalità. Come rendere sostenibili interventi in questo senso?

Personalmente sono molto favorevole a interventi a sostegno delle famiglie con figli, fino a un certo livello di reddito. Queste misure devono trovare copertura nell’intervento drastico che dovrà essere fatto sulle aliquote.

Esistono coperture sufficienti nel bilancio dello Stato?

Le dico per esperienza personale che le risorse, nel bilancio, ci sono eccome. E infatti il mio auspicio è che venga fatta una “pulitura” del Bilancio per recuperare fondi all’interno dello stesso, interrompendo parallelamente il circolo vizioso dei bonus a pioggia. Complessivamente l’orientamento della Manovra è corretto, ora occorre dare segnali di stabilità a investitori e mercati.

Manovra, direzione giusta. Pensioni? L'età aumenterà. La versione di Tria

La procedura d’infrazione non è un dramma così irrisolvibile per l’Italia. Ora occorre dare una prospettiva di medio respiro. L’età pensionabile dovrà aumentare e gli assegni dovranno essere commisurati agli effettivi anni di servizio e contribuzione. Ritocchi alle aliquote necessari, ma occhio alla flat tax. Bene gli aiuti alle famiglie, ma occorre trovare le coperture finanziare nelle pieghe del Bilancio e nel taglio alle detrazioni. Colloqui con l’ex ministro Giovanni Tria

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