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Come ci hanno insegnato gli ultimi 30 anni, in tempi di dirompente innovazione tecnologica agire per tempo può essere cruciale, soprattutto quando si tratta di tecnologie che, ormai capaci di autoapprendere, sono in grado di sostituire il lavoro intellettuale oltre a quello manuale e che secondo le più recenti statistiche del World Economic Forum nei prossimi cinque anni, se non sostituiranno, quantomeno cambieranno significativamente quasi un quarto dei posti di lavoro globali.

Per questo deve essere salutata positivamente la scelta compiuta dal governo con il disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale, ed in particolare con l’art. 11, di istituire un “Osservatorio sull’adozione dei sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro”.

L’Osservatorio è costituito presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed ha l’ambizioso compito di definire una strategia sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo. Peccato solo che tale Osservatorio, che sarà presieduto dal ministro del Lavoro o da un suo rappresentante e sarà composto di membri che verranno individuati con disposizioni successive, non possa contare su una autonoma dotazione finanziaria, che sarebbe stata molto utile per approfondire le problematiche connesse all’introduzione dell’intelligenza artificiale sui luoghi di lavoro e dotare il neocostituito Osservatorio pubblico degli strumenti indispensabili per monitorare un fenomeno tanto complesso e sul quale converge un’incredibile mole di investimenti privati.

In ogni caso questa potrà essere prevista in un successivo momento, ad oggi è già interessante che il ministero si sia mosso per tempo e abbia deciso di iniziare a monitorare fenomeni che rischiano di avere una portata epocale.

Molto resta ancora da fare, ma si tratta già di un primo passo importante, speriamo che ne seguano altri.

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