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Cultura, commercio, lingua. Questi sono solo alcuni dei temi toccati dal ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani nel suo discorso di apertura della 54° edizione del Corso di preparazione al concorso per la carriera diplomatica, pronunciato nella sede della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (Sioi) nella mattina di lunedì 11 settembre.

Davanti ad una platea gremita di giovani ambiziosi, il ministro degli Esteri ha fatto ricorso alle proprie esperienze dirette per lanciare spunti di riflessione e delineare le principali caratteristiche della vita diplomatica, “un percorso difficile che richiede orgoglio, determinazione, fermezza e forza necessari per rappresentare un Paese con una grande storia come il nostro”. Attraverso una molteplicità di dimensioni che esulano da quella prettamente politica, ma che ad essa sono in qualche modo collegate e che contribuiscono a creare quel soft power unico di cui il nostro paese dispone.

Uno degli aspetti menzionati dal ministro è quello musicale: dall’esibizione del San Carlo ai piedi delle piramidi in occasione di un incontro d’affari tra imprese italiane e imprese egiziane, alla Scala che si recherà in tournée negli Emirati Arabi, Tajani ricorda come “anche il San Carlo e la Scala sono strumenti di politica estera’ che tramite la musica contribuiscono a rafforzare l’immagine del nostro paese all’estero, facilitando il dialogo tra la dimensione imprenditoriale nazionale e quella estera. Oltre alla musica il ministro si sofferma anche su altri aspetti della cultura come la lingua italiana, apprezzata urbi et orbi, e la grande tradizione artistica del nostro paese, declinata oltre che nella già citata musica anche nelle arti visive come cinema, pittura e scultura. Ma anche sulla dimensione sportiva, con la promozione di eventi come il Giro d’Italia che sono diventati ulteriori simboli e strumenti d’attrazione delle personalità straniere verso tutto ciò che rappresenta il nostro paese.

Tajani si è soffermato anche sul ruolo della “macchina diplomatica” nella promozione dell’export italiano, e nella sua stretta collaborazione non solo con Confindustria ma anche con le grandi organizzazioni pubbliche che promuovono la commercializzazione all’estero dei prodotti italiani, ovvero Ice, Simest e Sace. Il ministro ha ricordato nuovamente il caso dell’Egitto, ma anche l’organizzazione di eventi con Serbia e India per favorire i contatti tra le realtà produttive dei rispettivi Paesi. Ed ha presentato situazioni in cui lo strumento diplomatico è stato fondamentale nel superare barriere di carattere economico, come nel caso dei limiti alle esportazioni di alcuni prodotti alimentari italiani imposti dagli Stati Uniti, limiti che sono stati poi rimossi grazie all’azione del corpo diplomatico.

E ancora, impatto del conflitto in Ucraina sull’approccio diplomatico del nostro paese, riguardo al quale il ministro ha sottolineato come l’Italia abbia reagito in modo equo e giusto all’invasione russa, senza però entrare in guerra con essa. “L’unico Paese veramente in guerra con la Russia è l’Ucraina, perché è l’unico che sta combattendo per difendere il suo sacrosanto diritto alla sovranità”, ricorda Tajani, rammentando come in situazioni come queste sia proprio la diplomazia, soprattutto quella di paesi non coinvolti direttamente in un conflitto, a giocare un ruolo chiave.

Al termine dell’intervento l’ambasciatore e presidente della Sioi Riccardo Sessa, che ha moderato l’intervento del ministro degli Esteri, ha invitato l’ospite d’onore a proclamare ufficialmente l’apertura del nuovo anno accademico del Corso, che quest’anno è stato dedicato alla memoria dello scomparso Franco Frattini, ex-ministro degli esteri nonché precedente presidente della Sioi.

tajani sioi

Soft Power e Diplomazia. Il discorso di Tajani alla Sioi

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