Skip to main content

Una decina finora le vittime del diluvio che sta devastando l’Emilia Romagna. Sei le persone annegate in provincia di Forlì-Cesena, le altre nel Ravennate nel Bolognese, mentre aumenta il numero dei dispersi.

Il bilancio della strage provocata dall’alluvione da apocalisse che imperversa in 48 comuni allagati e coinvolti dalle frane e sta facendo esondare 21 fra fiumi e corsi d’acqua, è purtroppo destinato ad aumentare man mano che i soccorsi raggiungono le zone isolate.

“La situazione è molto critica”, ha affermato il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli che ha disposto l’evacuazione di numerose abitazioni. “Prestate la massima attenzione”, fa sapere ai concittadini il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, che dichiara di temere una ulteriore esondazione del fiume Savio. “La situazione continua a essere grave in tutta l’Emilia Romagna”, afferma la Protezione Civile e il presidente della Regione Stefano Bonaccini avverte che le “infrastrutture sono state quasi spazzate via”.

Circa 20 mila gli sfollati, che vengono assistiti dall’imponente mobilitazione della Protezione Civile, dell’Aeronautica Militare, Polizia, Carabinieri e Vigili del Fuoco, accorsi anche da altre regioni.

Vittime e devastazioni continue. Alluvioni prevedibili, terremoti imponderabili. È la furia inarrestabile degli elementi che si abbatte sull’Italia commentano media e politici. E invece non è sempre così e spesso non è affatto colpa della violenza della natura, ma dell’incuria e delle omissioni delle amministrazioni locali e della politica. Nonostante l’eccezionalità della spaventosa quantità d’acqua che sta continuando a rovesciarsi sulle zone colpite, come in molte altre situazioni analoghe anche per l’alluvione in Emilia Romagna si è costatato che una non sufficiente o peggio nessuna prevenzione equivale a maggiore devastazione.

La messa in sicurezza del territorio e del patrimonio artistico e immobiliare, è una pratica sconosciuta ed eseguita in minima parte ed in genere paradossalmente attuata soltanto dopo gli eventi che hanno devastato intere regioni. Gli esempi sono infiniti, come pure le vittime e i danni esponenziali.

Eppure nonostante l’esperienza di molti Paesi, a cominciare dal Giappone, che riescono a ridurre al minimo le conseguenze di terremoti e sconvolgimenti climatici, in Italia non si riesce a avviare un sistematico piano di messa in sicurezza, pubblico e privato.

Non si previene e non si ricostruisce, anche se i circa 200 miliardi necessari per il consolidamento immobiliare e la manutenzione del territorio, non solo eviterebbero danni e perdite di vite umane mille volte maggiori, ma costituirebbero il volano economico di una effettiva ripresa industriale e occupazionale.

Una ripresa che assicurerebbe la salvaguardia delle città d’arte e delle infrastrutture. E anche un enorme business virtuoso di opere pubbliche in grado di far risalire in fretta all’Italia la classifica dei paesi più sviluppati e che riescono a scongiurare o a ridurre al minimo le conseguenze di quelli che, attualmente, sono i tragici e ricorrenti disastri annunciati.

Emilia Romagna, il vero problema è la sicurezza del territorio

Nonostante gli allarmi e gli interventi preventivi delle ultime settimane il tragico bilancio dell’alluvione da apocalisse abbattutasi sull’Emilia Romagna ammonisce sull’urgenza della prevenzione e la messa in sicurezza del territorio. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Sfide, opportunità e responsabilità dell'IA raccontate da Palmieri (Pensiero Solido)

Venerdì 19 maggio a Milano, la Fondazione Pensiero Solido organizza un pomeriggio di studio dal titolo “Intelligenza artificiale. E noi? Sfide, opportunità, responsabilità”. Ne parliamo con Antonio Palmieri, presidente e fondatore

Alluvione in Emilia Romagna, ecco perché non sono eventi imprevedibili

Dobbiamo sostituire la nostra specializzazione nell’inseguire sempre le emergenze con la prevenzione fatta di opere, interventi, formazione ed educazione alla gestione del rischio. L’ennesima lezione dall’Emilia Romagna ci dice che non va perso neanche un minuto per voltar pagina, e che serve istituire una struttura di missione permanente per il contrasto al dissesto idrogeologico che vada oltre i cicli della politica

Sam Altman - video Twitter

Persino il "papà" di ChatGpt diventa allarmista sull'IA. Ma le regole...

Il ceo di OpenAI Sam Altman ha messo in guardia sui pericoli che si corrono con la nascita di nuovi strumenti tech. C’è bisogno di una regolamentazione che coinvolga quanti più Paesi possibili, come con le armi nucleari. La Casa Bianca si sta muovendo per mitigare la preoccupazione, ma ancora manca un accordo politico

Chi è Delcy Rodríguez, la prescelta di Nicolás Maduro per la successione

È vicepresidente del Venezuela, ministra dell’Economia nonché sorella di Jorge Rodriguez, uomo forte all’interno del regime socialista già dai tempi di Hugo Chávez. Per alcuni analisti sarebbero in corso trattative per un passaggio di potere, con l’approvazione della comunità internazionale

La Cina è un problema anche per l’Italia. Parla il dissidente Samuel Chu

Il dissidente di Hong Kong ricercato dalla Cina spiega in un incontro a cui ha partecipato Formiche.net che l’atteggiamento di Pechino è diventato un problema rispetto ad anni fa. E su questo occorre acquisire consapevolezza e serve un dibattito trasparente

Svb, il Congresso porta alla sbarra i manager

La commissione banche mette sotto torchio gli ex vertici degli istituti falliti meno di due mesi fa, accusandoli di conclamata negligenza. Ma è tutto il settore creditizio americano a rimanere sotto pressione​

Rinnovabili e batterie, gli investimenti europei lungo la filiera. Ma basterà?

L’European raw materials alliance (Erma) ha pubblicato l’Action plan per le tecnologie di accumulo e conversione d’energia da fonti rinnovabili. Focus sull’industria della trasformazione, passaggio critico della filiera dalle miniere ai mercati. Ma anche riciclo e ricerca e sviluppo. E serve semplificare le procedure per restare competitivi

Ucraina, armi e geopolitica. Lo scatto in avanti di Berlino secondo Pelanda

“La mediazione vaticana? Per un conflitto di questo tipo la soluzione passa solo dalle pressioni Usa da effettuare sulla Cina e sulla Russia. Gli aiuti a Kiev? La notizia è nel potenziamento da parte della Germania. L’Italia nell’Indo-Pacifico? In questa agenda si inserisce bene Roma, che già è entrata molto più pesantemente di quanto riportato sulla stampa”. Intervista all’economista e accademico Carlo Pelanda

G7, Cina e Pacifico. Tripodi spiega la strategia del governo italiano

Pechino è “un partner commerciale importante e i rapporti bilaterali rientrano nella normalità delle relazioni commerciali e diplomatiche”, dice Maria Tripodi, sottosegretario agli Esteri, a Formiche.net. “Spetta però al nostro governo valutare approfonditamente quale sia la scelta migliore” sulla Via della Seta “per tutelare l’interesse nazionale”

×

Iscriviti alla newsletter