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Rapporto indissolubile al di là dei colori politici. La visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca non poteva essere più densa di conferme e indirizzi: lo tsunami ucraino ha corroborato l’occidentalismo di alleati storici come l’Italia, dove la novità rappresentata dal primo premier donna (e di destra) è stata colta da Joe Biden con vivo interesse. ”La prima volta che ti ho vista mi sembrava di conoscerti già da tempo”, ha confermato il Presidente statunitense durante l’incontro durato 90 minuti. Temi, proposte e propositi.

Sintonie

Dallo Studio Ovale arrivano una serie di impulsi positivi su Piano Mattei, quadrante Mediterraneo, indo pacifico, ma prima sulla persona che siede a Palazzo Chigi: è come se l’incontro di ieri avesse certificato, una volta di più, tutto il lavoro impostato dal governo per farsi player globale e multiforme nella consapevolezza che, come osservato da Giorgia Meloni a Vilnius, il cono di attenzione dell’atlantismo deve convergere sul fronte sud per via di oggettive criticità. Gli Stati Uniti ”sono consapevoli degli sforzi che gli italiani stanno facendo” per non far mancare il supporto a Kiev, al pari dell’impegno americano sulle iniziative a sostegno della Tunisia.

Relazioni e alleati

È indubbio che la sintonia di Meloni sia naturalmente con i Repubblicani, ma la capacità di una leader di farsi utile e pragmatica per il bene delle relazioni internazionali non le impedisce di avere un’ottima relazione con Biden. “Italia e Usa hanno una forte relazione indipendentemente dai governi. Sono abituata a lavorare nell’interesse della mia nazione, portando avanti le mie idee, questo mi interessa”.

Questo il ragionamento che il premier sottolinea dagli Usa, riprendendo il filo logico che da mesi sta portando avanti per dimostrare ad alleati e osservatori l’impegno istituzionale che deve firmare il rapporto tra i governi, “tenendo conto dell’interesse nazionale, non del colore politico, altrimenti è disastroso”. Il risultato, rivendica Meloni, è che la posizione dell’Italia è rispettata e ascoltata nei consessi internazionali.

Ue e Usa

Non sfugge il dato rappresentato dal momento storico e politico in cui si trova l’Ue, contesto in cui l’Italia sta scalando rapidamente posizioni per via di iniziative mirate come il Piano Mattei e la Conferenza sui Balcani, e per via di modelli di azione su dossier strategici come quello energetico.

Certamente l’Europa deve mantenere un’autonomia rispetto agli Usa, ha spiegato Meloni, visto che con gli Usa “i nostri destini sono indissolubilmente legati, ma gli interessi non sono perfettamente sovrapposti, per questo l’Europa ha bisogno di una sua politica estera”.

L’autonomia europea è stata attenzionata dal dialogo Biden-Meloni e lo dimostra anche la determinazione con cui il vecchio continente si è approcciato alla guerra in Ucraina: “Come ho detto dall’inizio del conflitto credo che l’unico modo di garantire la possibilità di una qualsiasi via di uscita diplomatica sia sostenere l’Ucraina”.

Indopacifico e Cina

Non c’è evidentemente solo l’Ucraina sul tavolo dei ragionamenti italo-americani: dalla Casa Bianca è giunto un gradito riconoscimento per lo sforzo italiano nell’indopacifico, come dimostrato dalle relazioni che Roma ha impiantato con Tokyio e Nuova Dehli e anche per mantenere la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan, “che è strumentale alla sicurezza e alla prosperità regionale e globale”. Ma c’è anche Pechino a segnare riflessioni e azioni, di oggi ma soprattutto di domani. Durante il G20 a Bali Meloni ha ricevuto l’invito a Pechino, per un viaggio non ancora calendarizzato. “Sul rinnovo della via della Seta dobbiamo decidere entro dicembre, abbiamo una scadenza ed è quella che terremo in considerazione”, ha aggiunto.

Il tutto in una cornice di partnership economica da rafforzare ulteriormente tra Roma e Washington: cooperazione, co-investimenti, sviluppo della forza lavoro in diversi settori strategici sono gli obiettivi che verranno perseguiti. Lo spazio è un fronte concreto di azione, come dimostra il sostegno ai principi degli Accordi Artemis: ultimo puntino di un asse sempre più stabile.

@FDepalo

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