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All’apparenza forse non c’è ambito di applicazione migliore per gli algoritmi generativi, come ChatGPT che sta spopolando rapidamente conquistando frotte di ammiratori, della politica e del modo in cui questa oggi comunica perché, senza scomodare Aristotele e il suo zoòn politikòn, non c’è attività sociale che riesce a esaltare meglio la natura e la poliedricità del carattere umano. Quindi, anche per superare indenni la malinconia del sabato leopardiano, ho scelto di mettere alla prova il modello di intelligenza artificiale e capire quanto la tipicizzazione linguistica che contraddistingue la comunicazione narrativa ciascun leader trovasse nel chatbot una alternativa valida e coerente.

Ho scelto volutamente, perché allineato al posizionamento leghista, come base di partenza e di parametrazione un tweet pubblicato da Matteo Salvini, giovedì 26 gennaio in cui proponeva per le baby gang “un anno di volontariato da minorenni e un anno di servizio civile o militare da maggiorenni. E vediamo se cambiano idea” e ho interrogato ChatGPT chiedendogli di riscrivere il testo come se a scriverlo fossero in sequenza Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Carlo Calenda e Giorgia Meloni.

Il presidente del Movimento 5 Stelle avrebbe modificato solo la parte finale della locuzione salviniana addolcendola parte finale che sarebbe diventata: “un anno di volontariato per i giovani minorenni e un anno di servizio civile o militare per i maggiorenni. Vediamo se questo può cambiare il loro punto di vista”. Una modifica che ci sta tutta. Con Berlusconi, invece, il testo diventa più articolato e sinuoso: “per i giovani minorenni, un anno di volontariato per formarli e prepararli al futuro, e per i maggiorenni, un anno di servizio civile o militare per rafforzare il nostro Paese. Vediamo se questo può cambiare il loro punto di vista e renderli cittadini più responsabili e attivi”.

È volendo essere obiettivi possiamo dire che anche questo secondo test è stato superato, non solo perché il linguaggio berlusconiano si è sempre caratterizzato per una discorsività maggiore rispetto a quello di Salvini, ma anche perché nella formulazione di ChatGPT compare uno dei suoi mantra lessicali, “futuro”. Terzo episodio. Ed è la volta di Matteo Renzi che l’avrebbe riscritto così: “un’occasione unica per i giovani minorenni: un anno di volontariato per crescere e formarsi, e per i maggiorenni, un anno di servizio civile o militare per contribuire al bene comune. Vediamo se questo può cambiare il loro punto di vista e renderli cittadini più consapevoli e impegnati”.

Anche in questo caso, che dire, la formulazione del testo ha una matrice “renziana”, perché non mancano alcune sue battaglie concettuali, si parte con “occasione unica” e si finisce con il “bene comune”. A più della metà del percorso, quindi, il pallottoliere segna tre tentativi superati su altrettanti test. È con Carlo Calenda invece che ChatGPT paga pegno, tanto da mettere a rischio “sul serio” – citazione obbligatoria in questo caso – la propria incolumità e beccarsi un “te corco de’ botte” dal leader di Azione.

Questa è il risultato per l’algoritmo: “un’opportunità per i giovani minorenni di fare esperienza attraverso un anno di volontariato, e per i maggiorenni, un anno di servizio civile o militare per mettersi alla prova e contribuire al progresso del nostro paese. Vediamo se questo può cambiare il loro punto di vista e renderli cittadini più responsabili ed attivi”. Insomma, quanto di più lontano possibile dal linguaggio caustico, a tratti rude, anti-convenzionale, che Calenda ha utilizzato lungamente e, in particolare, quando ha toccato temi sensibili.

Infine, all’appello non poteva mancare Giorgia Meloni con tutto l’armamentario lessicale tipico della destra, che l’algoritmo dimostra di conoscere bene tanto da suggerire questa riformulazione del testo: “un’opportunità per i giovani minorenni di imparare valori fondamentali attraverso un anno di volontariato, e per i maggiorenni, un anno di servizio civile o militare per difendere la Patria e contribuire alla crescita del nostro paese. Vediamo se questo può cambiare il loro punto di vista e renderli cittadini più patriottici ed attivi”. Quindi, anche in quest’ultimo test, il quarto della serie sui cinque tentativi, incassa un giudizio di sufficienza tanto da spronarci a una prossima riflessione sul rapporto tra la comunicazione politica e gli algoritmi generativi che per il momento potremmo sintetizzare in Dio, Patria e ChatGPT.

Se i politici vengono doppiati da ChatGpt. L'esperimento di Giordano

Perché ho scelto di mettere alla prova il modello di intelligenza artificiale e capire quanto la tipicizzazione linguistica che contraddistingue la comunicazione narrativa di ciascun leader trovi nel chatbot una alternativa valida e coerente. L’analisi di Domenico Giordano, Arcadia

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