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Nel panorama delle comunicazioni satellitari, stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione tecnologica. I sistemi di nuova generazione, come Starlink di SpaceX e il progetto europeo Iris², stanno ridefinendo gli standard delle comunicazioni spaziali, distinguendosi nettamente dai sistemi satellitari tradizionali per caratteristiche e potenzialità. Questa evoluzione tecnologica si sta rivelando particolarmente cruciale in un momento storico caratterizzato da crescenti tensioni geopolitiche e dalla necessità di garantire comunicazioni sicure e affidabili.

La differenza fondamentale tra questi nuovi sistemi e quelli tradizionali risiede nell’architettura: mentre i satelliti geostazionari tradizionali operano a circa 36.000 km dalla Terra, le nuove costellazioni di satelliti orbitano a quote molto più basse, tra i 500 e i 1.000 chilometri. Questa caratteristica si traduce in vantaggi significativi: una latenza drasticamente ridotta (20-40 millisecondi contro i 500-700 dei sistemi tradizionali) e una maggiore velocità di trasmissione dati. Inoltre, mentre i sistemi tradizionali richiedono pochi satelliti di grandi dimensioni e costi elevati (circa 300 milioni di euro ciascuno), le nuove costellazioni utilizzano migliaia di satelliti più piccoli ed economici, garantendo una copertura più capillare e resiliente.

Nel contesto militare e governativo, questi sistemi offrono vantaggi cruciali. La presenza di migliaia di satelliti garantisce una ridondanza che rende il sistema più resiliente a possibili interruzioni o attacchi. La bassa latenza permette comunicazioni quasi in tempo reale, essenziali per il controllo di droni e per operazioni militari moderne. La copertura globale e l’indipendenza da infrastrutture terrestri rendono questi sistemi particolarmente preziosi in scenari di crisi o in aree remote. Le comunicazioni crittografate ad alta sicurezza sono fondamentali per proteggere informazioni sensibili e garantire la continuità operativa delle missioni diplomatiche e militari all’estero.

Il progetto europeo Iris², pur promettendo caratteristiche innovative con i suoi 290 satelliti multi-orbitali, non sarà operativo prima del 2030. Questo ritardo significativo, dovuto a complessità tecniche e organizzative, pone l’Europa in una posizione di vulnerabilità nell’attuale scenario geopolitico. Con un budget di 10,6 miliardi di euro e un contratto di concessione di 12 anni, Iris² rappresenta un’ambizione europea di autonomia tecnologica, ma i tempi di realizzazione non si allineano con le necessità immediate di sicurezza nelle comunicazioni.

In questo contesto, la proposta di utilizzare Starlink come soluzione temporanea assume una rilevanza strategica. Con oltre 7.000 satelliti già in orbita, Starlink offre una soluzione immediatamente disponibile per garantire comunicazioni sicure e affidabili. Le eventuali criticità legate all’affidamento a un’azienda privata – come il controllo dei dati, la dipendenza da un singolo fornitore e il rischio di interruzione del servizio – potrebbero essere mitigate attraverso accordi contrattuali rigidi e garanzie specifiche. La presenza di gateway già operativi sul territorio italiano (a Foggia, Marsala e Milano) faciliterebbe l’implementazione rapida del sistema.

La scelta di affidarsi a Starlink solleva questioni legittime sulla sicurezza nazionale e l’autonomia strategica. Tuttavia, la necessità di garantire comunicazioni sicure nell’immediato, specialmente per le sedi diplomatiche e i contingenti militari all’estero, richiede soluzioni pragmatiche. L’implementazione di sistemi di crittografia proprietari e il controllo nazionale sulle stazioni di terra potrebbero offrire un livello di sicurezza accettabile nella fase di transizione verso Iris².

La scelta di adottare Starlink come soluzione temporanea, pur mantenendo l’obiettivo di lungo termine di Iris², rappresenta un compromesso concreto tra la necessità immediata di sicurezza nelle comunicazioni e l’aspirazione europea all’autonomia tecnologica. Questa strategia “ibrida” permetterebbe di colmare il gap tecnologico attuale senza rinunciare allo sviluppo di una soluzione europea indipendente.

L’esperienza acquisita attraverso l’utilizzo di Starlink potrebbe inoltre fornire preziose informazioni per l’ottimizzazione di Iris², contribuendo a creare un sistema europeo più efficiente e competitivo. In un mondo sempre più digitalizzato e interconnesso, la capacità di garantire comunicazioni sicure e affidabili non è più un’opzione, ma una necessità strategica imprescindibile che richiede decisioni tempestive e realistiche.

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Di Ivan Caruso

L’Europa sta sviluppando il proprio sistema Iris², che non sarà operativo prima del 2030. Starlink può contare su una rete già operativa di oltre 7mila satelliti. L’affidamento a un operatore privato rappresenta sempre una sfida, ma potrebbe anche essere una soluzione ponte tra la necessità di garantire comunicazioni sicure nell’immediato e l’obiettivo di lungo termine dell’autonomia tecnologica europea. L’analisi del generale Ivan Caruso

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