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Sempre più oggetti della nostra vita quotidiana appartengono al digitale, portando avanti la continua espansione dell’Internet of Things. Con il nome IoT (Internet of Things) si intende, infatti, l’insieme di dispositivi fisici integrati con sistemi elettronici connessi tra di loro al fine di realizzare la comunicazione tra macchine. Elettrodomestici, telecamere, apparati di fabbrica e molti altri device rientrano in questo mondo.

Nel 2020 sono stati censiti circa 50 miliardi di device IoT a livello mondiale, applicati per lo più nei settori dell’industria, dell’agricoltura, dell’automotive, del retail e dell’energia.

La pervasività di questi piccoli oggetti dotati di hardware e software è una sfida in termini di sicurezza e cybersicurezza e sempre più esperti di sicurezza digitale si trovano a sviluppare delle contromisure anti-tampering e logiche di security-by-design. Ulteriori rischi collegati al mondo IoT fanno riferimento al livello insufficiente di sicurezza per i dati a loro connessi e la loro protezione.

Il rischio di cyberattacco caratterizza questi oggetti, troppo spesso utilizzati da hacker come porte di ingresso per inglobare tutto il traffico della rete e delle sottoreti locali. La gestione delle città, passando dalla sanità alle imprese fornitrici di servizi di utilità come Gas, Acqua ed Elettricità, si caratterizza per device IoT, con il rischio di espandere la base di attori malevoli e intaccare la gestione di tali servizi fondamentali.

Gli step fondamentali per garantire la cybersicurezza a tutti i device IoT fanno riferimento alla protezione dei processi strategici più importanti e alla riduzione del numero degli entry points accessibili della rete usando zero trust policy di accesso e segregando i device IoT e OT dalle altre reti. In DigitalPlatforms reputiamo fondamentale anche mappare il terreno digitale e analizzare in modo approfondito il rischio tramite la valutazione della vulnerabilità con modelli di threat intelligence che evitano altri vettori di attacco.

Le soluzioni IoT contano sempre di più sull’impiego dell’Intelligenza Artificiale. L’AI applicata all’IoT punta a creare operazioni più efficienti, migliorando le interazioni uomo-macchina e la gestione dell’analisi dei dati. È una win-win situation per entrambi i tipi di tecnologia, in quanto l’AI aggiunge valore all’IoT attraverso le capacità di apprendimento automatico e il miglioramento dei processi decisionali, mentre l’IoT aggiunge valore all’AI attraverso la connettività, la segnalazione e lo scambio di dati.

L’IoT si sta sviluppando sempre più anche in ambito militare. In un settore dove si registra un’ingente mole di smart devices connessi, entra in gioco il concetto di IoBT (Internet of the Batterfield Things). Con questo termine si intende una rete di dispositivi in grado di aumentare la consapevolezza degli attori presenti sul campo, attraverso una rete di sensori che permette di sviluppare una percezione extrasensoriale dell’ambiente circostante. Con questi oggetti, aumentano le capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione e anche i sistemi IFF (Identification Friend or Foe) implementano la precisione.

Ulteriore applicazione dell’IoBT fa riferimento all’impiego di sensori montati su aerei, UAV, navi e satelliti che permettono di monitorare gli spostamenti in ampie aree. L’Internet of Battlefield Things è utile anche per monitorare le condizioni fisiche dei soldati con sensori incorporati nelle uniformi dei militari e per svolgere attività di manutenzione predittiva dei vari dispositivi attraverso l’analisi dei big data relativi alle condizioni delle piattaforme.

Altro ambito nel quale l’IoT può essere sfruttato concerne la possibilità di aumentare la consapevolezza della situazione marittima. A tal riguardo la DARPA, l’agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare, ha annunciato il programma Ocean of Things. Il progetto sfrutta l’utilizzo di piccoli galleggianti con una serie di sensori per raccogliere dati ambientali, lo stato del mare e la posizione di mezzi che si spostano nell’area.

Ecco i rischi cyber dell’Internet of Things secondo Braccioli (DP)

Di Marco Braccioli

Nel 2020 sono stati censiti circa 50 miliardi di device IoT a livello mondiale, applicati per lo più nei settori dell’industria, dell’agricoltura, dell’automotive, del retail e dell’energia. La pervasività di questi piccoli oggetti dotati di hardware e software è una sfida in termini di sicurezza e cybersicurezza. Il commento di Marco Braccioli, VP Defence & Cybersecurity di DigitalPlatforms

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