Skip to main content

Mentre in Italia infuria la polemica su Starlink, ipotizzando un ricorso alla costellazione OneWeb della francese Eutelsat (non privo di incognite), Elon Musk entra senza clamori nel mercato indiano. Il patron di SpaceX si è assicurato un accesso privilegiato a un bacino di oltre un miliardo e mezzo di persone, grazie a due accordi separati con i magnati delle telecomunicazioni indiani Sunil Mittal e Mukesh Ambani, a distanza di un giorno l’uno dall’altro. Bharti Airtel di Mittal e Reliance Jio di Ambani, i due principali operatori del Paese, hanno entrambi annunciato partnership con Starlink per portare i servizi Internet via satellite in India. Una svolta per Musk, che finora aveva trovato difficoltà a entrare in India a causa di tariffe elevate e ostacoli regolatori.

La doppia intesa mostra un cambio di strategia per Musk: invece di forzare la mano, il miliardario ha scelto di allearsi con i colossi locali, che in passato avevano chiesto al governo di mettere all’asta lo spettro per l’Internet satellitare, invece di assegnarlo direttamente, evitando uno scontro diretto. Una vittoria per tutti, si direbbe, con Starlink che ottiene un ingresso privilegiato, e Mittal e Ambani che mantengono il controllo del mercato, mentre il governo indiano rafforza i legami con gli Stati Uniti senza rischiare una reazione negativa da parte dei colossi nazionali.

La tempistica degli accordi non è casuale. Il mese scorso, il primo ministro Narendra Modi ha incontrato Musk a Washington per discutere di tecnologia e spazio. L’India, tradizionalmente cauta nel concedere spazi strategici a operatori stranieri, sembra aver ammorbidito la sua posizione, segnalando una crescente apertura agli investimenti americani. L’operazione, in generale, segna anche un intento di collaborazione tra Nuova Delhi e Washington. Inoltre, le partnership riducono il rischio di un veto normativo su Starlink, che ancora è in attesa di approvazione per operare ufficialmente nel Paese.

Ora, restano ancora alcune incognite. Le autorizzazioni regolatorie per Starlink non sono ancora definitive e il modello di business potrebbe trovare ostacoli in un mercato in cui il 5G a basso costo è già diffuso. Inoltre, il prezzo relativamente alto di Starlink potrebbe limitarne la diffusione in un Paese con un Pil pro capite inferiore ai tremila dollari. Tuttavia, l’Internet via satellite offerto da Musk potrebbe rappresentare una svolta per le zone rurali e di confine, dove le infrastrutture terrestri sono carenti. La presenza di Starlink potrebbe rivelarsi strategica anche dal punto di vista della sicurezza nazionale, considerando le tensioni con Cina e Pakistan lungo i confini.

In un mercato enorme come quello indiano, caratterizzato da un’elevata necessità di sicurezza data la situazione geopolitica con i vicini, si è riusciti a trovare un equilibrio tra innovazione e tutela degli interessi nazionali. Il modello adottato, che permette di accedere ai servizi all’avanguardia di Musk senza derogare alla sicurezza né escludere la partecipazione delle aziende locali, potrebbe rappresentare un precedente interessante. Anche in Italia Starlink ha già un accordo con Telespazio, e Leonardo potrebbe assumere un ruolo di garante della sicurezza per favorire un’eventuale selezione del servizio di Musk nella dotazione nazionale di connessione via satellite.

L’India apre le porte a Starlink. Un modello per l’Italia?

Mentre l’Italia discute su Starlink e valuta alternative, in India Musk ha già trovato la chiave per entrare nel mercato grazie a un doppio accordo con i colossi locali Mittal e Ambani. Un modello che coniuga innovazione e sicurezza nazionale, garantendo il coinvolgimento delle aziende locali. L’Italia dovrebbe osservarlo con attenzione, anche alla luce del ruolo che Leonardo potrebbe svolgere per garantire l’integrazione di Starlink nel nostro Paese

I rischi di una politica confusa attorno alla Difesa europea. Scrive D'Anna

La nebulosa politica sviluppatasi attorno al dibattito sulla necessità di salvaguardare militarmente l’Europa, non incide sulla determinazione dei governi per creare una difesa comune europea. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Rheinmetall punta gli occhi su Volkswagen per la produzione di carri armati

Rheinmetall, che già sta riconvertendo alla produzione di armi la sua divisione automotive, ora è pronta a rilevare il sito del costruttore tedesco di Osnabruk. E così Berlino cambia passo sulla difesa

Amazon, Meta e Google puntano a triplicare il nucleare. Ecco come

I tre colossi della tecnologia annunciano l’impegno a sostenere un aumento della capacità nucleare fino a tre volte, entro il 2050. Apple e Microsoft si sfilano

Sovranità, sicurezza e sviluppo. Così il Gcap renderà l’Italia protagonista nel settore aerospaziale

Il Global combat air programme (Gcap), progetto congiunto tra Italia, Giappone e Regno Unito, è l’occasione per rendere l’Italia davvero protagonista, non solo nel settore dei sistemi aerei, ma anche nel più vasto panorama tecnologico e industriale globale. Se il programma promette di rafforzare le capacità difensive e industriali, la sua riuscita dipenderà anche da un forte impegno politico ed economico che permetta di sfruttare al meglio le sinergie tra i partner in un momento cruciale per lo sviluppo di capacità realmente sovrane

Droni kamikaze lanciati da aerostati. L'ultima risposta ucraina agli Shahed di Mosca

L’Ucraina testa un nuovo sistema d’arma basato su aerostati con agganciati piccoli droni capaci di intercettare le loitering munitions nemiche. Un’innovazione che potrebbe avere conseguenze tangibili

Se il Pd perde la sua vocazione di partito di governo. L'intervento di Merlo

Il Pd a guida Schlein si sta dimostrando sempre di più come un partito protestatario, antagonista, massimalista e radicale sostanzialmente alternativo rispetto a ciò che noi definiamo semplicemente come “cultura di governo”. L’intervento di Giorgio Merlo

Il Parlamento voterà sì per i nuovi F-35. Menia spiega perché

“Siamo consapevoli che ogni azione in politica estera ha un effetto sulla politica interna. Il dossier degli F-35 è ampio perché investe il potere di deterrenza italiano, il nostro posizionamento nei quadranti strategici, il ventaglio di relazioni su ampia scala che dal Mediterraneo si spingono nei Balcani e in Africa e l’impatto positivo sull’industria interna e sui livelli occupazionali”. Intervista al vicepresidente della Commissione esteri/difesa del Senato, Roberto Menia

Vi spiego la rilevanza economica del Piano di riarmo europeo. L'analisi di Scandizzo

Sicurezza e stabilità, ma anche innovazione e dinamismo sono il vero output da perseguire nello sviluppo dell’industria della difesa europea, con il compito di produrre beni pubblici senza di cui mercati e sistemi economici non possono prosperare. L’analisi di Pasquale Lucio Scandizzo

Finisce l'austerità di Schaeuble. Sulla difesa nasce il governo Merz

Il becchino del freno al debito. Questa l’espressione forte che AfD usa per definire Friedrich Merz, che si appresta nel Bundestag a dare il via ad una era geologica completamente nuova per la Germania, dopo l’austerità imposta dal duo Merkel-Schaeuble

×

Iscriviti alla newsletter