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Continua la fiammata dei prezzi dell’energia elettrica, già dieci volte più alti rispetto all’anno scorso anche a causa del ricatto energetico del Cremlino. E la crisi del caro-energia sta finalmente convincendo i Paesi dell’Unione europea ad accordarsi per una risposta comune. Lunedì il ministro Josef Sikela della Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell’Ue, ha annunciato che i ventisette ministri dell’energia si riuniranno in consiglio straordinario il 9 settembre.

Con ogni probabilità, sul tavolo ci sarà una riforma del mercato elettrico europeo. “L’aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità sta mettendo a nudo, per diverse ragioni, i limiti dell’attuale struttura”, ha dichiarato lunedì la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ha aggiunto che l’Ue sta “lavorando a un intervento di emergenza” oltre a una riforma strutturale del mercato, che con ogni probabilità sarà mirata a disaccoppiare il prezzo del gas naturale da quello dell’energia elettrica all’ingrosso.

Non si esclude un accordo per imporre un tetto al prezzo del gas europeo, che come la riforma del mercato elettrico è una misura proposta già a marzo dal premier uscente Mario Draghi. Oggi questi interventi sono sostenuti da un numero crescente di Paesi, inclusi quelli storicamente frugali e avversi a ogni tipo di manipolazione del mercato. “Non permetteremo a [Vladimir] Putin di danneggiare i nostri cittadini e le nostre imprese, motivo per cui dobbiamo aggiustare il mercato dell’energia”, ha riassunto Sikela su Twitter.

Il premier belga Alexander De Croo ha detto che per l’Ue è giunto il momento di agire, “perché il costo dell’incertezza sta diventando davvero impossibile”, attraverso tetti di prezzo al mercato del gas e quello di elettricità all’ingrosso – definendoli interventi a breve termine e temporanei. Domenica il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha parlato della necessità di una “soluzione europea” alla “follia” dei mercati energetici, e – fa sapere Il Foglio, citando fonti di Palazzo Chigi – persino la Germania si starebbe convincendo a dire sì al tetto al prezzo del gas.

Oggi al centro delle contrattazioni c’è il primo ministro ceco, Petr Fiala, che sta cercando di ottenere il sostegno per un piano paneuropeo per la riduzione dei prezzi dell’energia. Nella giornata di lunedì ne ha discusso con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che durante una conferenza stampa congiunta si è dichiarato “grato” per la proposta ceca di un tetto ai prezzi e “fiducioso” del fatto che l’Ue raggiungerà rapidamente un accordo.

“Esamineremo con molta attenzione gli strumenti che possiamo utilizzare per abbassare i prezzi dell’elettricità”, ha continuato Scholz. “Non è qualcosa che può accadere a caso, deve funzionare in senso tecnico, ma ovviamente quello che viene fissato ora come prezzo di mercato non è un vero riflesso della domanda e dell’offerta”. Dichiarazioni sismiche, considerato che negli ultimi mesi il governo di Berlino spesso è stato il primo a opporsi a misure del genere. Ma il ricatto energetico di Putin sembra aver spazientito anche i tedeschi, che più di tutti in Europa dipendono dalla stretta russa sulle forniture.

Gas

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Anticipata l’assemblea in cui i Ventisette proveranno a raggiungere un accordo sulla risposta univoca al ricatto energetico di Putin. Von der Leyen mette sul tavolo la riforma del mercato dell’elettricità, mentre da Palazzo Chigi fanno sapere che persino la Germania starebbe cedendo sul tetto al prezzo europeo

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