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La Federazione Russa sta procedendo all’evacuazione di decine di migliaia di civili in buona parte della città di Cherson, nel sud dell’Ucraina. Purtroppo è solamente l’ultimo segnale che fa pensare a feroci battaglie nella zona in futuro. Come riportato da Formiche.net, le autorità di occupazione avevano già cominciato l’evacuazione della zona circa due settimane fa, con il governatore russo Vladimir Saldo che indirizzava i profughi verso la regione russa di Rostov. La novità di martedì è che l’ordine di abbandono è stato espanso a tutti i centri abitati nel raggio di sedici chilometri dal capoluogo e anche a tutti i distretti che circondano la diga di Kakhovka, ulteriore punto strategico.

Secondo la parte ucraina l’episodio si inserisce in una più ampia campagna di deportazione intesa a terrorizzare la popolazione; secondo la parte russa è uno sforzo per proteggere i civili dal disastro incombente. Come sempre, in medio stat virtus.

Non è la prima volta che i russi evacuano la popolazione locale verso le regioni controllate nell’Est, ma oggi potrebbe esserci un ulteriore ragione: quella di utilizzare le case vuote come alloggio per i soldati, migliorandone significativamente le condizioni di vita in guerra e di conseguenza la loro voglia di combattere.

Con la sua posizione geografica, posta sul fiume Dnipro che la collega al Mar Nero, la città di Cherson riveste un importante ruolo strategico: caposaldo per qualunque operazione nel sud dell’Ucraina e base di partenza per offensive verso Odessa e Mykolaiv, rispettivamente a 140 e 60 chilometri, oltre alla vicinanza con la penisola crimeana. La perdita di questa città sarebbe un duro colpo per Mosca, anche psicologico.

Le immagini satellitari riprese dal New York Times mostrano che le forze russe stanno fortificando alcune posizioni nella periferia di Cherson (Chornobaivka e Bilozerka), sulla sponda ovest del Dnipro. Tuttavia, diversi analisti hanno evidenziato come Mosca stia allontanando dall’area i propri mezzi pesanti e come abbia trasferito il comando delle operazioni sessanta chilometri a sud di Cherson, nella cittadina di Skadovsk.

Viste nell’insieme, tutte queste mosse, anche quelle sui civili, fanno pensare che la Federazione Russa si stia preparando a una sanguinosa battaglia nel sud dell’Ucraina. L’incubo principale di Mosca è che le sue forze a Cherson possano restare isolate, pericolo molto concreto visto che gli ucraini colpiscono regolarmente i ponti sul Dnipro. È per questo che l’esercito russo manda via i mezzi pesanti dall’altra parte del fiume, in caso di ritirata dovrebbe altrimenti abbandonarli sul posto, e sposta il comando più a sud.

Nel frattempo il presidente Putin annuncia che le operazioni di arruolamento delle forze armate russe sono terminate, affermando che è stato raggiunto l’obiettivo dei trecentomila nuovi soldati e che, al momento, solo quarantunomila sono impegnati in operazioni di combattimento. Dall’altra parte Zelenksy ha parlato con il presidente francese Macron che gli ha promesso di tenere una conferenza a Parigi il prossimo mese per supportare i civili ucraini durante l’inverno.

L'evacuazione dei civili annuncia un bagno di sangue a Cherson

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