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La fregata missilistica anti sommergibili della Marina Militare Italiana “Nave Margottini” e la fregata turca “Salihreis” hanno incontrato le due navi giapponesi “JS Kashima” e “JS Shimakaz” durante il loro transito nel Mediterraneo per la 66esima edizione della “Overseas Training Cruise”.

Si tratta di un’integrazione operativa che arriva nel giorno in cui il capo di Stato maggiore della Difesa giapponese, il generale Koji Yamazaki, che aveva partecipato all’incontro tra gli omologhi dell’alleanza a maggio, ha ospitato a Tokyo l’ammiraglio Rob Bauer, presidente del comitato militare della Nato. Tutto a poche settimane dalla partecipazione di Tokyo — con il premier Fumio Kishida — al vertice Nato di Madrid; e dopo che ad aprile il ministro della Difesa Yoshimasa Hayashi aveva preso parte al vertice ministeriale dell’Alleanza Atlantica.

Alleanza che sta diventando, paradossalmente, anche un po’ indo-pacifica, visti gli interessi su quella regione cruciale per le dinamiche globali di diversi membri, e dato che sta mettendo tra gli obiettivi di integrazione l’impatto che il ruolo della Cina può avere sulla sicurezza nazionale dei Paesi alleati. Con focus che ruotano attorno a tecnologia e catene di approvvigionamento, temi su cui il Giappone ha un valore. Aspetti che saranno inseriti nel prossimo documento strategico che sarà presentato nel vertice spagnolo di fine giugno.

Un summit che il vice segretario della Nato, Mircea Geoana, ha definito uno dei più “trasformativi” della storia dell’alleanza. “Stiamo guardando alla terra, all’aria, al mare, allo spazio e al cyber-spazio”, ha detto, così come al preposizionamento delle attrezzature, al comando e al controllo, alla logistica, alla sicurezza energetica e alle catene di rifornimento: “Stiamo operando un cambiamento fondamentale nel modo in cui difenderemo i nostri Paesi”.

L’impegno multilaterale tra Giappone e Occidente sulle questioni militari è cresciuto di pari passo con l’assertività della Cina. Questo rafforzamento culminerà proprio con la partecipazione del premier Kishida al vertice di Madrid, che si lega anche alla complicazione del contesto di sicurezza regionale e internazionale conseguente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, come spiegato su Decode39 da Brad Glosserman, docente al Center for Rule-Making Strategies della Tama University.

Nel Mediterraneo, insieme alla Margottini e alla Salhreis – entrambe assegnate al Standing Nato Maritime Group Two – gli ufficiali giapponesi hanno avuto l’opportunità di interagire con le unità della Nato, di condurre attività di addestramento, tra cui quella che viene definita “esercitazione di manovra” (che sono forme di integrazione tattiche e tecnico-logistiche), e di effettuare uno scambio di personale per aumentare l’integrazione. L’obiettivo è l’interoperabilità tra le varie componenti militari.

Il comandante dello Squadrone di Addestramento giapponese, il contrammiraglio Shukaku Komuta, ha dato il benvenuto al parigrado italiano Mauro Panebianco a bordo della Kashima, sottolineando il piacere con cui Tokyo vede queste attività. “L’interazione di oggi è una grande opportunità per rafforzare la nostra cooperazione e il nostro partenariato”, commenta Panebianco, che definisce la cooperazione “reciprocamente vantaggiosa” e basata su valori comuni.

Del “rafforzamento della collaborazione bilaterale tra i due Paesi in tema di sicurezza e di difesa dei valori comuni” aveva parlato anche il ministro della Difesa italiana, Lorenzo Guerini, durante una visita a Tokyo a metà aprile. Dall’Indo-Pacifico all’Europa, passando per la Nato, Tokyo spinge sulle partnership strategiche per rafforzare il proprio ruolo e rispondere alle tensioni causate dall’assertività cinese e dall’aggressività russa.

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