Skip to main content

È iniziata stamattina a Napoli la prima giornata degli Stati generali della prevenzione, indetti dal ministero della Salute. Una due giorni che unisce tecnici, mondo scientifico e istituzioni per rafforzare il ruolo delle politiche preventive, dall’adozione di stili di vita sani alla partecipazione ai programmi di screening. I lavori si sono aperti alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

L’AZIONE DEL GOVERNO

“Il nostro obiettivo è quello di passare da un sistema sanitario reattivo a uno proattivo capace di anticipare e contenere i rischi prima che diventino emergenze”, ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenuta con un videomessaggio. Il governo ha deciso di “destinare stanziamenti record alla sanità – ha proseguito – che porteranno il Fondo sanitario nazionale a 141 miliardi di euro nel 2027”, ma anche “l’entrata in vigore dei nuovi Lea, attesa da oltre vent’anni e l’azione di sistema avviata per ridurre le liste d’attesa”.

MELONI: PREVENZIONE PRIMO OBIETTIVO DELL’AGENDA SANITARIA

L’auspicio per Meloni è che “gli Stati generali possano suggellare la nascita di una nuova alleanza che riconosce nella prevenzione il primo obiettivo dell’agenda della sanità e lo strumento per salvaguardare la sostenibilità del nostro servizio sanitario nazionale. La cultura della prevenzione deve diventare sempre più patrimonio di tutti perché è il miglior farmaco che abbiamo a disposizione per vivere meglio e più a lungo”.

INVESTIRE DI PIÙ IN PREVENZIONE

Una priorità sottolineata anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci, secondo cui, “scegliere la prevenzione significa scegliere il futuro. La salute è l’unico diritto che la nostra Costituzione definisce fondamentale e l’Italia vanta un sistema sanitario tra i più solidi e solidali del mondo. È un patrimonio che siamo impegnati a conservare e a rafforzare per le generazioni di oggi e di domani”. Per questo nuovo approccio e cambio di paradigma, ha sottolineato il ministro, “dobbiamo investire di più. Oggi solo il 5% del fondo sanitario nazionale è destinato alle attività di prevenzione; vogliamo aumentare questa percentuale e in questa direzione va anche il lavoro che stiamo portando avanti con il Mef grazie alle nuove regole di bilancio europee, affinché la spesa per la prevenzione sia considerata a tutti gli effetti un investimento”.

ANCORA BASSE LE ADESIONI A SCREENING

“È evidente che fare leva sulla prevenzione – ha rimarcato – significa, nel lungo termine, ridurre i costi dell’assistenza, liberando risorse per innovazione e ricerca”. Tra i pilastri della prevenzione indicati dal ministro, un ruolo centrale è affidato ai programmi di screening oncologico, strumenti fondamentali per la diagnosi precoce e per ridurre la mortalità per tumore. Tuttavia, ha osservato Schillaci, questi “non sono sempre sfruttati a pieno”. I dati infatti mostrano un’adesione ancora insufficiente: nel 2023, solo il 41% delle donne ha partecipato allo screening per la cervice uterina, con una forte disomogeneità territoriale (Nord 52%, Centro 38%, Sud e Isole 31%). Per quanto riguarda lo screening mammografico, l’adesione si attesta al 55%, ma con un differenziale di 15 punti percentuali tra Nord e Sud Italia. Ancora più basse le percentuali per lo screening colorettale, fermo al 34%, con punte minime al Sud e nelle Isole (20%) rispetto al Nord e al Centro. Si tratta di esami gratuiti e, nel caso del colon retto, di test non invasivi eppure “un italiano su cinque ha deciso di non fare il test”. Per questa ragione, ha aggiunto, “dobbiamo aumentare la consapevolezza nei cittadini che bisogna prendersi cura di sé anche quando si è in salute”.

La prevenzione è il miglior farmaco. Le parole di Meloni e Schillaci agli Stati generali

Napoli ospita la due giorni promossa dal ministero della Salute per rilanciare le politiche di prevenzione. Meloni e Schillaci puntano su un Ssn proattivo e sull’aumento delle risorse dedicate alla prevenzione. I dati sugli screening rivelano adesioni ancora troppo basse

Ecco la nuova joint venture Leonardo-Baykar per la produzione di droni. Tutti i dettagli

Durante il Salone Internazionale dell’Aeronautica e dello Spazio di Parigi-Le Bourget, Leonardo e Baykar Technologies hanno ufficializzato la nascita di una joint venture paritetica nel settore unmanned. La nuova società, battezzata Lba Systems e con sede legale e operativa in Italia, segna l’inizio di una collaborazione strategica che mira a colmare le persistenti lacune dell’industria europea nel campo dei sistemi a pilotaggio remoto (Uas)

Dentro il territorio nemico. Il piano del Mossad che ha colpito il cuore militare dell’Iran

Venerdì ha preso il via l’operazione Rising Lion, una massiccia offensiva congiunta di Mossad e forze armate contro obiettivi militari e nucleari iraniani. Il successo dell’attacco, definito il più grave subito dall’Iran dal conflitto con l’Iraq, deve molto a una rete di basi clandestine insediate da anni all’interno del Paese

Corridoio Imec, le strategie di Modi fra Cipro e Trieste

La visita di Modi è la prima di un primo ministro indiano a Cipro in 23 anni, dato che dice molto delle strategie sull’asse Ue-Indopacifico. Sono state gettate le basi per una penetrazione indiana (da Oriente) in un fazzoletto di acque che, lungo la direttrice Grecia-Italia-Balcani, rappresenta la nuova spina dorsale geopolitica europea

G7 unito sulla de-escalation in Medio Oriente. Ma come?

Iran e Israele combattono senza soluzione di continuità. Mentre i leader del G7 si riuniscono in Canada, i bombardamenti si approfondiscono e una guerra totale è un rischio concreto. Il gruppo ha punti di vista differenti, ma vede nella de-escalation l’obiettivo comune, condiviso anche dai partner globali. Come si concretizzerà questa linea?

Non solo Iran. Al G7 in Canada, Europa e Giappone tentano l'intesa sui dazi

Bruxelles potrebbe ottenere da Washington tariffe maggiorate del 10% sulle proprie esportazioni sul mercato americano, in cambio dello stop ai contro-dazi sulle vetture statunitensi vendute in Europa. La spinta di Ursula von der Leyen e la mossa di Toyota

La Difesa delle narrative nell'era delle superintelligenze. L'analisi di Pigozzi

Di Lorenza Pigozzi

La Difesa del futuro dovrà saper coniugare potenza e racconto, deterrenza e credibilità. La narrazione non è un semplice accessorio delle operazioni militari, ma una componente vitale della sicurezza collettiva. Vincere la battaglia delle idee – con integrità e rispetto dei nostri principi – significa gettare le basi per una sicurezza più solida e duratura, in cui i cittadini possano riconoscersi e credere. L’analisi di Lorenza Pigozzi, direttore comunicazione strategica del gruppo Fincantieri

Perché serve una missione Ue per la sicurezza di Hormuz. L’analisi di Caffio

Di Fabio Caffio

In ogni fase di crisi con Teheran, lo Stretto di Hormuz torna al centro dell’attenzione per il rischio di escalation. Sebbene l’Iran minacci periodicamente di bloccarlo, vincoli giuridici e fattori geografici rendono tale scenario improbabile. Teheran potrebbe però ricorrere a misure belliche asimmetriche. Di fronte a possibili evoluzioni imprevedibili, l’Ue è chiamata a rafforzare la propria presenza navale per garantire la sicurezza dei traffici energetici globali. L’analisi dell’ammiraglio Fabio Caffio

L'escalation mediorientale offre dei vantaggi tattici a Putin. Ecco quali

Il presidente Trump ha parlato di una possibile mediazione russa tra Israele e Iran. Ma per Mosca il conflitto tra Tel Aviv e Teheran rappresenta un’opportunità. Almeno nel breve termine

Taipei rafforza il controllo sulle esportazioni di chip. Huawei e Smic nella lista nera

Taiwan inserisce Huawei e Smic nella sua lista nera, imponendo severe licenze per ogni esportazione di chip verso le due aziende cinesi. La misura, allineata alle restrizioni americane, ha lo scopo di proteggere le tecnologie sensibili e frenare l’ambizione cinese nel settore dei semiconduttori, in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche nello Stretto di Taiwan

×

Iscriviti alla newsletter