Skip to main content

Il Parlamento, i partiti e per molti versi anche i governi non hanno mai amato la concorrenza. Lo dimostra tra l’altro il fatto che dopo l’istituzione di una legge annuale per la concorrenza nel 2009 ne è stata varata con molta fatica e conclusa col governo Gentiloni solo una, giunta ancora più sfibrata di quanto non fosse nel disegno di legge originario. Il tema è all’attenzione di tutti in questi giorni in relazione al problema delle concessioni delle spiagge. Ma vedremo nell’iter della nuova legge annuale recuperata da Mario Draghi e collegata al Pnrr (con l’impegno a produrre una legge sulla concorrenza per tutti gli anni di vigenza del Pnrr) cosa avverrà anche per altri aspetti su cui incidono lobbies e corporazioni, quali ad esempio le licenze dei taxi, i servizi pubblici locali, toccati in modo tutto sommato limitato dal disegno di legge in corso di esame in Parlamento.

Vale la pena soffermarsi con un’altra angolazione sul caso delle concessioni per le spiagge. Un caso che per certi versi rappresenta quella che Ernesto Rossi chiamava la “pubblicizzazione delle perdite e la privatizzazione degli utili”. Come definire un settore che produce più di 11 miliardi annui di reddito paga per le concessioni demaniali più o meno 118 milioni. E questo perché il modello adottato in Italia è stato quello dell’occupazione privatistica delle spiagge tramite uno scambio perverso con i pubblici poteri per cui le concessioni sono sin qui state quasi eterne e a bassissimi prezzi.

Certamente, tra i balneari ci sono anche soggetti imprenditoriali significativi, imprese famigliari efficienti, ma questo è avvenuto grazie alla sostanziale privatizzazione del demanio pubblico e di fatto senza entroiti da parte dello Stato. Vale la pena evidenziare – anche se alla luce delle condizioni in essere non potrebbe essere mutuato dall’Italia – il caso di un altro Paese che attrae anche dall’estero molto più turismo balneare dell’Italia, la Spagna. Un’attrazione che avviene soprattutto grazie ai “rubinetti lavapiedi”. In Spagna, infatti, come molti sanno, non possono esistere, neanche ad opera dei più grandi alberghi, spiagge private. In tutte le più attraenti zone turistiche ci sono al limitare delle spiagge dei lavapiedi, delle docce e delle toilette efficienti. Ho potuto riscontrare di persona alle isole Canarie come queste piccole strutture funzionino anche accanto ai migliori alberghi. In media i costi per lettino e ombrellone sono di 4 euro l’uno. Il gestore delle piccole concessioni spagnole ha a disposizione solo un certo numero di lettini e di ombrelloni per aver partecipato ad una gara e la concessione è al massimo biennale o triennale. Chi ne beneficia di più sono i cittadini – clienti che pagano prezzi molto più bassi che in Italia e trovano tutti i servizi accanto alla spiaggia. Gli efficienti lavapiedi, le ottime docce e le toilettes. Guarda caso, soprattutto negli ultimi anni, l’attrazione turistico-balneare spagnola è più forte di quella italiana. Si tratta di un modello esattamente alternativo al nostro in cui i servizi sono erogati dal settore pubblico, le concessioni sono di durata breve e limitate e non esiste appunto l’occupazione privatistica delle spiagge.

Un modello, come già accennato (salvo alcune zone di spiaggia libera) difficile da importare in un Paese in cui c’è stata la privatizzazione selvaggia delle spiagge praticamente senza alcun beneficio per l’erario, ma di cui va tenuto conto nell’evidenziare l’utilità del ricorso a forme di liberalizzazione, a concessioni di durata breve, vere e proprie gare, ed in definitiva ad un turismo balneare più funzionale interclassista e che finisce per offrire a prezzi significativamente più bassi i servizi opportuni per chi pratica l’attività balneare.

Sui balneari basta guardare al modello spagnolo

Si tratta di un modello esattamente alternativo al nostro in cui i servizi sono erogati dal settore pubblico, le concessioni sono di durata breve e limitate e non esiste appunto l’occupazione privatistica delle spiagge. Il commento di Luigi Tivelli

Guerra crisi grano

Carestia, migrazione e non solo. I fronti della guerra ibrida di Putin

Il blocco russo del granaio ucraino sta già impattando la sicurezza alimentare e sociale dei Paesi esposti, specie nell’area mediterranea. Sia carestia che instabilità sono direttrici dell’attacco di Putin all’Europa, preparato da tempo, nutrito dalla disinformazione e portato avanti senza curarsi del costo umano

Mosca usa il vaiolo delle scimmie per la propaganda sull’Ucraina

Secondo alcuni propagandisti russi, la diffusione del vaiolo delle scimmie tra i Paesi che assistono militarmente l’Ucraina è una coincidenza non casuale (un volere divino?). Sul virus stanno partendo campagne di disinformazione online simili a quelle del Covid, scemate nel frattempo sull’Ucraina

Gas e pace in Ucraina. L’agenda di Draghi in Israele

Missione prevista a metà giugno, prima di G7, summit Nato e visita da Erdogan. Incontrerà il primo ministro Bennett e il presidente Herzog. La soluzione al conflitto e la necessità di diversificare le fonti energetiche sono le priorità

Perché il rublo forte non è una buona notizia per Putin

La strategia di Putin per sostenere il rublo potrebbe aver funzionato. La valuta russa è tornata sui binari. Ma è davvero un bene per il Cremlino? E quanto può durare? Il commento di Filippo Merli

Se il governo Draghi sdogana la guerra cyber

Nel piano di implementazione per la sicurezza cyber presentato dal governo Draghi un riferimento esplicito alle operazioni di attacco degli 007 italiani. Mentre l’Italia è aggredita dagli hacker russi, in dottrina entra il diritto a rispondere senza troppi scrupoli…

Mediterraneo, commercio e sicurezza. Tutte le relazioni tra Italia e Algeria

Di Emanuele Rossi e Massimiliano Boccolini

Tra Italia e Algeria ci sono legami “naturali e affidabili” ha detto il presidente Mattarella durante l’incontro con l’omonimo Tebboune, tracciando un perimetro delle relazioni che va dall’energia alla sicurezza, dal Mediterraneo al Sahel

Sovranità e industria, la ricetta di Parigi per lo Spazio. Il punto di Spagnulo

Come cambierà la strategia spaziale di Parigi dopo la nomina del nuovo governo guidato da Élisabeth Borne? Se la strategia globale resta la stessa, a cambiare sembra essere l’approccio al settore, maggiormente orientato verso la politica industriale. L’analisi ad Airpress di Marcello Spagnulo

Le ultime parole che mi disse Ciriaco. Bianco e la lezione di De Mita

L’ex ministro dell’Istruzione: “È stato il teorico più robusto che abbia avuto la Dc, di quella politica fondata sulla solidità delle istituzioni”. Il De Mita uomo? “Aveva delle grandi delicatezze umane che oggi sono merce rara”. E poi il rapporto personale: “Tra noi non sono certamente mancati dissensi e incomprensioni, ma ha resistito sempre il filo dell’amicizia e del rispetto”

La politica italiana, tra piani di pace e Pnrr che (forse) prende forma

Di Massimiliano Del Casale e Marcovalerio Pozzato

Cosa accadrà tra un anno? Saprà la nostra politica fare tesoro, in così breve tempo, dei risultati che l’attuale governo e soprattutto il suo leader avranno conseguito? Il Pnrr libererà preziose risorse per la nostra economia. Un ulteriore incremento di debito pubblico, non vi è dubbio, ma che, per effetto delle riforme che dovranno essere varate, registrerà in breve la tanto attesa inversione di tendenza. L’opinione di Marcovalerio Pozzato, Magistrato della Corte dei conti e di Massimiliano del Casale, Generale di Corpo di Armata

×

Iscriviti alla newsletter