Skip to main content

La flotta Usa è pronta a diventare ancora più grande. L’italiana Fincantieri, tramite la sua controllata Marinette marine, inizierà a costruire la prima fregata missilistica guidata della classe Constellation (FFG-62), per la Marina statunitense. La costruzione avverrà presso il cantiere Marinette Marine Shipyard e segue l’aggiudicazione del contratto per la fregata capoclasse nell’aprile 2020. Non appena un anno dopo, a maggio 2021, è arrivato anche l’ordine per costruire la seconda fregata del programma Constellation, mentre questo giugno è giunta notizia dell’assegnazione della costruzione della terza fregata, a conferma della posizione di leader acquisita dal Gruppo di Trieste negli States. Ci sono voluti circa due anni e mezzo per completare il progetto, e la consegna della prima fregata è prevista per il 2026. Queste unità rappresentano un progetto particolarmente prestigioso per la marina a stelle e strisce, importanza sottolineata dal fatto che le unità di questa classe avranno i nomi delle “sei fregate originali” del 1794, le primissime unità della (allora) neonata Us Navy.

La costruzione

“La costruzione inizierà questa settimana, partendo da zero”, ha reso noto ai giornalisti Tommy Ross, assistente segretario della Marina Usa per la ricerca, lo sviluppo e l’acquisizione. Mentre, a fornire maggiori dettagli è stato Casey Moton, l’ufficiale esecutivo del programma per i piccoli caccia senza equipaggio, che ha raccontato come la progettazione di dettaglio sia stata completata all’80%, prerequisito prefissato dalla Marina per l’inizio della fase di costruzione. Non solo, Molton ha raccontato anche delle diverse misure adottate per la riduzione del rischio di Constellation. Tra queste, ad esempio, la richiesta alle aziende che partecipano al programma di utilizzare il progetto di una nave già esistente come base per le proprie proposte. Fincantieri infatti farà riferimento alla fregata europea Fremm come base per la progettazione della futura nave, poiché ritenuta tra le migliori al mondo sotto il profilo tecnologico. “La maturità progettuale è stata probabilmente il fattore più importante per ridurre il rischio di produzione. Ci siamo quindi impegnati a rispettare uno standard elevato”, ha spiegato ancora Molton.

Nella fase di maturazione del progetto si acquisisce una migliore comprensione dei sistemi necessari, in tal modo Fincantieri potrà ordinare i materiali utili prima rispetto alle canoniche tempistiche, oltre ad avere tutto a portata di mano così da far procedere la costruzione più rapidamente. Nonostante Fincantieri abbia appena iniziato la fase di costruzione, sono già in corso i lavori sul sistema di combattimento che comprenderà l’Aegis Baseline 10 di Lockheed Martin, simile a quello che sarà montato sui cacciatorpediniere Arleigh Burke Flight III, attualmente in costruzione.

Programma Constellation

Il programma Constellation della Marina statunitense mira a individuare la prossima generazione di fregate missilistiche multiruolo per affrontare i complessi scenari operativi del futuro, con una richiesta iniziale di venti unità. Già nel 2020 Fincantieri era riuscita a imporsi sugli altri competitor, aggiudicandosi l’appalto per la realizzazione dell’unità capoclasse, con l’ulteriore opzione per altre nove navi. L’accordo include anche il supporto post-vendita e l’addestramento degli equipaggi, per un valore complessivo di circa cinque miliardi e mezzo di dollari.

La Us Navy punta a rinnovare la propria flotta

La flotta della Marina statunitense sta affrontando un periodo di grande rinnovamento, con un fabbisogno dichiarato di 56 piccole navi da combattimento. Anche se il suo più recente piano di costruzione navale a lungo termine non raggiungerà mai questa dimensione della flotta, sia a causa del ritiro della maggior parte delle navi da combattimento litoranee nei prossimi cinque anni sia per un ritmo di costruzione che difficilmente riuscirebbe a superare il numero di due o tre fregate all’anno. Le proiezioni precedenti prevedevano l’acquisto di ben quattro fregate all’anno per aumentare le dimensioni della flotta di tali navi, un risultato raggiungibile soltanto con l’ingresso di un secondo cantiere per realizzare il progetto di Fincantieri. Nel caso in cui la Marina dovesse aggiungere un secondo cantiere, il contratto con Fincantieri prevede un’opzione per l’acquisto di un pacchetto di dati tecnici da fornire a un altro costruttore. Nonostante il piano del dicembre 2020 prevedesse l’acquisto di tre fregate nel 2023 e di quattro nel 2025, la Marina si è poi tirata indietro rispetto all’impegno di coinvolgere un secondo cantiere. Ross in merito ha dichiarato ai giornalisti che il primo passo è quello di far funzionare a pieno regime la linea di produzione della Marinette Marine: “man mano che andiamo avanti, vogliamo poi valutare come assicurarci di avere la capacità di soddisfare i nostri requisiti”. Secondo Moton, non ci sono punti di decisione definitivi e ogni anno la Marina riconsidererà lo stato del proprio bilancio e delle esigenze e capacità della base industriale così da determinare il numero di fregate che intende acquistare nei prossimi anni.

Fincantieri a gonfie vele negli Usa. In arrivo la fregata Constellation

L’azienda italiana leader nella cantieristica navale, Fincantieri, tramite la controllata Marinette marine, ha iniziato a costruire per la Us Navy la prima fregata del programma “Constellation”, la cui consegna è prevista per il 2026

Sicurezza e gestione del rischio online e offline. Cosa devono fare aziende e Pa

Di Francesco Benvenuti

La velocità a cui viaggiano oggi dati sensibili e informazioni si trasforma sempre più da opportunità a fonte di preoccupazione. Per questo c’è sempre più bisogno di strutture interne e partner esterni in grado di fornire sistemi di difesa e intelligence nel dominio cyber. Allo stesso tempo, è fondamentale garantire la sicurezza offline dell’azienda contro frodi, sabotaggi, abusi da parte di dipendenti o soggetti terzi. L’intervento di Francesco Benvenuti, presidente dell’agenzia internazionale di business intelligence Inside

Perché è scoppiato l'incendio del gas. Lo spiega Simona Benedettini

L’economista della Fondazione Einaudi spiega cosa c’è dietro l’impennata del metano. La fine della pandemia ha innescato una domanda che l’offerta ha soddisfatto solo a metà, poi è arrivata la guerra. La speculazione? C’entra, ma fino a un certo punto​

Se Mosca chiude i rubinetti per le banche tedesche saranno guai. Parola di Fitch

Se il Cremlino dovesse fermare i flussi verso l’Europa gli istituti teutonici assisterebbero a un deterioramento del proprio business, complice l’impossibilità per le imprese di chiedere e rimborsare i prestiti. E anche per l’Italia ci sarebbero conseguenze

 

Un’altra morte sospetta. Cade dalla finestra il presidente di Lukoil

Ravil Maganov, presidente del consiglio di amministrazione della compagnia petrolifera statale russa, si sarebbe lanciato dal sesto piano del Central Clinical Hospital a Mosca a causa di “una grave malattia”

 

Microchip, fronte Usa-Taiwan contro Russia e Cina

Taipei si dice pronta a collaborare per realizzare i suoi semiconduttori “per la democrazia” a stelle e strisce. Per Washington è un’ottima notizia, che cementifica l’alleanza, mentre Pechino e Mosca vedranno ridursi le vendite di chip dagli Stati Uniti. L’amministrazione Biden ha deciso di porre un freno all’export delle sue aziende, visto l’uso poco nobile che ne fanno i governi autoritari

Il caso Piombino e chi vuole un’Italia meno indipendente. Scrive Mayer

È scattata una forte reazione alle decisioni di Draghi e non si può escludere che questo abbia accelerato la crisi di governo nella speranza di bloccare i processi di modernizzazione e moralizzazione degli apparati statali e delle tante partecipate che sommano i vizi del pubblico a quelli del privato. L’intervento di Marco Mayer

Torna la guerra nel Tigray. Etiopia senza pace

La ripresa dei combattimenti in Etiopia è un tema su cui anche l’Italia pone attenzione. La destabilizzazione nel Tigray è di fatto una destabilizzazione all’interno della regione strategica del Corno d’Africa. Nel dossier, sia Onu, sia Ue e sia Usa sono in difficoltà e i negoziati rischiano di essere definitivamente cancellati. E la pace si allontana

Pera o Ferragnez? L’Italia davanti al guado dell’egemonia culturale

Il vecchio modello è finito ma quello nuovo ancora non è nato. Una crisi che non riguarda soltanto il nostro Paese ma qui non c’è rimasto molto culturalmente e bisogna ricostruire forse più che altrove. Il commento di Francesco Sisci

Il rapporto Onu sullo Xinjiang sia una sveglia per i governi. L’opinione di Harth

Le raccomandazioni finali che si rivolgono all’intera comunità internazionale fanno eco alle richieste delle vittime, degli attivisti e dei parlamenti (incluso quello italiano). Il commento di Laura Harth (Inter-Parliamentary Alliance on China)

×

Iscriviti alla newsletter