Skip to main content

Accordo trovato. I tre leader del centrodestra hanno finalmente trovato la quadra su premiership e ripartizione dei collegi. Il capo del governo sarà colui che prenderà più voti. E, stando ai numeri dei sondaggi, la più favorita parrebbe essere Giorgia Meloni. Tuttavia, “Salvini venderà cara la pelle” e, per Fratelli d’Italia ci sono ancora “molti punti di ambiguità che vanno chiariti, se si vuole Giorgia Meloni premier”. A dirlo è il sociologo e saggista Mauro Magatti che ipotizza due scenari differenti.

Professore, il centrodestra dopo la riunione di ieri sembra aver ritrovato l’armonia e la coesione perdute. 

Nonostante le dichiarazioni di facciata, è evidente che fra i tre partiti serpeggiano ancora malumori e tensioni. Per cui, all’orizzonte si potrebbero delineare due tipologie di scenario: il primo è che, una volta al Governo, la rivalità fra Meloni e Salvini dilani la coalizione, anche perché Berlusconi non è più in grado di fare da collante – nel bene e nel male – come ha fatto per oltre vent’anni. L’altro scenario è che la coalizione, visti i numeri, si sbilanci ancor di più sull’elettorato e sul modello politico di Fratelli d’Italia.

Può essere un modello vincente? 

Su Fratelli d’Italia ci sono diversi punti interrogativi, sia interni sia esterni. In generale, con questo tipo di scenario si andrebbe a creare un esecutivo molto distante dal cuore pulsante del Paese e del mondo produttivo.

Probabilmente l’elettorato “produttivo” è ancora ancorato a Lega e Forza Italia. 

I voti di Forza Italia ormai sono lontani dal cuore pulsante del sistema economico. Sono l’ombra di quello che fu. La Lega, dal canto suo, è parecchio ridimensionata e concentrata ormai solamente in alcune zone. Fratelli d’Italia catalizza i voti di protesta, in particolare al Sud.

Quali potrebbero essere le difficoltà, dunque, nell’ipotesi che Meloni diventi premier?

Innanzitutto Meloni e Fratelli d’Italia dovrebbero tagliare i ponti con frange e ambienti esterni al partito ma con i quali in qualche modo ci sono contatti. L’estrema destra, in sostanza. Ma i problemi sarebbero anche di carattere sovranazionale. Meloni, pur coltivando la legittima aspirazione a diventare premier, è molto vicina alle istanze dei Paesi di Visegrád e questa vicinanza mal si concilia con il posizionamento attuale dell’Italia sullo scacchiere europeo.

L’alternativa liberale potrebbe essere quella di Azione?

Calenda è una persona seria e competente. Ai miei occhi il suo progetto ha le possibilità di raccogliere un buon numero di consensi. Ma la “questione liberale” per come la pone lui temo che sia qualcosa di superato.

Se il centrodestra deve fare i conti con beghe interne e rivalità, anche il centrosinistra non se la passa divinamente. 

Il Pd sta attraversando una fase di grande imbarazzo. Conscio del fatto che senza alleanze, con questo sistema elettorale, si va poco lontano, Letta sta cercando una strada alternativa al campo largo. Certo è che, l’aver lavorato fino a ora alla costruzione dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle, li penalizza e non poco. Quella delle urne è una battaglia che il centrosinistra difficilmente potrà sperare di vincere.

Giorgia Meloni per fare la premier deve chiarire certe ambiguità. Parla Magatti

Il sociologo e saggista: “Meloni è molto vicina alle istanze dei Paesi di Visegrád e questa vicinanza mal si concilia con il posizionamento attuale dell’Italia sullo scacchiere europeo”. E il Pd? “L’aver lavorato fino a ora per l’alleanza con i grillini lo penalizza”

La Cina usa "tattiche da bullo" nell’Indo Pacifico

Per il Joint Chiefs of Staff Milley, la Cina bullizza gli altri attori dell’Indo Pacifico. Il comandante statunitense usa un wording funzionale a sottolineare il differente approccio di Washington, per un Indo Pacifico “free and open”

Baghdad come Capitol Hill, i sadristi invadono parlamento in Iraq. Il video

Baghdad come Capitol Hill, i sadristi invadono parlamento in Iraq [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=tt8NUiMmt6Q[/embedyt] Roma, 28 lug. (askanews) - Sostenitori del potente politico e religioso sciita iracheno Muqtada al-Sadr, leader del Movimento sadrista al quale appartengono attualmente 32 parlamentari, hanno violato la zona verde, dove ci sono gli edifici del governo e le ambasciate nella capitale Baghdad, e hanno invaso il Parlamento…

Putin, unire i puntini. Cosa vuole (davvero) la Russia a Roma

Sì, nelle ambasciate, specie quelle russe, da sempre spie e feluche si danno il cambio. E sì, se in Russia contattassimo un partito di opposizione, succederebbe il finimondo. Ma nella polemica sul caso Salvini manca un dato di realtà. Il commento del prof. Giovanni Savino

Senior eHealth: la sanità digitale per gli over 65

Di Sara Dellabella

La sanità sta diventando sempre più digitale. Le piattaforme online che abilitano l’accesso a servizi sanitari personali offrono oggi grandi potenzialità per i cittadini. Ma quanto questi strumenti sono davvero inclusivi? Capirlo è fondamentale per supportare una transizione digitale che non lasci indietro nessuno

Xi volerà a Bruxelles. Sarà paciere o polarizzatore?

Memo per i partiti: chi si occupa di Cina e diritti umani?

Non solo Russia. Un rapporto dell’Onu riaccende i riflettori sulle violazioni dei diritti umani a Hong Kong e in Xinjiang. Pane al pane, come capita raramente. Ma nella campagna elettorale italiana il dossier cinese è un fantasma. Il commento di Laura Harth

Italia, cerniera strategica euro-atlantica. Il Copasir sulla Difesa Ue

La Difesa europea è un elemento indispensabile per la sicurezza del Vecchio continente, e la sua costruzione non è più rimandabile. In questo quadro, l’Italia può giocare il ruolo di cerniera strategica tra Unione europea e Alleanza Atlantica, favorita dalla sua tradizionale postura come ponte tra le due realtà. A dirlo è la relazione del Copasir sulla Difesa comune

Conte, la sinistra sociale e Donat-Cattin. Scrive Merlo

Di Giorgio Merlo

Tutti coloro che ricavano la loro ispirazione ideale e culturale dal filone del cattolicesimo sociale per giustificare il proprio impegno politico, non possono assistere passivamente di fronte a chi si appropria di un ruolo che semplicemente non gli appartiene

Mps e la mina elezioni. Così il voto può scombussolare i piani di Lovaglio

Il ceo di Rocca Salimbeni vuole portare a casa 3.500 esuberi entro il prossimo autunno, ma non aveva previsto la fine della legislatura e le conseguenti elezioni. E ora l’intera operazione rischia di finire sotto il fuoco dei partiti, con scossoni sulla tabella di marcia. Il ruolo degli accordi sindacali

Indo Pacifico, perché chip e supply chain sono il fulcro della contesa Usa-Cina

280 miliardi. L'America si compatta sui semiconduttori (e contro la Cina)

Con 64 voti favorevoli, anche repubblicani, il Senato ha approvato il Chips and Science Act, un pacchetto da 280 miliardi di dollari con cui Washington vuole liberarsi dalla dipendenza dei semiconduttori asiatici. Esultano Biden e gli industriali. Molto critico invece Bernie Sanders, unico dem a votare contro. Per Pechino, il disegno di legge sarebbe roba da “guerra fredda”

×

Iscriviti alla newsletter