La decisione dei Paesi del G7 a favore del prossimo riconoscimento della Stato palestinese è una presa di posizione tutta politica, dagli impossibili effetti pratici. Non esistendo un’entità statuale definita che possa essere riconosciuta. Suona di conseguenza come una moral suasion nei confronti di Israele e dei suoi più stretti alleati. Anche quel Donald Trump che non ha esitato a minacciare il Canada, con la promessa di maggiori dazi, nell’eventualità che quella scelta divenisse effettiva. L’analisi di Gianfranco Polillo
Archivi
La pasta di Lollobrigida, il ponte di Salvini, il cruciverba di Donzelli. Queste le avete viste?
Il ministro dell’Agricoltura ha presentato l’iniziativa “La pasta. Integratore di felicità”, mentre il ministro dei Trasporti posava con il plastico del Ponte sullo Stretto di Messina. E Giovanni Donzelli in spiaggia mostra l’enigmistica tricolore
Leonardo, IDV e la rinascita della capacità terrestre italiana. La riflessione di Serino
Cinque anni fa il settore terrestre di Leonardo sembrava destinato alla cessione, ma oggi l’azienda italiana ha invertito la rotta con l’acquisizione di Iveco Defence Vehicles e una joint venture strategica con Rheinmetall. Questo cambiamento riflette la nuova consapevolezza geopolitica europea e la necessità di rilanciare la capacità industriale nazionale. Tuttavia, il percorso non è stato privo di ritardi, dovuti a una combinazione di resistenze culturali e prudenza degli investitori pubblici. La riflessione del generale Pietro Serino
Middlemen, prezzi e potere. Cosa c’è dietro la mossa Usa sui farmaci
Mentre si attende l’entrata in vigore dei dazi, rimandata alla prossima settimana, l’amministrazione Usa rilancia la politica della most favoured nation e invia lettere a 17 big pharma. Ma il nodo dei costi potrebbe trovarsi più a valle, tra gli attori meno noti della filiera
Un Piano Marshall per la Palestina. Il progetto da recuperare secondo l'amb. Castellaneta
In Medio Oriente tutto si lega inestricabilmente e come tale va trattato con un approccio comprensivo. In fin dei conti era proprio questa l’intuizione originaria, condivisa negli anni successivi anche dal presidente Berlusconi, che aveva aggiunto il cosiddetto Piano Marshall per la ricostruzione. Essa andrebbe recuperata e riadattata e il governo italiano potrebbe farsene attivo interprete in Europa e con l’alleato americano, forte dei suoi buoni rapporti con tutte le parti in causa. Il commento dell’amb. Giovanni Castellaneta
L’Ue può ancora contenere l’impatto dei dazi con riallocazioni e mercato unico. Scrive Scandizzo
L’entità delle perdite dell’Ue dipenderà dalla capacità dell’Unione di riallocare le esportazioni ridotte dalle tariffe, nonché dalle reazioni di tutti gli altri Paesi coinvolti nella svolta commerciale americana. Se le imprese europee riusciranno a reindirizzare le merci verso altri mercati esteri o ad aumentare le vendite all’interno dell’Europa stessa, lo scenario peggiore potrebbe essere parzialmente evitato. L’analisi di Pasquale Lucio Scandizzo
Significativa ma non sorprendente. L'ultima mossa di Trump sui dazi letta da Harrell
Se da una parte è vero che ora l’Europa pagherà l’11% in più rispetto alle tariffe vigenti prima di Trump, è anche vero che il presidente ha fissato l’asticella nei limiti economicamente accettabili per la stessa Ue. E poi, c’è chi paga molto di più. Ecco che cosa pensa l’ex consigliere economico di Joe Biden ed esperto del Carnegie
Trump, su Gaza, deve gestire strategia internazionale e base elettorale
Trump si trova a dover gestire un equilibrio delicato: da un lato, mantenere saldo il legame storico con Israele; dall’altro, ascoltare le nuove istanze del suo elettorato più giovane, evitando spaccature interne al movimento Maga
Dazi Usa-Ue, è davvero un accordo? L’opinione di Trenta
Quella di Trump è una vera guerra economica all’Europa, di fronte alla quale ci siamo arresi incondizionatamente, senza neanche provare a organizzare la resistenza. L’opinione di Elisabetta Trenta
Dietro la finzione, Mosca è molto attenta a Washington. Che deve agire di conseguenza
Con oltre 300 droni e 8 missili, la Russia ha colpito 27 aree di Kyiv causando decine di morti, mentre Washington stringe il cerchio su Mosca con nuove sanzioni e minacce. Il Cremlino teme la pressione Usa più di quanto ammetta, ma serve una strategia più incisiva, secondo la presidente del Center for European Policy Analysis Alina Polyakova