Skip to main content

La navigazione nel Mar Rosso continua a essere ostacolata da gravi interferenze GPS, in particolare nel tratto compreso tra Jeddah e Port Sudan. Le segnalazioni di disturbi persistenti sono in aumento, e almeno una nave è già finita incagliata al largo di Jeddah a causa di coordinate falsate.

Le tecniche rilevate sono riconducibili a due principali modalità: AIS spoofing e AIS jamming. La prima consiste nell’invio di segnali satellitari simulati per ingannare il ricevitore, inducendo l’unità a credere di trovarsi in una posizione diversa. La seconda, più semplice da attuare, mira a disturbare o interrompere del tutto i segnali GNSS (Global Navigation Satellite System), generando un malfunzionamento o fornendo dati errati difficili da rilevare in tempo reale.

L’intensificarsi di questi fenomeni alimenta ipotesi su chi possa essere all’origine di queste attività nel cuore del traffico marittimo globale, lungo la principale arteria di connettività Europa-Asia, dove da poco gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo con gli Houthi (che però non pone fine agli attacchi condotti dagli yemeniti contro Israele e navigli riconducibili agli interessi dello Stato ebraico). Tre scenari sono oggi al vaglio.

Il primo chiama in causa direttamente proprio gli Houthi. Se fossero loro a condurre le attività di spoofing e jamming, significherebbe che hanno acquisito capacità elettroniche avanzate – un’evoluzione significativa che lascerebbe pochi dubbi sul ruolo dell’Iran, possibile fornitore di componenti militari o expertise tecnologico, e che rappresenterebbe una ulteriore complessità in una zona in cui la destabilizzazione prodotta dagli yemeniti dura dal novembre 2023.

La seconda ipotesi, più sottile ma anche più inquietante, suggerisce che attori statuali esterni stiano testando o conducendo operazioni di disturbo in un contesto ad alta tensione. L’area potrebbe infatti essere teatro di operazioni ibride condotte dall’Iran stesso, o da altri attori interessati a interferire con il traffico commerciale e navale internazionale da e per il continente europeo – tra questi, in cima alla lista dei sospetti non può che esserci la Russia.

Il terzo scenario potrebbe ricondursi alle operazioni militari in corso sul Sudan, dove attori esterni stanno prendendo parte allo scontro interno e stanno usando i droni per attacchi più o meno mirati. Le interferenze sui segnali GPS delle navi potrebbero servire per evitare sovrapposizioni con quelli delle azioni armate in corso?

In ogni caso, il fenomeno rappresenta un’escalation potenziale. La vulnerabilità delle navi alla manipolazione dei sistemi di posizionamento satellitare mette a rischio non solo la sicurezza dei traffici, ma anche l’intero equilibrio regionale. In attesa di chiarimenti ufficiali, le autorità marittime invitano le imbarcazioni a ricorrere sistematicamente a tecniche di navigazione non-GNSS nelle aree più sensibili.

Chi e perché manomette i Gps nel Mar Rosso

Almeno una nave si è già incagliata, mentre altre continuano a riferire di fenomeni strani che colpiscono il navigatore. La perdita di coordinate potrebbe essere legata a diverse attività, comprese interferenze volontarie per aumentare la destabilizzazione già esistente nel canale di connessione Europa-Asia

Meloni-Abiy, come prosegue il partenariato fra Italia ed Etiopia

Il Piano Mattei sta progressivamente mutando non solo la prospettiva dell’approccio esterno all’Africa, ma anche il peso specifico italiano in loco, in un momento in cui il complessivo disimpegno francese ad esempio dal Sahel si è sommato ad una vacatio europea. Per questa ragione il rapporto tra Italia ed Etiopia è fitto. Meloni inoltre sarà prossimamente nel Paese africano per co-presiedere con il primo ministro Abiy il Vertice delle Nazioni Unite sulla Sicurezza Alimentare, che si terrà ad Addis Abeba il prossimo 28 luglio

Le democrazie e il senso della guerra. Il caso tedesco visto da Arditti

Sostenere l’Ucraina non significa solo inviare armi, ma accettare che la vittoria richiede un impegno senza riserve. Questo non significa desiderare la guerra, ma riconoscere che, una volta iniziata, va combattuta con tutti i mezzi necessari. Prima l’Occidente supererà questo limite intellettuale, meglio sarà per l’Ucraina, per l’Europa e per la sicurezza globale. Il commento di Roberto Arditti

L’Ucraina, le spese militari e le ambizioni spaziali europee. La visita di Kubilius a Roma

In visita a Roma, il commissario europeo alla Difesa e allo Spazio Andrius Kubilius ha incontrato le istituzioni italiane e i protagonisti del settore spaziale, sottolineando il contributo strategico dell’Italia alla sicurezza europea e allo sviluppo industriale del comparto aerospaziale. Tra i temi discussi, il sostegno all’Ucraina, le prospettive del Libro bianco sulla Difesa e il ruolo dell’Italia nei nuovi programmi Ue. Intervistato da Airpress, il commissario ha ribadito i suoi auspici per un ruolo sempre maggiore di Roma in Europa

Droni marittimi e fregate potenziate. Mitsubishi alza l’asticella al Dsei Japan 2025

Con la nuova fregata e ed il nuovo Usv presentate al Dsei Japan 2025 il Giappone punta a un salto qualitativo nella propria strategia marittima. Le due piattaforme coniugano tecnologia, modularità e visione export, incarnando la risposta nipponica alle nuove minacce nello scenario indo-pacifico

Il cinema e l’intelligenza artificiale. Da Star Wars a Titanic

Lo stretto legame tra l’industria cinematografica e televisiva e la tecnologia informatica ha consentito di continuare a realizzare un’evoluzione tecnologica nel corso degli ultimi decenni. Tecnologie innovative come il 3D digitale, gli effetti visivi digitali, le riprese virtuali, la motion capture, la realtà virtuale e il rendering in tempo reale, hanno apportato numerose innovazioni alla produzione cinematografica. E adesso è arrivata anche l’intelligenza artificiale

Quali prospettive anti-drone per l'ala rotante? Scrive Del Monte

Di Filippo del Monte

Dall’Apache israeliano che abbatte un drone di Hezbollah al “Prachand” indiano, si consolida la tendenza a riutilizzare gli elicotteri d’attacco in funzione anti-drone. La loro capacità di operare a bassa velocità e seguire i bersagli visivamente li rende ideali per intercettare minacce leggere e mobili

Cosa sta succedendo con la nomina del capo dello Shin Bet

Ronen Bar ha rassegnato le dimissioni, effettive dal 15 giugno, dopo che la Corte suprema aveva sospeso il suo licenziamento. Al suo posto Netanyahu ha scelto il maggiore generale David Zini, mossa che ha riacceso tensioni tra vertici militari e politici sul processo di nomina. È intervenuto pubblicamente anche il capo dello Stato

Gcap, tutto il peso strategico del programma di sesta generazione per il Giappone

Il Giappone e l’industria nipponica vedono il Global combat air programme come un’opportunità unica per l’espansione della propria sfera di influenza regionale, oltre che per lo sviluppo di competenze interne e per l’ampliamento delle supply chain nazionali e internazionali nel settore della difesa

Gaza, dall’Italia sostegno alla ricostruzione e a due Stati (senza Hamas)

Dal Gruppo di Madrid all’informativa di Tajani: si consolida la postura italiana tra fermezza umanitaria e continuità diplomatica. Hamas fuori dalla soluzione a due Stati, ma Netanyahu accetti un decondlicting e l’avvio di un percorso politico-diplomatico

×

Iscriviti alla newsletter