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A 24 ore dal closing per la fusione tra Saipem e Subsea7 e la nascita di un campione globale dell’ingegneria applicata all’energia a trazione italiana e a 48 dagli importanti accordi siglati con l’algerina Sonatrach, Eni alza il velo sulla semestrale, ancora condizionata da uno scenario di mercato troppo incerto e da un contesto valutario sfavorevole. Il Cane a sei zampe ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 1,7 miliardi (-8%) e di 543 milioni nel secondo trimestre (-18%), a fronte di un risultato netto adjusted semestrale (che non considera, cioè, costi di natura straordinaria) di 2,5 miliardi, in frenata del 18%. Sui conti pesa, hanno subito chiarito dal gruppo guidato da Claudio Descalzi, lo scenario sfavorevole del prezzo del petrolio e l’effetto negativo del cambio euro-dollaro. Il titolo in Borsa ha però incassato bene i numeri del primo semestre, mantenendosi poco al di sopra della parità per tutta la mattinata, a 14,4 euro ad azione, per poi allungare il passo nel pomeriggio.

Tornando ai conti e guardando alla redditività ante imposte, l’Ebit proforma adjusted di gruppo è risultato pari a 2,7 miliardi ed “è stato in grado di assorbire il negativo andamento dei prezzi delle commodity e del cambio euro-dollaro con il sostegno di iniziative di efficienza, crescita dei volumi e miglioramenti di mix. Utile netto adjusted di gruppo a 1,13 mld con un tax rate consolidato del 46,6%”. La buona notizia è che migliorano le previsioni per l’intero anno. “La solidità della nostra strategia e la capacità esecutiva hanno determinato gli eccellenti risultati del secondo trimestre, nonostante lo sfavorevole scenario prezzi e valutario. Eni rivede al rialzo le previsioni per l’intero 2025 e conferma il piano di ritorni agli azionisti”, hanno sottolineato dall’azienda fondata da Enrico Mattei. Confermati, in questo senso, i ritorni previsti per gli azionisti nel 2025, con un aumento del dividendo del 5% a 1,05 per azione e l’esecuzione di un programma di riacquisto azioni (il cosiddetto buyback) da almeno 1,5 miliardi.

“La costante attenzione con la quale Eni continua ad attuare la propria strategia ha determinato gli eccellenti risultati del secondo trimestre. Nonostante uno scenario di mercato sfidante, il modello di business Eni conferma robustezza e flessibilità. La rigorosa disciplina finanziaria, un portafoglio sempre più solido e il contenuto prezzo di pareggio dei progetti sostengono il modello assicurando una strategia di crescita autofinanziata”, ha tenuto a precisare Descalzi.

“Al tempo stesso, continuiamo a generare valore per gli azionisti, con la più forte struttura patrimoniale mai registrata. Nel trimestre abbiamo continuato a generare crescita e valore in tutti i nostri business. Nell’ambito dei satelliti della transizione, abbiamo definito i termini per un investimento del 20% da parte di Ares in Plenitude, mentre nell’upstream, prevediamo in linea con i tempi programmati di lanciare il nuovo satellite con Petronas, che sarà focalizzato sulla valorizzazione delle risorse gas dei due partner in Indonesia/Malesia”. Incontrando poi gli analisti, Descalzi è stato ancora più chiaro circa il miglioramento della situazione. “Sulla base di questi risultati ci aspettiamo una seconda metà del 2025 positiva e un 2026 ancora più promettente che sarà costruito su un patrimonio più ampio, diversificato e di maggior valore”.

Intanto, come detto, di allarga e rafforza il fronte algerino di Eni, proprio sull’onda di quel piano che porta il nome di colui che concepì e volle la nascita del Cane a sei zampe. Eni e Sonatrach hanno sottoscritto due giorni fa un protocollo di intesa su sviluppo relazioni energetiche in campo di sicurezza, approvvigionamento e transizione energetica: Eni si impegna ad effettuare nuovi investimenti upstream in Algeria e Sonatrach si impegna in buona fede a lavorare per il prolungamento di accordi di fornitura che scadono nel 2027.

Eni migliora le previsioni nonostante dollaro e petrolio

Nella prima metà dell’anno il Cane a sei zampe ha registrato un utile di 1,7 miliardi, in caduta dell’8%, a causa di uno scenario di mercato ancora troppo incerto e del cambio sfavorevole con la valuta americana. Ma le previsioni per l’intero 2025 sono state riviste al rialzo. Titolo tonico in Borsa

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