Skip to main content

Ci sono due problemi urgenti che tolgono il sonno a Washington e ad altre capitali europee. Il primo è il tragico, eventuale scontro che nascerebbe dalla minacciata invasione russa dell’Ucraina. In molti sperano che l’enorme e inedita mole di sanzioni economiche in preparazione spinga Vladimir Putin a più miti consigli. Il secondo problema è la crescita dell’inflazione sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona.

Ora, è ormai quasi banale battere le mani a chi ha deciso di far restare Sergio Mattarella al Quirinale e Mario Draghi a Palazzo Chigi. Ma le sfide che aspettano il presidente del Consiglio italiano sono enormi. In America in molti si augurano che Draghi riesca a trovare la creatività e lo spirito di iniziativa che lo hanno contraddistinto quando ha guidato la Banca centrale europea.

Nell’ultimo trimestre l’inflazione ha galoppato da una parte all’altra dell’Atlantico. Negli Stati Uniti in particolare a inizio novembre. Nell’Eurozona all’inizio di gennaio con un balzo di oltre il 5%. Gli economisti sono per lo più concordi che questi picchi, causati da fattori esterni come la pandemia, abbiano rallentato le catene produttive e fatto schizzare i prezzi del petrolio. Ma nessuno, neanche gli esperti, può esserne davvero sicuro.

Se gli occhi sono puntati su Draghi è in parte per la sua ormai celebre rassicurazione ai tempi della Bce, quando ha imboccato la vita del quantitative easing dicendosi pronto a fare “whatever it takes”. La speranza, anzi la scommessa, è che lui e il suo governo riescano a seguire la stessa strada anche oggi nella lotta all’inflazione e alla depressione economica nell’Eurozona.

Draghi può anzitutto usare la sua esperienza per persuadere la Bce di Christine Lagarde a fare tutto quel che è necessario per evitare che l’inflazione vada fuori controllo. Un passaggio che potrebbe richiedere una serie di politiche nazionali di austerity economica e un freno alla spesa incontrollata.

Difficile spiegare una premura del genere di fronte, ad esempio, agli straordinari risultati economici riportati da Alphabet e da altre aziende hi-tech americane ed europee. Ma è innegabile che il balzo dei prezzi del petrolio e in generale l’inflazione inizino a preoccupare.

Come era inevitabile, sia la Fed sia la Bce hanno apparentemente deciso di trattare con i guanti i loro tassi di interesse ben sapendo le conseguenze economiche che avrebbe avuto un atteggiamento diverso. La verità ormai non rimandabile è che ora di un po’ di austerity c’è bisogno. Per parafrasare Draghi, è “what it takes”.

A Capitol Hill e in Europa non hanno dubbi. Nessuno meglio di Draghi per trovare la giusta risposta a questa fase economica, anche nel caso in cui si rendesse necessario un innalzamento dei tassi di interesse o un taglio provvisorio della spesa pubblica.

Un banchiere a Chigi. Draghi alla prova inflazione

Tutto è bene quel che finisce. Chiusa la partita del Quirinale, Mario Draghi deve prendere per le corna la vera emergenza: l’inflazione. A Washington e in altre capitali europee c’è chi tifa perché riscopra il talento da banchiere centrale… Il commento di Joseph La Palombara, professore emerito di Yale

Ue al verde. Guida ragionata alla tassonomia

Dal gas al nucleare, dall’eolico all’idroelettrico. La tassonomia Ue ha convinto molti e spiazzato tanti altri. Ora invece di fantasticare sul futuro ragioniamo su una soluzione (concreta) per il breve-medio periodo. Il commento di Erasmo D’Angelis

Smart working: giochiamo a carte scoperte

Di Luciano Hinna

Smart working: è ora di schiarirsi le idee. Tornare alla normalità di un tempo in un periodo in cui tutto sta cambiando è un esercizio sterile. Migliorare il migliorabile è un dovere. Il commento di Luciano Hinna, professore ordinario di Economia aziendale all’Università di Tor Vergata

Così la Cina cerca spazi tra Medio Oriente e Africa

Le ragioni per cui la Cina viene percepita uno stabile investitore dai Paesi dell’area Mena sono complesse e articolate e ruotano anche attorno al modello che propone

Conte-Di Maio, stallo in Movimento. La versione di Panarari

Il Movimento 5 Stelle è imploso. Il Capo della Farnesina si è dimesso dall’organismo di garanzia. Conte gli risponde con una lettera al fiele. Grillo torna sulla scena. Il politologo: “È il destino di un Movimento che non ha mai fatto i conti con le correnti”

Più gas? Ti piacerebbe. Il Cremlino tiene l’Ue sul chi va là

Barili e fucili. Così Putin si prende l'Africa

Libia, Mozambico, Sudan, Madagascar. Mentre l’Europa ha gli occhi puntati sull’Ucraina, la Russia si prende l’Africa un po’ alla volta. Guida all’Opa di Putin (e gli errori occidentali). L’analisi di Leonardo Bellodi

Emergenza hacker. Se l'energia finisce nel mirino

Nei giorni scorsi tre attacchi hacker ad aziende europee nel settore oil. È la punta dell’iceberg di un’emergenza che ora fa paura, anche in Italia. Il commento del prof. Roberto Setola, direttore del Master Homeland Security, Campus Bio Medico di Roma

Draghi, il Colle e gli sfascisti in servizio permanente

Di Fabrizio Cicchitto

Salvini e la rumba leghista, Meloni e le picconate nel centrodestra, Di Maio vs Conte, Letta e il campo largo che non c’è. Sarà un lungo anno per il governo Draghi. Il corsivo di Fabrizio Cicchitto

Giù dal Colle a Draghi rimane solo la politica. Il commento di Cazzola

Non è una regola fissa quella che preclude ai grand commis un ingresso trionfale in politica. Nel caso di Mario Draghi l’operazione dovrebbe partire, però, da una premessa indispensabile. Giuliano Cazzola spiega quale

Chi sono i nemici dell'inflazione e degli alti tassi di interesse

L’inflazione ha importanti nemici. Occorre che non trovi collaboratori volenterosi che ne esagerino la portata ed incidano sulle aspettative. L’analisi di Giuseppe Pennisi

×

Iscriviti alla newsletter