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Gli Usa scelgono di mettere da parte il mega gasdotto tra Israele e Salento e spingono per gli interconnettori elettrici. L’ormai probabilissimo abbandono del progetto Eastmed emerge anche dalla risposta data dal portavoce del governo greco Giannis Oikonomou in un briefing tematico. Se fino a ieri il governo greco sembrava un fervente sostenitore dell’oleodotto, oggi appare pienamente in linea con la nuova posizione degli Stati Uniti, che potrebbero non appoggiare più questo progetto e potenziare l’invio di gnl americano nel Mediterraneo tramite i depositi nei porti greci. In sostanza mentre nel gennaio 2020, con Pompeo alla guida del Dipartimento di Stato, si parlava con insistenza di una descalation del gas russo tramite il progetto Eastmed, adesso gli Usa preferiscono la transizione energetica.

QUI USA

Secondo il Dipartimento di Stato, gli Usa restano impegnati per un’interconnessione fisica dal Mediterraneo orientale all’Europa in termini di energia, ma “ora ci stiamo concentrando su interconnessioni elettriche in grado di supportare sia il gas che le fonti di energia rinnovabile”. In sostanza però virano su altro che non sia l’Eastmed. Nel gennaio del 2020 Cipro, Grecia e Israele avevano firmato un accordo “storico” per la costruzione dell’Eastmed, considerato un progetto di interesse comune (PIC) per le infrastrutture energetiche in Europa. Infatti avrebbe potuto trasportare fino a 12 miliardi di metri cubi all’anno di gas offshore, estratto da giacimenti di gas situati tra Israele e Cipro, in Grecia, quindi in Italia (Puglia). Ora però gli States considerano una priorità altri progetti come l’interconnessione elettrica sottomarina EuroAfrica, che collegherà l’Egitto con Creta e la Grecia continentale, nonché il progetto di interconnessione EuroAsia, che collegherà le reti elettriche israeliana, cipriota ed europea.

ASSIST ALLA TURCHIA?

La virata si inserisce all’interno di una contingenza molto complessa, con da una parte il tema del caro bollette (dove imprese e famiglie si stanno confrontando con prezzi alle stelle) e dall’altro la geopolitica delle relazioni, ovvero il rapporto con Ankara. Secondo alcuni analisti la mossa di Joe Biden potrebbe portare in grembo il tentativo di lanciare un ramoscello di ulivo alla Turchia, che da sempre si è opposta all’Eastmed perché aggirerebbe il suo territorio. La posizione del ministero degli Esteri turco è che “qualsiasi progetto che trascuri la Turchia, che ha la costa più lunga del Mediterraneo orientale, così come i turco-ciprioti, che hanno gli stessi diritti sulle risorse naturali dell’isola di Cipro, non può avere successo”. Al contempo in questo modo giungerebbe in Europa, tramite gli hub in Grecia, molto più gnl americano.

QUI GRECIA

La Grecia sta diventando il terminale di arrivo del gnl Usa tramite l’isola-deposito di Revithoussa, ma non solo. La privatizzazione dei porti di Alexandroupolis e Kavala, che dispongono di depositi di gas, è vista dagli Usa come il completamento di tale strategia energetica. Non va dimenticato che l’ex segretario americano al commercio, Wilbus Ross e l’oligarca greco Vaghelis Marinakis lo scorso anno hanno dato vita alla terza compagnia navale più grande al mondo nel settore delle navi da cisterna grazie alla fusione di Capital Partners e la Diamond S della famiglia Ross. Si è trattato di uno degli accordi più significativi dell’ultimo decennio, ovvero un affare da 1,6 miliardi di euro, che produce la nascita di un player dotato di ben 68 navi. La sede della nuova società è a Greenwich, Connecticut, e la Diamond S Spedizioni quotata alla Borsa di New York con un Cda composto da 7 membri, tre dei quali nominati da WR Ross & Co e due da Capital. Nella nuova joint venture oltre a Marinakis, figurano anche due nomi di peso del panorama mondiale degli armatori come Gerassimos Kalogloratos e Gerasimos Ventouris.

@FDepalo

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