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Il Presidente Biden ha recentemente dichiarato “guerra” ai prezzi troppo elevati della benzina negli Stati Uniti. In una lettera aperta pubblicata dalla Casa Bianca, dove chiede alla Federal Trade Commission (Ftc) di indagare, ha domandato di verificare se “le aziende petrolifere e del gas partecipano a una condotta illegale volta a mantenere alti i prezzi della benzina.”

Per il presidente ci sono prove che queste aziende si stiano comportando in modo anticoncorrenziale, visto che i prezzi della benzina sono aumentati di circa il 3% in un solo mese, nonostante quelli della benzina non raffinata siano scesi del 5%. Un divario, secondo lui, sconcertante e che implica la necessità di un’indagine da parte della commissione statunitense antitrust, la Ftc.

La Ftc ha ammesso di essere preoccupata e che porterà avanti un’indagine, ma essendo un’agenzia indipendente, l’attuale amministrazione non li può forzare ad agire. In molti però, come ha scritto il Wall Street Journal, sono turbati che questa verifica non porti a nulla considerati i precedenti. Infatti, molti presidenti passati avevano chiesto alla Ftc di indagare in casi simili appena i prezzi della benzina salivano e l’opinione pubblica scendeva, ma in quasi tutti i casi non è mai stata appurata una vera condotta anticoncorrenziale.

Diversi rappresentanti democratici e repubblicani sono d’accordo con il fatto che ci sia un qualche comportamento illegittimo, sottolineando l’importanza della competitività di mercato in un paese democratico. Ma non sono tutti convinti che la causa sia la stessa, alcuni credono sia per la mala-amministrazione, altri per l’inflazione e altri ancora danno la colpa alle singole aziende. Mentre alcuni analisti e società di lobby, che hanno a che fare con le società petrolifere, credono che le accuse dell’amministrazioni Biden siano infondate e che questi aumenti di prezzo siano in linea sia con le tendenze degli ultimi anni, pre e post pandemici, sia con l’inflazione – che ha ultimamente raggiunto un punto elevatissimo.

Lucia Miranda, Presidente della società ExportUSA, che si occupa anche di import ed export tra Italia e Stati Uniti, ha detto al Washington Post di essere preoccupato della disparità tra i prezzi e i costi della benzina sottolineando come sia importante portare al termine un’indagine. Ma al contempo ha aggiunto che “basare una procedura [dell’Ftc] su uno o due mesi di dati non è detto che regga”. Anche Bon McNally, consigliere energetico dell’ex presidente George W. Bush e fondatore del Rapidan Energy Group, ha detto la stessa cosa: “penso che sia una forzatura scegliere i dati di un mese e concludere che sia una prova di comportamento anticoncorrenziale.”

Nonostante le critiche da parte delle aziende petrolifere, che sostengono di non aver agito in modo scorretto, e le preoccupazioni degli analisti, la Ftc porterà al termine l’indagine, analizzando perfino una serie di fusioni recenti che possano aver spinto a determinati comportamenti di mercato che coinvolgono direttamente le industrie petrolifere.

benzina

Biden chiama la Ftc per indagare sui prezzi dell'energia

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