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“Valutare le inclinazioni degli elettori? Beh, per Bologna e Milano è piuttosto banale azzardare una previsione: saranno riconfermate a guida centrosinistra”. Il sondaggista Nicola Piepoli, a poche ore di distanza dal voto per alcune fra i capoluoghi più strategici dello Stivale, sulla ‘Dotta’ e sulla città di Sant’Ambrogio è piuttosto sicuro. D’altra parte “per una città come Milano – aggiunge – che è stata amministrata bene, la storia non esiste. Così come a Bologna”. Ma, anche qualora dovessero vincere i candidati alternativi a Sala e Lepore “sarebbero costretti ad applicare ciò che i predecessori hanno avviato”. Si mettano il cuore in pace, dunque Luca Bernardo e Fabio Battistini.

Dunque l’incognita vera rimane la Capitale?

A questo punto, a mio giudizio, gli sfidanti sono tre: Michetti, Gualtieri e la sindaca uscente. Gli altri non hanno grosse chance da quanto abbiamo potuto appurare.

Neanche il lanciatissimo Carlo Calenda?

Diciamo che lui sarà, suo malgrado, fondamentale per colui che sarà il prossimo sindaco. Mi spiego: essendo l’unico candidato che ha stilato un programma elettorale degno di questo nome, in particolare in ordine al mai risolto problema dei trasporti pubblici romani. Pur essendo fuori dalla competizione, ha sancito un cambio di passo.

Virginia Raggi può farcela?

Dipende dalla configurazione finale. Se il testa a testa è con il candidato di centrodestra, Raggi può farcela e sbarazzare l’avversario. Al contrario, se si trovasse a sfidare il candidato del centrosinistra, potrebbe correre il concreto rischio di soccombere. Roma è davvero complessa sotto questo profilo. D’altra parte c’è da dire che Virgina Raggi pur avendo dalla sua ancora una discreta forza, è stata una sindaca molto divisiva.

Assomiglia alla collega di Torino, Chiara Appendino?

Sono profili diversi, ma anche sulla città della Mole ho qualche perplessità sull’esito finale delle urne. Appendino è stata una sindaca meno divisiva di Raggi. Tutto sommato, da quanto abbiamo potuto evincere, è una sindaca apprezzata dalla città.

Queste amministrative saranno il banco di prova per le politiche. Che quadro emergerà, ad esempio, per il centrodestra?

La coalizione è sfavorita nelle città, ma a livello nazionale è chiaramente vincente. Il quadro che emergerà sarà, secondo me, abbastanza in continuità con il trend dei sondaggi. Queste amministrative spianeranno la strada alla leadership di Giorgia Meloni nel centrodestra. La Lega, anche per via dei attriti, scandali e correnti interne, sta perdendo terreno. Quindi, è possibile che il prossimo governo a guida centrodestra possa incoronare Giorgia Meloni. Sono convinto però che, le alleanze che Fratelli d’Italia sarà costretto a fare, impediranno il loro monopolio sul potere. Il loro estremismo sarà bilanciato da altre componenti. Magari che, ora come ora, non esistono ancora.

Le amministrative saranno un banco di prova anche per il nuovo corso grillino sotto l’egida contiana. Come ne uscirà il Movimento?

C’è una componente consistente di italiani, magari che non l’hanno votato, che però rimpiange molto l’ex premier. Dunque il Movimento 5 Stelle uscirà dalle urne con la forza sufficiente per pretendere ancora un posto di rilievo al Governo.

Questo sarà utile a rafforzare l’alleanza col Pd?

Diciamo che gli accordi politici sono nella testa di Conte e del segretario dem Enrico Letta. Una cosa, tuttavia, è certa: il Pd uscirà rinvigorito dalle amministrative, confermando città strategiche. E, se l’unione fa la forza…

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Il sondaggista Piepoli sulle amministrative. “La vera incognita rimane Roma. Raggi può stupire. Appendino apprezzata”. E i 5 Stelle? “Potranno rivendicare una posizione di primo piano al governo”. Meloni sorride, ma Calenda può diventare regista post-voto

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