Skip to main content

Violenza psicologica, scarso cibo e ore di tv con propaganda statale. Il dissidente russo Alexei Navalny racconta per la prima volta com’è la sua vita in carcere. Nell’intervista, rilasciata in esclusiva al quotidiano americano The New York Times, spiega gli abusi delle autorità nel carcere di massima sicurezza a Pokrov, a 100 chilometri da Mosca (qui l’approfondimento di Formiche.net con le testimonianze di chi ha vissuto in quel carcere).

Navalny ha dichiarato al NYT che i giorni di lavoro pesante nei gulag sovietici sono stati sostituiti da “violenza psicologica” e una specie di lavaggio di cervello tramite la propaganda statale.

Per Navalny, le sue condizioni di detenzione sono degne di un campo di lavoro cinese: “Immaginate qualcosa come un campo di lavoro cinese, dove tutti camminano in fila e ci sono telecamere ovunque. C’è un monitoraggio costante e una cultura della denuncia”. Le autorità russe considerano questo un programma per creare coscienza tra i detenuti.

Le giornate di Navalny trascorrono guardando – obbligatoriamente – la televisione di stato russa o film di propaganda: “Devi sederti su una sedia e guardare la televisione […] Leggere, scrivere o fare qualsiasi altra cosa è vietato […] Tutto è organizzato in modo che io sia controllato al massimo ogni ora del giorno”.

Delle prime settimane in carcere, quando veniva svegliato in continuazione, ha spiegato: “Ora capisco perché la privazione del sonno è uno dei metodi di tortura preferiti dai servizi segreti […] Non lascia tracce ed è insopportabile”. E sui compagni di cella: “Immaginate uomini muscolosi, tatuati, con denti di acciaio, litigando con coltelli per avere il miglior posto vicino a una finestra”.

La Russia è in campagna elettorale, giacché a settembre è previsto il voto per il rinnovo dei seggi della Duma, il Parlamento russo. Secondo Navalny, nel Paese esiste ancora l’opposizione, ma non grazie a lui “o di qualcun altro che la comanda da un quartier generale ma perché circa il 30% del Paese, per lo più la popolazione urbana istruita, non ha rappresentanza politica […] Putin ha risolto il suo problema tattico: non ci permetterà toglierli la maggioranza della Duma. Ma per riuscire in questo, ha dovuto cambiare completamente il sistema politico, passare ad un livello autoritario diverso e molto più duro”.

Delle sanzioni da parte degli Stati Uniti e l’Unione europea contro la Russia, l’oppositore crede che siano sbagliate perché stanno danneggiando molti cittadini russi comuni e non l’entourage del presidente:

Navalny crede che Putin è un’anomalia reazionaria, e il suo regime “un incidente della storia. La nomina da parte di Eltsin di Vladimir Putin, allora primo ministro, come presidente ad interim, fu un errore che prima o poi sarà corretto e la Russia tornerà su un percorso di sviluppo democratico ed europeo. Semplicemente perché è quello che il popolo vuole. Abbiamo specificità, come ogni nazione, ma siamo Europa. Siamo l’Occidente”.

Senza sonno e cibo. Navalny racconta gli abusi in carcere (e non solo)

Il leader dell’opposizione in Russia rilascia la sua prima intervista da quando è in prigione. Al New York Times racconta del cibo, dei compagni di cella, degli obblighi quotidiani, del futuro di Putin e la strategia del presidente per le elezioni di settembre…

E se Biden avesse vinto? Parla Charles Kupchan

Intervista a Charles Kupchan, politologo americano e senior fellow del Council on Foreign Relations (Cfr). Per Biden l’Afghanistan una sconfitta di breve periodo, nel lungo hanno molto più da perdere Xi e Putin. L’Europa deve stare attenta al G20, con la Cina da sola non ce la fa

I Talebani visti dall’Iran. Obiettivo stabilità

Secondo Bassiri Tabrizi, esperta di Iran del RUSI di Londra, il rapporto tra Teheran e i Talebani ruoterà attorno a una necessità pragmatica dei primi: mantenere condizioni di stabilità

Quello che l'Europa non ha fatto in Afghanistan. Il commento di Malgieri

Cosa avrebbe dovuto e potuto fare l’Unione europea in Afghanistan, prima di arrivare all’epilogo di questi giorni con il ritiro delle truppe americane (e non solo)? Se lo domanda Gennaro Malgieri nella sua riflessione

Lavoro, green pass obbligatorio e Pnrr. La panoramica di Granelli (Confartigianato)

A tu per tu con il presidente nazionale dell’associazione di categoria. “La certificazione vaccinale obbligatoria in azienda? Noi siamo favorevoli”. E sulle riforme del governo lancia il monito: “Si tenga in debito conto il ruolo delle piccole imprese, un’eccellenza italiana”

Si è aperta una breccia nel muro Usa per Huawei?

Reuters rivela che il governo americano ha dato il via libera ad alcune richieste di autorizzazioni presentate da Huawei per il settore automotive. Il Partito repubblicano contro Biden

Terre rare e magneti, l'Europa prepara il salto (via dalla Cina)

Oggi la Cina ha il monopolio sulla produzione di magneti permanenti e controlla il mercato delle terre rare. Il reshoring di queste catene produttive s’ha da fare nel nome della transizione ecologica (e dell’autonomia strategica). Reuters rivela le mosse di Bruxelles per favorire un’industria europea

Così Intesa e Sace danno il via ai finanziamenti verdi per le Pmi

Intesa Sanpaolo e Sace (Cassa Depositi e Prestiti) lanciano uno strumento pensato per sostenere la riconversione verde delle piccole e medie imprese, in simbiosi con le linee guida del Pnrr. Garanzie, tassi agevolati per le aziende che raggiungono gli obiettivi ESG e innesco di donazioni benefiche. Ecco come funziona

Vi spiego i brindisi afgani fra Xi e Putin. Parla Lucas

Risorse naturali, gas, controllo del terrorismo. Sono tanti gli interessi di Cina e Russia sull’Afghanistan 2.0 in mano ai talebani. Uno è in comune, spiega Edward Lucas, vicepresidente del Center for European analysis (Cepa): brindare al vuoto lasciato dagli Usa. Memo per l’Ue (e l’Italia)

Sentenza tedesca. Il Nord Stream 2 rischia nuovi rallentamenti

Proprietari dei gasdotti e fornitori del gas devono essere diversi: una corte tedesca conferma che le regole Ue valgono anche per il Nord Stream 2

×

Iscriviti alla newsletter