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Leggiamo su Formiche.net: “Davvero il sistema Italia ha bisogno di un partito di ispirazione cristiana?”. Come ho già scritto su queste pagine a mio parere la risposta è sì e per vari motivi. Innanzitutto l’Italia ha bisogno delle culture politiche che sono alla base della sua storia repubblicana, nessuna esclusa, appartenenti a quello che una volta veniva chiamato l’arco costituzionale. In secondo luogo l’Italia ha bisogno di chi difenda anche nella politica (e non solo nella società) i valori dell’umanesimo italiano, quella pietas sociale spesso messa all’angolo da un bipolarismo senza dialogo (e talvolta dell’odio). Infine l’Italia necessita di chi rappresenti in Parlamento il vasto e profondo mondo del cristianesimo europeo, con tutta la sua ricchezza culturale e antropologica.

Se tutto questo è vero dobbiamo chiederci in che modo ciò divenga possibile oggi. Difficile immaginare che ciò accada mediante la riproposizione del partito cattolico com’era ieri, simile alla Dc o a un suo avatar. Tanti sono stati in questi anni di Seconda repubblica i tentativi in tal senso, tutti andati male. Su tale tema mons. Galantino, già segretario generale della Cei e ora responsabile dell’Apsa e della Fondazione per la sanità cattolica, ha parlato di “partito di ispirazione cristiana” la cui sfida, sempre secondo il prelato, sarebbe di tradurre in politica la dottrina sociale della Chiesa. Si tratta di un incitamento varie volte emerso in questi anni.

A tale sollecitazione in realtà Democrazia Solidale è stata la prima a rispondere già dal 2018, sforzandosi di partecipare a tutte le elezioni in calendario. Perché una cosa deve essere chiara: per fare politica non basta fare annunci ma occorre cimentarsi con la concreta sfida elettorale. Costruendo tale opzione politica ci siamo resi conto che per l’attuale mondo cattolico non è immediato passare dal prepolitico (associazionismo, riflessione culturale, formazione alla politica ecc.) al politico vero e proprio: c’è bisogno di una reale e forte volontà.

In questo i cattolici italiani non sono diversi dai loro concittadini laici o altro: scendere in campo non va di moda e ci sono molte resistenze e prudenze (se non disillusioni). Infine esiste il tema delle alleanze: quando si fa politica non ci si può immaginare da soli, isolati in mezzo al nulla, ma bisogna imparare a dialogare e fare alleanza con altri. Si tratta di un esercizio difficile di continuo negoziato, pena l’irrilevanza. Non si fa politica per fare solo testimonianza. Non si fa politica come si fa associazionismo. Ha dunque ragione mons. Galantino: non partito cattolico o dei cattolici ma di ispirazione cristiana. Il che significa concretamente prendere le numerosissime istanze di Papa Francesco su economia, migrazioni, educazione, ambiente, salute, sociale in genere ecc., per tradurle in pratica politica sul territorio.

Domenico Delle Foglie su Formiche.net si chiede anche perché non c’è stata risposta all’appello di mons. Galantino. Da parte di Demos non è così: basta sapere ciò che Democrazia Solidale fa e rappresenta. Noi ci siamo già, lo abbiamo scritto e detto dal 2018 ad oggi, anche su queste pagine. Basta informarsi: dentro il mondo cattolico abbiamo offerto a chi voleva ogni possibile alleanza, federazione o azione comune. Ma non ci siamo lasciati frenare da inesauribili discussioni trite e ritrite: siamo partiti proprio per essere fedeli all’ispirazione cristiana che ci caratterizza. Esiste un’urgenza di esserci e di lottare per i nostri valori. Le nostre battaglie su migrazioni, sul sociale, sugli ultimi e così via sono note, per chi si vuole informare. Noi a quella domanda abbiamo già risposto senza attenderci nessun aiuto istituzionale e partendo dal basso. Stupisce solo che non lo si consideri.

emilia

Un partito di ispirazione cristiana esiste ed è Demos. Parola di Mario Giro

L’Italia ha bisogno di chi difenda anche nella politica (e non solo nella società) i valori dell’umanesimo italiano, quella pietas sociale spesso messa all’angolo da un bipolarismo senza dialogo (e talvolta dell’odio). Democrazia Solidale è stata la prima a rispondere già dal 2018, sforzandosi di partecipare a tutte le elezioni in calendario. Perché una cosa deve essere chiara: per fare politica non basta fare annunci ma occorre cimentarsi con la concreta sfida elettorale

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